Oggi a Genova 

Zapata sotto sfratto, giovedì Bucci e Piciocchi incontrano i responsabili. Ecco la determina del Patrimonio che ingiunge lo sfratto

Il Vicesindaco: «È assolutamente evidente che sgomberi cose di questo tipo sono veramente l’estrema ratio perché l’approccio dell’amministrazione è assolutamente costruttivo. Pronti a dialogare con tutti ad ascoltare tutti a trovare le soluzioni perché la nostra possa essere una città plurale chiaramente nel rispetto delle regole». La determina dirigenziale della Direzione Patrimonio, datata 30 novembre 2022, era stata decisamente meno diplomatica, parlava di sgombero a 30 giorni dalla notifica e precisava: «verranno avviate le procedure finalizzate al recupero di quanto dovuto maggiorato degli interessi fino all’effettivo riottenimento della libera disponibilità del bene»

In consiglio comunale, oggi, l’articolo 55: “Spazio Sociale Zapata; cultura, aggregazione e socialità”. L’atto è stato portato all’attenzione dell’aula dai consiglieri di Genova Civica, Partito Democratico, Lista Rosso Verde, M5S e Uniti per la Costituzione. “Il centro sociale Zapata è un esperimento di socialità, di cultura alternativa e di partecipazione politica diretta- si legge nell’atto- Una politica volta a dare voce e opportunità di incontro e di impegno a fasce giovanili completamente escluse dalla dimensione pubblica. Un eventuale sgombero di uno spazio sociale è anche lo sgombero di un pensiero alternativo, di libertà di espressione sospesa da ogni giudizio”. I consiglieri concludono ritenendo che: “Sia doveroso aprire un percorso d’incontro e dialogo tra le parti per trovare insieme una soluzione con i cittadini che vivono gli spazi e per non criminalizzare i giovani senza neppure conoscere la loro realtà. Esprimiamo la nostra preoccupazione e ci chiediamo se e come la Civica Amministrazione abbia intenzione di salvaguardare detta realtà».

Ha risposto il vicesindaco Pietro Piciocchi: «Noi abbiamo indicato la necessità di recuperare la piena disponibilità dell’immobile per la realizzazione di un progetto attraverso le risorse del Pnrr molto importante nella prospettiva della riqualificazione di Sampierdarena e su cui credo che tutti siamo d’accordo – ha detto Piciocchi -. Un progetto che tra l’altro c’è stato proposto dall’Accademia Ligustica che riguarda anche l’edificio della Fortezza e che noi abbiamo accettato di buon grado e si inserisce molto bene nella riqualificazione di Sampierdarena, oggetto, come sapete, dei nostri strumenti di programmazione con un impegno finanziario assolutamente importante. Nessuno intende formulare giudizi morali nei confronti di chicchessia. Ritengo che le questioni amministrative e giuridiche che sono state derubricate in questa discussione debbano comunque essere tenute nella dovuta considerazione da chi ha la responsabilità delle decisioni perché indubbiamente c’è una situazione che va regolarizzata e questo credo che con grande onestà intellettuale dobbiamo riconoscerlo perché è una morosità oggettivamente importante a cui qualcuno ad un certo momento chiederà conto a questa Amministrazione. Quindi noi, proprio in una logica di parità di trattamento nei confronti di tutti i fruitori del nostro patrimonio pubblico, chiaramente non possiamo far finta di non vedere questo tipo di situazione in maniera scevra, lo ripeto, da qualunque tipo di pregiudizio e di giudizio. Dopodiché siamo assolutamente contenti e ci siamo fatti parte diligente perché venisse instaurato un dialogo con il centro sociale Zapata. È stato detto che prossimamente, mi pare giovedì se non vado errato, incontreremo – il sottoscritto unitamente al Sindaco – i rappresentanti del centro sociale e con loro valuteremo la situazione. È assolutamente evidente che sgomberi cose di questo tipo sono veramente l’estrema ratio perché l’approccio dell’amministrazione è assolutamente costruttivo. Pronti a dialogare con tutti ad ascoltare tutti a trovare le soluzioni perché la nostra possa essere una città plurale chiaramente nel rispetto delle regole. Questo è una un’ovvietà ma è sempre bene ribadirlo».

Decisamente meno diplomatico è il testo della determina dirigenziale della Direzione Patrimonio del Comune risalente al 30 dicembre che intima lo sgombero e vale anche da ingiunzione di pagamento. Il debito è ingente: al 30/09/2022 ammontava a 106.757,00 euro. Ne avevamo parlato in questo articolo.

Nella determina si legge che la Direzione Valorizzazione Patrimonio e Demanio Marittimo, ha notificato il 22 novembre dello scorso anno «l’avvio del procedimento di rilascio dell’immobile». Si legge, poi: «Anche successivamente alla comunicazione di cui sopra, non è stato versato alcun importo a titolo di indennità di occupazione né è stato riconsegnato l’immobile alla proprietà. Ritenuto necessario procedere, alla luce di quanto sopra indicato, al recupero coattivo dell’immobile sito in Genova, via Sampierdarena 36 (Magazzini del Sale), nel pubblico interesse […] determina: di disporre il rilascio in via amministrativa, per le motivazioni di cui in premessa, del locale sito in Genova, via Sampierdarena 36 (Magazzini del Sale) nei confronti dell’Associazione Volontariato Macaia per i Diritti di Cittadinanza-Centro Sociale Zapata; di dichiarare il presente provvedimento titolo esecutivo nei confronti di chiunque occupi l’immobile, pertanto, entro 30 giorni dalla sua notifica gli occupanti dovranno rilasciare il locale libero e sgombero da persone, cose e manufatti, effettuando la riconsegna alla Direzione; di disporre che, in caso di inottemperanza, l’immobile verrà sgomberato coattivamente senza ulteriore comunicazione ed addebito delle relative spese; di disporre che, quanto rinvenuto nell’immobile e non rimosso a cura dell’occupante, sarà considerato abbandonato e, quindi, alienabile; di precisare che, comunque, verranno avviate le procedure finalizzate al recupero di quanto dovuto maggiorato degli interessi fino all’effettivo riottenimento della libera disponibilità del bene».

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