Cultura 

Giornate Fai di Autunno, sabato 14 e domenica 15 ottobre le visite guidate

Quest’anno a Genova e territorio metropolitano i beni visitabili saranno: Abbazia di San Fruttuoso, Teatro Modena, Teatro Sociale di Camogli, Museo Marinaro di Camogli, casa Carbone a Lavagna. Ecco tutte le informazioni per partecipare

Abbazia di San Fruttuoso

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Incastonata in una profonda insenatura del Promontorio di Portofino l’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte è un unicum nel panorama dell’architettura medievale ligure, inserita in un contesto di alto pregio naturalistico e paesaggistico, raggiungibile esclusivamente via mare, traversando l’Area Marina Protetta di Portofino, o a piedi attraverso i sentieri del Parco Naturale Regionale di Portofino. Un piccolo gioiello che ha una storia molto antica e che è stato generosamente donato al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano da Frank e Orietta Pogson Doria Pamphilj nel 1983.

La dedicazione del Monastero al martire cristiano San Fruttuoso e ai suoi diaconi Augurio ed Eulogio affonda le radici tra storia e leggenda: il vescovo di Tarragona Fruttuoso subì il martirio nella città catalana nel 259 dC e le sue ceneri, durante la conquista araba (711 – 714), furono traslate da San Prospero, anch’egli vescovo tarragonese, in una remota insenatura ai piedi del promontorio del Monte di Portofino, denominata Capite Montis. La tradizione vuole che sia stato lo stesso martire Fruttuoso a indicare il luogo in cui deporre i suoi resti mortali, apparendo in sogno ad alcuni suoi discepoli Il primo documento noto riguardante il Monastero di San Fruttuoso di Capodimonte è del 977

Con il nuovo millennio si ricostruisce totalmente il complesso abbaziale, costituito dalla chiesa fondata su una sorgente di acqua perenne, dall’alta torre nolare, dal monastero che la affianca e dal chiostro attiguo su due livelli. Nel XIII secolo il monastero conserva ancora un elevato grado di autorevolezza spirituale, politica ed economica. Nel XIV secolo incominciò il declino, e dalla metà del XV secolo, dopo l’abbandono dei monaci benedettini, l’abbazia sarà trasformata commenda. Nel 1551 l’ammiraglio Andrea Doria ottenne da papa Giulio III lo ius patronati su San Fruttuoso, in cambio della promessa di costruire una fortezza che proteggesse il complesso dalle incursioni piratesche. A questo tardo periodo, non più al Duecento, si fa risalire la creazione del sepolcreto familiare da parte di Andrea Doria, che avrebbe fatto trasferire a san Fruttuoso le tombe dei suoi avi dalle chiese genovesi. Papa Leone XIII nel 1885 erige l’antico cenobio in parrocchia gentilizia. Nel settembre del 1915 a seguito di violente piogge la prima campata della Chiesa fu spazzata via da una massa di acqua e detriti che terminò la corsa in mare formando l’attuale spiaggia.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
L’Abbazia di San Fruttuoso è uno dei Beni FAI aperti al pubblico tutto l’anno. VISITE LIBERE IN AUTONOMIA dalle ore 10 alle ore 15.45, ultimi ingressi entro le 15, contributo consigliato € 3 comprensivo della visita della mostra fotografica “Gianni Berengo Gardin San Fruttuoso di Camogli” VISITA GUIDATA CON IL DIRETTORE ore 13 e 14.30, prenotazione obbligatoria, contributo € 15 intero – € 12 iscritti FAI, durata 1 ora, appuntamento presso la biglietteria dell’Abbazia. Speciale tour in compagnia dell’architetto Alessandro Capretti, Property Manager dell’abbazia, alla scoperta della storia e dell’architettura dell’abbazia. PASSEGGIATA NATURALISTICA ore 14 prenotazione obbligatoria gratuita e riservata agli iscritti FAI contributo € 3 per l’accesso in abbazia, durata 1.30 ora, appuntamento presso biglietteria dell’Abbazia. Una piacevole passeggiata adatta a tutti in compagnia delle guide del Parco di Portofino e del Dott. Emanuele Gandolfo, storico dell’arte del FAI, che ci porteranno alla scoperta delle ricchezze naturalistiche di questo luogo unico. In collaborazione con Ente Parco di Portofino. Per INFO e PRENOTAZIONI fai.sanfruttuoso@fondoambiente.it

