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Il marchese nel castello

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Asserragliato, nel suo castello, probabilmente per gustarsi gli ultimi giorni di regno. E, nonostante tutto, c’è ancora chi ha il coraggio di lanciare un appello per salvare il soldato Doria. L’autore è l’europarlamentare Sergio Cofferati che dichiara al Manifesto “Mi piacerebbe che Genova proseguisse la sua esperienza Arancione”. Invito caduto nel vuoto, perché da tempo nel Pd è in corso il dibattito su un sindaco mantenuto in sella solo con gli artifici della politica e per sconfiggere il fantasma commissariamento. Ma ora Doria è abbandonato anche dai suoi potenziali supporter. Antonio Bruno esponente della federazione della sinistra in un post sulla sua pagina facebook sfoga la sua delusione “Cofferati non si accorge della frattura con l’elettorato di sinistra dopo l’abbandono di ogni politica di partecipazione, di tutela del territorio, di promozione dei servizi pubblici, di rilancio delle periferie (Abbandonate anche perché sconosciute al sindaco)”. Mentre Stefano Balleari, l’esponente di Fratelli d’Italia e vicepresidente del consiglio comunale, che ha già iniziato la rincorsa verso le prossime elezioni, lo bacchetta ad ogni occasione. E il Pd lo attacca, ma al contrario, perché troppo timido, per le stesse ragioni di Bruno. E lui sussiegoso continua con la sua nobile alterigia, solo, a rimirarsi nella specchiera del suo maniero.

Morale per gli arroganti: l’architetto della rovina è l’arroganza, mette le fondamenta in alto e le tegole in basso.
Il Max Turbatore

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