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Delitto del Geirato, la squadra mobile arresta Christian Beron per rapina aggravata

Anche l’ultimo soggetto presente al delitto del Geirato, Christian Camilo Beron Tovar, incensurato, è stato arrestato dalla sezione reati contro la persona della squadra mobile della Questura su ordine del gip del Tribunale di Genova nell’ambito delle indagini che stanno ricostruendo non solo le circostanze in cui è maturato l’omicidio Di Davide Di Maria avvenuto il 17 settembre scorso a casa di Mor “Marco” N’Diaye,  ritenuto responsabile in concorso con Beron Tovar di rapina pluriaggravata ed indebito utilizzo di carte di credito.
A spiegare come si è arrivati all’arresto dell’ultimo dei cinque protagonisti dello scontro in casa di N’Diaye, che si è concluso con la morte di Di Maria, colpito da una coltellata al cuore, è stato questa mattina in questura il capo della squadra mobile, il primo dirigente Annino Gargano.

 

La rapina sarebbe stata commessa dai due genovesi (lo sono sia N’Diaye sia Beron Tovar) il giorno precedente l’omicidio, quindi il 16 settembre scorso. I due, insieme a Di Maria,  si sono resi responsabili di un’aggressione all’interno di un box, a San Fruttuoso, utilizzato a Marassi dai due genovesi poco meno che trentenni per la riparazione di motoveicoli.

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I tre hanno cercato di convincere i due ragazzi ad acquistare hashish da loro, ma al diniego dei due, che si sono dichiarati assuntori agli agenti della squadra mobile, li hanno pestati costringendone uno a rivolgersi alle cure dei sanitari del pronto soccorso del San Martino a causa di traumi alla testa e ad altre parti del corpo e la rottura di un timpano. Il ragazzo è stato medicato e dimesso con una prognosi superiore ai 20 giorni e ha dichiarato, al momento, di essere stato picchiato da stranieri che non conosceva. Ma le indagini della squadra mobile hanno permesso di appurare la verità, confermata, poi dal ragazzo aggredito.
Nel pomeriggio del 16, ha raccontato il giovane, è stato invitato dall’amico con cui divide il box dove si dilettano di meccanica a raggiungerlo. Lì, però, ha trovato il suo amico già malmenato da N’Diaye, Di Maria e Beron Tovar.

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Secondo la ricostruzione del primo dirigente Gargano, i tre si sarebbero trovati nelle condizioni di recuperare soldi ad ogni conto per pagare il debito col fornitore, Guido Morso, arrestato per l’omicidio di Di Maria e dichiaratosi lo sparatore dell’unico colpo esploso (e mai andato a segno, tanto che il proiettile è stato trovato conficcato in un mobiletto) in casa di ‘NDiaye, dove tra Guido e il padre Vincenzo e i tre spacciatori di medio cabotaggio doveva esserci un “chiarimento” a seguito di una partita di merce non pagata.
Nella circostanza, accusandoli di non aver acquistato droga da loro, i tre, con minacce di morte e ripetute percosse si sono impossessati dei portafogli delle vittime e della carta di credito di uno dei due, facendosi anche indicare il codice pin. Quindi, mentre “Marco” e Davide sono rimasti a guardia dei due giovani, Christian Beron si è recato in un vicino sportello bancomat dove ha prelevato 600 euro.

Beron è stato associato al carcere di Marassi mentre N’Diaye si trovava già in quanto arrestato dal personale della squadra mobile in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Genova per i reati di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione aggravata.

 

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