ORARIO

Sabato: 10:00 – 15:30 (ultimo ingresso 15:00)
Note: In caso di condizioni meteo marine avverse e sospensione servizio battelli da Camogli l’abbazia resterà chiusa alle visite e gli eventi saranno annullati

Domenica: 10:00 – 15:30 (ultimo ingresso 15:00)
Note: In caso di condizioni meteo marine avverse e sospensione servizio battelli da Camogli l’abbazia resterà chiusa alle visite e gli eventi saranno annullati

NOTE PER LA VISITA

L’abbazia è aperta dalle 10 alle 15.45 con orario continuato, ultimi ingressi 45 minuti prima della chiusura. In caso di condizioni meteo marine avverse e sospensione servizio battelli da Camogli l’abbazia resterà chiusa alle visite e gli eventi saranno annullati L’Abbazia di San Fruttuoso si raggiunge in battello partendo da Camogli http://www.golfoparadiso.it o da Rapallo, Santa Margherita Ligure e Portofino http://www.traghettiportofino.it o a piedi attraverso i sentieri del Parco di Portofino http://www.parcoportofino.it leggi di meno

DURATA VISITA

30 minuti

Teatro Sociale di Camogli

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Camogli è uno splendido borgo che si affaccia sul golfo Paradiso, nella riviera ligure di Levante. Un tipico paese marinaro caratterizzato da case alte e dipinte con colori vivaci che affascinano la vista. Un luogo romantico, immerso in una magnifica cornice naturale, che da secoli incanta i turisti di tutto il mondo in cerca di relax, cultura, mare e buona cucina.

Inaugurato il 30 settembre 1876, il Sociale di Camogli è un esempio di teatro all’italiana pianta a ferro di cavallo, quattro ordini di palchi, loggione – realizzato su progetto dell’arch. Salvatore Bruno, già autore, nel 1857, del Teatro Modena di Sampierdarena. Il Teatro di Camogli nasce per volontà di 60 famiglie della borghesia locale che direttamente o indirettamente avevano fatto fortuna col mare nel momento in cui Camogli, non a caso definita “la città dei mille bianchi velieri”, era una delle maggiori potenze armatoriali del tempo.

L’originaria struttura in legno costrinse negli anni ’30 a radicali lavori di adeguamento strutturale per la sicurezza che furono occasione per creare le barcacce, i palchi di proscenio, la fossa per l’orchestra e una galleria intorno alla platea per aumentarne la capienza e che si conclusero con una nuova inaugurazione il 30 novembre 1933. Dopo anni di fiorente e qualificata attività, in particolare durante la guerra, quando sopperì alla chiusura dei teatri genovesi, il Sociale subì un lento declino fino alla chiusura. Negli anni ’80 sembrò avviarsi ad una rinascita grazie ai nuovi lavori di adeguamento strutturale promossi dalla Provincia di Genova, ma la loro interruzione determinò una quasi ventennale chiusura per inagibilità. A questo stallo pose fine nel 2002 la nascita della Fondazione Teatro Sociale promossa dai palchettisti, discendenti degli storici proprietari, e composta riunendo forze pubbliche – Provincia di Genova, Comune di Camogli e di Recco – e privati – Associazione “100 famiglie” – con la finalità di portare la struttura del Sociale al suo pieno recupero e adeguamento strutturale e alla piena ripresa dell’attività.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
I partecipanti saranno accompagnati alla scoperta delle parti normalmente non accessibili per gli spettatori: dal palcoscenico con le sue attrezzature, ai camerini, dalla fossa mistica per l’orchestra al sottotetto. Sarà una momento di approfondimento della storia di Camogli e di conoscenza di uno dei teatri storici della Liguria riconosciuto dal Ministro per i Beni Culturali di interesse nazionale come esempio significativo della ottocentesca tipologia dei teatri “all’italiana”.

