Pernat, “ambasciatore di Genova nel mondo”, si dimette dopo le accuse di sessismo e omofobia di Liguria Rainbow


Lo storico manager di MotoGp, riferimento – nel corso degli anni – di Valentino Rossi, Biagi, Capirossi, Simoncelli e Iannone, è finito nella bufera per un’intervista a “La Zanzara” risalente al 2016 in cui disse che le donne sono come i cani e che i gay sono inadatti al mondo delle gare di Moto Mondiale

È durata solo una settimana la nomina di Carlo Pernat ad “ambasciatore di Genova nel mondo”. Pernat è ora in Australia per le gare del MotoGp e da lì ha annunciato le sue dimissioni spiegando: «Ho scelto di dimettermi per evitare qualsiasi disagio per il sindaco Bucci».

Il settantacinquenne dirigente sportivo è finito sulla graticola mediatica per dichiarazioni fatte durante una puntata del programma radiofonico “La Zanzara” di Radio24, risalente al settembre 2016.
La richiesta di dimissioni è arrivata dal coordinamento Liguria Rainbow.
«Il coordinamento Liguria Rainbow è indignato per il riconoscimento di un misogino ad ambasciatore di Genova nel mondo – aveva scritto, in una nota il Coordinamento, che è anche organizzatore del Liguria Pride -. Carlo Pernat, genovese, classe 1948, da una vita nel mondo della Moto GP, è stato insignito del titolo di ambasciatore di Genova nel mondo, dal sindaco Marco Bucci.
Intervistato a La Zanzara su Radio24 ha detto testualmente: “Mi hanno proposto di fare una guida dei bordelli di tutto il mondo, ma non so se si può fare. Si va nei guai perché in Italia è vietato lo sfruttamento.” “Con i soldi che ho speso in puttane potevo comprarmi un’altra bella casa sul mare dove portare qualche bambina.” “Le donne sono come i cani.” “Un gay può andare con moto più dolci, quelle a tre ruote. Ma con le moto veloci no. Qui bisogna essere cattivi, duri, veloci, bisogna avere un cervello di un certo tipo. Non si può essere effeminati.” Il personaggio si discosta dai ragazzi dello stupr0 di Palermo solo per differenza di vedute sul piano zoologico: per lui le donne sono cani, per i secondi sono gatte, la differenza è minima. E dal sessismo si passa all’omofobia: chi fa sport maschili non può essere gay (nemmeno trans?). Quale genovese rappresenta questo ambasciatore? Che la Giunta genovese fosse sessista e omofoba si sa da tempo, ora con questo biglietto da visita lo ammette apertamente. Non basta che a Pernat venga tolto il titolo, chiediamo che il sindaco Bucci ammetta di distribuire titoli, incarichi e patrocini secondo criteri di vicinanza ideologica e convenienza, e si dimetta per aver mostrato di incarnare valori etici al di sotto della soglia della decenza umana».
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