Genovesi pazzi per il Pallio di San Lorenzo. Restauro, donazioni (con dedica) dei cittadini per cento mila euro
di Monica Di Carlo
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Ha più di 750 anni, ma racconta ancora benissimo la grandezza di Genova. È stato regalato alla città da un imperatore, quello di Costantinopoli, ed è ancora nostro, di tutti i cittadini genovesi. Il pallio di San Lorenzo è attualmente in restauro presso il celebre “Opificio delle Pietre Dure” di Firenze. Per finanziare l’operazione è stata aperta una sottoscrizione su internet (ma si possono effettuare versamenti anche presso il Museo di Sant’Agostino). Ogni centimetro “costa” 5 euro e siamo quasi alla metà della cifra necessaria. Si può anche dedicare la porzione di pallio che si è scelto di adottare e c’è chi lo ha “intestato” alla fidanzata, alla propria azienda, a un parente defunto. Tra i donatori, banche, aziende, associazioni, musei, scuole. Ma oltre 6.600 centimetri di recupero sono stati finanziati da anonimi donatori. Tutto si può vedere sul sito http://www.mecenatecon5euro.museidigenova.it/
C’è stato un tempo in cui Genova era grande, la più grande. Si permetteva il lusso di mettere in ginocchio Pisa e di sconfiggere Venezia ed era così forte da poter essere determinante per un imperatore nella riconquista del suo trono. Parliamo dell’Imperatore di Costantinopoli, mica “micio micio bau bau”. Si trattava del “basileus” Michele VIII Paleologo.
Il basileus fu così riconoscente che regalò a Genova il preziosissimo Pallio e, soprattutto, come spiega il curatore del Museo di Sant’Agostino, Adelmo Taddei, infiniti privilegi commerciali, tanto che <Il Mar Nero – spiega Taddei -, come dicevano i veneziani, era diventato il “Lago genovese”>. Il curatore del Museo di Sant’Agostino (dove il palio sarà esposto alla fine del restauro, cioè entro la fine del 2016), spiega che il dono fu costruito su misura per rendere i maggiori onori ai genovesi: le misure sono in “palmi genovesi” (un palmo è pari a 0,248 metri), le storie sono scritte in Latino, la grafia è quella gotica ufficiale e i santi sono quelli del culto occidentale. Tutto è stato realizzato in seta sciamita a sei fili, particolarmente robusta e costosissima, ricamata con fili di seta colorati rivestiti di lamina d’argento e lamina d’argento dorato. Il rosso è ottenuto con la pregiatissima porpora.
Il Pallio di San Lorenzo fu donato alla città di Genova dall’imperatore Michele VIII Paleologo, presumibilmente nel 1261 come indica didascalia ricamata in calce alla scena dedicatoria centrale, in osservanza di patti politico-militari e commerciali stipulati tra l’Impero Bizantino e La Superba.
L’operadi grandi dimensioni (circa 374 cm x 136 cm) ricamato con sete policrome e filati metallici narrante le scene di vita e il martirio dei Santi Lorenzo, Ippolito e Sisto. Dalle indagini preliminari è emersa per i ricami la presenza di filati argentei e la probabile presenza di filati aurei, oltre a probabili sete di svariate cromie.
Intervento di restauro
L’opera è stata per lungo tempo conservata in una teca all’interno del Museo di Palazzo Bianco a Genova. Nel 2010 il Pallio è giunto presso i laboratori della Fortezza da Basso dove è iniziata una complessa fase preliminare di studio ai fini della conoscenza dei materiali costitutivi e della tecnica esecutiva. Parallelamente alla fase di studio e mappatura di materiali, tecniche e stato di conservazione, sono state avviate le indagini diagnostiche e prove tecniche preliminari. Questa complessa fase permetterà di progettare, secondo la prassi operativa del Settore di Restauro dei Tessili, un corretto e rispettoso intervento conservativo.
In relazione alla grande quantità di dati che verranno raccolti è stato inoltre avviato un progetto di sviluppo e inserimento del materiale in un programma di archiviazione dei dati appositamente creato. Lo strumento nel quale far confluire tutta la massa dei dati che saranno raccolti è rappresentato dal programma informatico di nuova concezione “Modus Operandi”. Tale programma è finalizzato all’acquisizione e gestione, in un sistema informatico integrato, di tutta la documentazione informatica prodotta dalle indagini diagnostico-conoscitive e dagli interventi di restauro riguardanti un manufatto, ed è stato appositamente concepito e realizzato per questo scopo.
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