Volontari delegazione FAI
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
accesso anche a parti normalmente chiuse al pubblico

ORARIO
Sabato: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
DURATA VISITA
40 minuti

Museo Marinaro di Camogli

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Il Museo Marinaro di Camogli è intitolato al suo fondatore, Gio Bono Ferrari, autore della Trilogia della vela; uno dei più noti studiosi della storia della marina velica ligure e, in particolare, camogliese.

Nel 1938 il Museo venne donato al Comune, che lo ospitò nel ridotto del teatro Principe Umberto (l’attuale teatro Sociale) e Gio Bono Ferrari ne fu anche il primo direttore.

Quadri, fotografie, modelli e documenti esposti sono doni di famiglie camogliesi. Rappresentano solo una piccola testimonianza dei 2.900 e più bastimenti a vela che gli armatori camogliesi acquisirono, e capitani e marinai armarono, nel periodo compreso tra le guerre napoleoniche e la prima guerra mondiale.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Nelle didascalie che illustrano le vetrine sono riportati i cognomi e i soprannomi della gente di Camogli, con tutte le storie da loro vissute. Ricordano gli antichi proprietari degli oggetti, i loro costruttori e donatori. Questi particolari fanno del Museo Marinaro un vivissimo ed emozionante luogo della memoria dedicato non a generici argomenti, ma a persone vere e vive nel ricordo della loro storia, dei loro familiari e dei loro concittadini.

DELEGAZIONE FAI DI PORTOFINO-TIGULLIO
Visite a cura dei volontari della società capitani e macchinisti di Camogli

ORARIO
Sabato: 09:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Note: volontari a disposizione per visite guidate dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
NOTE PER LA VISITA
visite ore 10,00 11,00 e 12,00 il mattino; 15,00 16,00 e 17,00 il pomeriggio

DURATA VISITA
60 minuti

Teatro Gustavo Modena

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Il teatro Modena sorge a Sampierdarena, edificato fra 1856 e 1857, quando il quartiere era ancora Comune autonomo. Le origini dell’insediamento si collocano intorno al VIII sec. d.C. ma è con l’età medievale che il borgo assume un aspetto ben definito di piccolo insediamento lungo la costa, verso ponente. Fra XV e XVI sec. Sampierdarena si trasforma da borgo marinaro a elegante luogo di villeggiatura. Ma è con il XIX sec. che Sampierdarena diventa la Manchester d’Italia grazie alla sua felice posizione geografica, vicina al porto e lungo la più agevole linea di collegamenti con l’entroterra.

La costruzione del teatro fu voluta e finanziata dalla nuova borghesia sampierdarenese che mostrò con questa iniziativa lo spirito antagonistico nei confronti della vicina Genova e volle mettere in mostra lo sviluppo raggiunto dal Comune e il livello sociale delle famiglie più prestigiose. Il nuovo teatro, in contrapposizione al “regio” Carlo Felice di Genova, fu intitolato all’attore veneziano Gustavo Modena, mazziniano, attivista e combattente nelle battaglie risorgimentali. La posa della prima pietra avvenne il 30/6/1856 e il teatro fu inaugurato il 18/9/1857. Venne usato come caserma per le truppe francesi nella 2° guerra di indipendenza nel 1859 e l’attività del teatro riprese nel 1884.Tra il 1920 e il 1922 furono fatti lavori di restauro, rimase chiuso durante la II guerra mondiale.

