Oggi a Genova 

Orlando: «Andate a vedere la mostra di Artemisia e pensate a Giulia». Granaiola di commenti critici e il post scompare

La consulente del Sindaco è stata accusata da alcuni commentatori social di sfruttare, nel suo post Facebook, la tragedia dell’omicidio della ventiduenne per promuovere una mostra di cui lei cura una piccola parte. Una mostra che, tra l’altro, nella sua interezza, non ha bisogno di post social “aggressivi” perché è iniziativa di livello e qualità la cui promozione deve e può passare per diversi e più propri argomenti

Anna Orlando, storica dell’arte e consulente del sindaco Marco Bucci non ha fortuna coi social. Eppure dovrebbe aver imparato che i social network sono un’arma a doppio taglio se non azzecchi i post, visto quanto era successo alla fine dell’agosto scorso con la mascotte di Villa Serra di Comago, da lei annunciata in un post come mascotte di Genova Jeans (di cui era stata nominata curatore generale) e, dopo una selva di commenti polemici, “ritrattata” con un altro post.

Altre polemiche sono sbarcate su Facebook per un post della consulente di Bucci criticato dell’ideatrice di Genova Jeans, Manuela Arata, che ha accusato Orlando di non averla citata nei suoi post di ringraziamento nonostante fosse la creatrice della manifestazione. Gli stracci sono volati in pubblico dopo che da tempo i bene informati raccontavano di continui screzi tra le due “regine del jeans”.

Altre polemiche ancora a proposito del post (conseguente a un suo articolo sul Secolo XIX) in cui Orlando spiegava che l’intera delegazione istituzionale del Comune di Genova, Sindaco in testa, avrebbe partecipato alla presentazione di un suo libro a Londra. Insomma, una visita istituzionale in una galleria d’arte privata per un’iniziativa editoriale privata della consulente di Bucci.

Stavolta, Orlando è finita nella bufera social per un altro post, in cui invita i suoi contatti ad andare a vedere la mostra “Artemisia Gentileschi, coraggio e passione”, promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova e Regione Liguria, aperta qualche giorno fa proprio a Palazzo Ducale. Un’esposizione curata da Costantino D’Orazio in cui Orlando si è occupata della sesta di undici sezioni, quella dedicata al Caravaggismo a Genova. La consulente del Sindaco, quindi, è co-curatrice, anche se di una sola stanza d’esposizione tra tutte. Orlando ha vigorosamente invitato i suoi contatti ad andare a vedere la mostra “pensando a Giulia”, la ventiduenne barbaramente assassinata nei giorni scorsi, di cui ieri e stato trovato il cadavere mentre oggi è stato arrestato in Germania l’ex fidanzato, indagato per il suo l’omicidio.

Nella mostra si racconta anche della violenza sessuale subita da Artemisia a 17 anni da parte di Agostino Tassi, un amico e collega del padre.
Orlando ha fatto un minestrone di diritti delle donne violati (quello di non essere abusate raccontato dall’esposizione al Ducale e quello di non essere ammazzate come è successo alla povera Giulia) e ne ha fatto un post indirizzato a invitare a visitare la mostra nel nome della recente vittima di femminicidio. A non pochi questo non è piaciuto, tanto che nei commenti non hanno tardato a piovere le critiche.

L’ennesimo femminicidio, il 105º dall’inizio dell’anno, è un argomento sensibile, non ci vuole molto a capirlo: basta dare un’occhiata ai social, oltre che ai media. L’invito ad andare a vedere una mostra pensando alla ventiduenne massacrata a calci, pugni e coltellate è sembrato a molti fortemente inopportuno.

Così Orlando ha cancellato il post, affermando che non era sua intenzione fare pubblicità all’esposizione “firmata” anche da lei in quel post che ha urtato la sensibilità dei soggetti che lo hanno ritenuto poco felice. La consulente del Primo Cittadino parla della necessità di evitare i “possibili equivoci”, “equivoci” che invece si susseguono a raffica nei suoi post, che siano per una mascotte, per un evento organizzato dal Comune, per un libro o per una mostra.

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