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Catena umana di 10mila persone sulla costa tra Albisola e Spotorno per dire “no” al rigassificatore

C’erano ambientalisti, cittadini, albergatori, altri operatori del settore del turismo. Anche Fabio Fazio contro la nave: «Il Savonese torna indietro di 10 anni». Toti: «Il processo di autorizzazione del rigassificatore di Vado Ligure, a differenza di quelli di Piombino e di Ravenna, avrà una valutazione di impatto ambientale ministeriale»

Il rigassificatore, che ora si trova a Piombino, dal 2026 sarà al largo della costa del savonese. Tra gli oppositori c’è chi paventa rischi ambientali e chi sostiene che sarà un sanno per il turismo e un appesantimento per il traffico e, quindi, per la vivibilità della zona.

«La nave in questione – ha spiegato il presidente della Regione e commissario per il rigassificatore Giovanni Toti – stazionerà in uno spazio di mare dove già oggi sostano ogni anno centinaia di navi, alcune delle quali trasportano materiali ben più problematici del Gnl, gas che, al contrario del più instabile Gpl, comporta pochissimi problemi di sicurezza e quasi nessun problema ambientale»-

Toti, in risposta a Fabio Fazio, ha detto, tra le altre cose, che «In alcune delle baie più belle della regione, come ad esempio Riva Trigoso, convivono cantieri navali importanti e turismo. Sestri Levante e la sua Baia del Silenzio sono lì a pochi passi. Ancorato a terra, e non in mezzo al mare – prosegue il presidente Toti – esiste da 40 anni un rigassificatore nel golfo di Spezia: questo non ha impedito a Lerici, Tellaro, Porto Venere, le Cinque Terre di diventare luoghi turistici tra i più frequentati d’Italia».

In risposta alle critiche del sindaco di Savona Marco Russo al progetto presentato da Snam, Toti ha risposto: «Attraverso il progetto di riposizionamento della nave rigassificatrice al largo della costa di Vado Ligure stiamo lavorando per far fronte alla crisi energetica, occupazionale e sociale che affligge tutto il Paese e che mette in ginocchio anche le famiglie e le imprese liguri. Il sindaco Russo invece è ossessionato dalla polemica politica sterile, senza alcuna proposta concreta migliorativa. È doveroso fornire a tutti i cittadini certezze sul fatto che non vi siano rischi e su questo sono i fatti a parlare chiaro: il processo di autorizzazione del rigassificatore di Vado Ligure, a differenza di quelli di Piombino e di Ravenna, avrà una valutazione di impatto ambientale ministeriale, passaggio che i rispettivi commissari Stefano Bonaccini ed Eugenio Giani non hanno dovuto compiere perché la legge non lo prevedeva. Questo significa che l’impianto vadese avrà garanzie di sicurezza ambientale e urbana nettamente maggiori rispetto a tutti gli altri».

Secondo il consigliere regionale Pd Roberto Arboscello «il rigassificatore deve rimanere a Piombino».
«La “marea umana” che oggi pomeriggio ha invaso un intero litorale, da Albisola a Spotorno, per esprime in modo democratico il proprio dissenso è un segnale enorme che dovrebbe svegliare chi governa, in particolare il presidente Toti, per chiedersi se il progetto del Rigassificatore, che sta imponendo al territorio savonese ha ancora un senso – dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello -. La protesta di oggi ha ribadito che un territorio unito vuole difendere il proprio mare e la riconquistata vocazione turistica del suo territorio. Siamo dalla parte giusta. Toti ascolti i cittadini, le associazioni e le categorie economiche».

«Una protesta che ha coinvolto operatori turistici, associazioni, istituzioni in maniera molto trasversale, segno che l’imposizione di Toti su un territorio come quello savonese sta suscitando reazioni fortissime – dice Luca Garibaldi, capogruppo di Pd-Articolo Uno in Regione -. E suona una vera farsa il fatto che dopo aver deciso di collocare un rigassificatore davanti ad un’area Marina protetta ora Toti parla di discutere, a cose fatte. Un modello di democrazia e di partecipazione molto singolare: “prima impongo, poi discuto. Il Sindaco di Savona Marco Russo ha chiesto semplicemente di sapere come si concilia il nuovo impianto, i vincoli che imporrà, con la vocazione turistica di Savona e del comprensorio, e per risposta è stato definito da Toti un “Masaniello”. Un nervosismo segno di grande debolezza, perché non ci sono ragioni nazionali per imporre ad una Regione che ha già un rigassificatore un secondo impianto (nessun’altra regione sarebbe come la Liguria, in questo senso), che non aumenta la capacità nazionale di gas, e in più insiste in un territorio che ha nei decenni subito diverse servitù, da cui faticosamente si sta liberando. Mi pare ci siano più ragioni politiche, per risolvere i problemi di Piombino, governata da Fratelli d’Italia, in una specie di scambio Toti-Meloni (un rigassificatore per il via libera ad un terzo mandato), svendendo il territorio per interessi particolari. Per cui, mi auguro che questa manifestazione e le prese di posizioni dei Sindaci facciano riflettere il Presidente/Commissario Toti, sul fatto che la soluzione di Vado non è la più idonea per la Liguria né per la vocazione turistica della nostra regione. Nelle prossime settimane, sollecitata dal Gruppo PD e in particolare dal Consigliere savonese Roberto Arboscello, discuteremo in Commissione Attività Produttive il progetto di nuovo rigassificatore e proveremo a sottolineare i problemi di merito che quella localizzazione prevede».

“Prendiamo atto della manifestazione di protesta che si è svolta sulle spiagge tra Savona e Bergeggi. Massimo rispetto per i cittadini; meno per chi, esclusivamente per sterile polemica politica finalizzata a raggranellare qualche voto, paventa rischi inesistenti, alimentando le paure dei residenti. Il tema della nave rigassificatrice riguarda Vado Ligure e l’Italia insieme: se vogliamo fare la doccia calda, scaldare case e ospedali, cucinare e produrre, se vogliamo vivere il gas è fondamentale. Sotto ogni casa, in ogni strada corre un tubo del gas. L’intera costa adriatica sarà interessata da nuove condotte per il gas. Chi protesta, si incatena e rilancia fantasiose previsioni apocalittiche, non vuole il rigassificatore nel territorio in cui vivi, ma vuole, eccome, il gas a casa propria: gas sì, ma impianti no. E dove metterebbero l’impianto per avere acqua calda a casa propria? Sempre a casa di altri. Direi che così non va”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, commissario di governo per il posizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra al largo di Vado Ligure nel secondo semestre del 2026 secondo quanto previsto dal Piano energetico nazionale, interviene a seguito della manifestazione di protesta di oggi, con la partecipazione di esponenti dell’opposizione in consiglio regionale.
“La questione rigassificatore non riguarda solo Vado Ligure, Quiliano, Carcare, Cairo Montenotte e Altare – sottolinea Toti – ma l’Italia. Esattamente come il gasdotto Tap che sbarca in Puglia non riguarda solo i cittadini di quella zona: se oggi abbiamo potuto vivere nonostante il taglio del gas russo lo dobbiamo proprio a quel gasdotto, che molti non volevano. Il tema energetico riguarda il Paese: pochi mesi fa le famiglie non riuscivano a pagare le bollette e le imprese chiudevano licenziando i dipendenti. Oggi, solo perché al momento la pressione si è allentata, allora riteniamo inutile avere gasdotti e rigassificatori nuovi? Ma la crisi energetica non è affatto finita e per questo è fondamentale prepararci per tempo – chiosa Toti – di fronte ai prossimi aumenti”.

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