Fu risparmiato fortunosamente dai bombardamenti. Unica struttura teatrale ottocentesca giunta a noi. La seconda metà del 900 vede un progressivo degrado tanto che si arriverà a chiuderlo nel 1983. Una seconda vita del teatro inizia a prospettarsi con la nascita del comitato “amici del Modena” e con le amministrazioni comunali degli anni 90. Il 6/4/1994il Consiglio Comunale delibera il restauro e l’inizio dei lavori, che si concludono nel settembre 1997. La struttura è molto elegante: dalla facciata tipicamente neoclassica realizzata su due piani, con cinque aperture ad arco, come un finto porticato, al piano superiore presenta un colonnato ionico sormontato dal timpano. Alla facciata originaria nel 1920-22 è aggiunto un avancorpo con terrazzo, conseguenza dell’abbassamento del livello interno della sala che ha comportato la scomparsa della gradinata d’accesso. La sala è a ferro di cavallo con 4 ordini di palchi, 24 al primo livello e 25 nei superiori, un loggione e una platea. Tutta questa superficie è decorata con stucchi in gesso dipinti e dorati con uno strato di finitura molto sottile. I parapetti rappresentano, in alternanza, festoni con vasi, grifoni e rilievi floreali. Più complesso è il palco centrale che è in aggetto e porta i simboli di Sampierdarena ancora Comune.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Di notevole interesse è l’impianto decorativo della volta e del boccascena, dove sono rintracciabili il ritratto di Gustavo Modena, le figure allegoriche delle arti (Danza, Poesia, Teatro, Musica). Uno spazio rimasto sostanzialmente originale è il foyer: un grande salone voltato con due ordini di cornici modanate con colonnato ionico, le due file di quattro colonne dividono lo spazio in tre zone. Il Teatro Gustavo Modena è solitamente aperto per le rappresentazioni e gli spettacoli previsti dalla stagione del Teatro Nazionale. La visita proposta dal Gruppo FAI giovani Genova permetterà di entrare nei luoghi solitamente chiusi al pubblico, riservati comunemente agli addetti ai lavori. Si entrerà nel backstage e non solo, scoprendo cosa si cela dietro le quinte di un teatro ottocentesco: aneddoti, curiosità su come la macchina scenica si muove e funziona.

Gruppo FAI Giovani di Genova e Delegazione di Genova
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
accesso anche a parti normalmente chiuse al pubblico

ORARIO
Sabato: 09:30 – 16:30 (ultimo ingresso 16:30)
Note: sabato ore 10:00 visita in LIS

Domenica: 09:30 – 12:30 (ultimo ingresso 12:30)
DURATA VISITA
45 minuti

Casa Carbone (Lavagna)

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Un piccolo mondo silenzioso sulla riviera ligure di Levante. Nel cuore del Tigullio, a due passi dai vicoli, da via Roma – il Caruggio – che collega la basilica di Santo Stefano ed il suo Porticato Brignardello, e dal mare, tra i portici medievale con le antiche botteghe e i ristoranti che propongono il menù del territorio e pesce fresco.

Abitata fino alla fine del secolo scorso, Casa Carbone offre un fedele documento della dimensione prettamente domestica del vivere borghese tra Otto e Novecento, dove una sobria e colta eleganza non oltrepassa mai la misura di una moderata discrezione.

La visita si snoda attorno al Salone centrale, unica vera sala di rappresentanza della casa e fulcro della breve sequenza di camere e stanze di piccole proporzioni, confortevoli, accoglienti e gradevolmente arredate con mobili e suppellettili che rispecchiano il gusto per la rivisitazione degli stili del passato in voga in epoca eclettica. Tempere, mosaici e dipinti (per lo più di area genovese tra XVI e XVIII secolo) compongono un’importante cornice per il ricco e abbondante arredo, vero cuore pulsante dell’abitazione, il cui fascino risiede non tanto nei particolari di un buon quadro o nell’alta qualità di una porcellana, bensì nella resa armonica dell’insieme dei molteplici elementi, nell’eterogeneo accumulo e nella stratificazione degli oggetti, famigliare specchio di un’unica volontà superiore, quella del gusto e della personalità dei padroni di casa.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Una casa di famiglia perfettamente integra, come sospesa nel tempo, esemplare riflesso della vita, del gusto dell’abitare e degli interessi di una tipica famiglia borghese di fine Ottocento. A seguire, visita guidata del delizioso giardino della casa tra limoni, aranci, pompelmi e mandarini: in questo spazio raccolto, si incontrano piante ed arbusti che lo rendono inatteso sia per gli scorci che regala che per gli angoli caratteristici, tutti da scoprire.

CASA CARBONE
Visite a cura del Bene

ORARIO
Sabato: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
NOTE PER LA VISITA
INDOSSARE SCARPE COMODE. PRESENTARSI ALLA BIGLIETTERIA ALMENO 10 MINUTI PRIMA DELL’ORARIO DI PARTENZA DELLA VISITA. LA VISITA DEL GIARDINO E DELLA CASA E’ ACCOMPAGNATA

DURATA VISITA
40 minuti

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