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La crisi continua a mordere. Meno nuove imprese. In difficoltà artigianato, agricoltura, edilizia e commercio

La crisi in via di soluzione? Proprio no, anzi. Nell’ultimo trimestre, infatti, Unioncamere ha registrato il dato più basso degli ultimi 5 anni per quanto riguarda le domande di iiscrisione ai registri delle Camere di Commercio della Liguria. Solo 1.798 domande. Erano state 2.283 nel 2010, 2.280 nel 2011,  1.937 nel 2012, 2.004 nel 2013 e 2.019 l’anno scorso. Lo stock di imprese liguri da giugno a settembre si è ridimensionato del -0,3%, attestandosi a 163.665 unità, di cui 45.185 aziende artigiane (-0,2%).
Secondo il report firmato dalal responsabile dell’Ufficio statistica e studi di Unioncamere Liguria, Giovanna Pizzi, l’unico dato un po’ meno negativo è la frenata dei fallimenti (-15%), ma gli artigiani sono ancora in sofferenza.
Lo stock delle imprese, rispetto a giugno, si è ridimensionato dello 0,3%, attestandosi a fine settembre al valore di 163.665 unità, di cui 45.185 imprese artigiane (-0,2%).
Nonostante un saldo complessivamente positivo (+225 imprese), determinato da quasi 600 iscrizioni di imprese non classificate, dall’analisi dei settori economici si registrano saldi negativi in tutti i comparti, particolarmente nell’agricoltura (-61 unità), nel commercio (-51), nelle attività manifatturiere (-42) e nei servizi turistici (-39); saldi positivi nelle attività finanziarie e assicurative (+16 imprese) e nei servizi di supporto alle imprese (+12 unità).
Si registrano saldi negativi in tutti i comparti, particolarmente nell’agricoltura (-61), nel commercio (-51), nelle attivita’ manifatturiere (-42) e nei servizi turistici (-39). Saldi positivi, invece, nelle attività finanziarie e assicurative (+16 imprese) e nei servizi di supporto alle imprese (+12).
A livello provinciale Genova “guadagna” 201 imprese, Imperia 22 e La Spezia 38. Solo Savona registra un ridimensionamento pari a 36 imprese in meno.
Nel capoluogo ligure si registrano segnali negativi nei trasporti (-24 imprese) e nelle attività manifatturiere (-21); le costruzioni chiudono il trimestre con un saldo positivo di 30 imprese. In provincia di Imperia il settore agricolo registra il saldo negativo più alto (-34 imprese), seguito dalle costruzioni (-13). Nell’estremo levante ligure “soffre” il comparto edile (-14 imprese) e quello manifatturiero (-12). Infine in provincia di Savona è il commercio a registrare le maggiori difficoltà con un saldo negativo pari a 33 imprese, seguito dal settore agricolo (-20).
Le imprese artigiane, il cui tasso di crescita passa da 0,14% (settembre dell’anno scorso) a -0,13%, registrano un saldo negativo pari a 61 unità, determinato da una contrazione delle iscrizioni (- 12,9% rispetto al 3° trimestre 2014) e da un sensibile aumento delle cancellazioni (+6,9%).

LE CRISI D’IMPRESA

Nel 3° trimestre 2015 le aperture di procedure fallimentari in Liguria risultano essere 68, il 15% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014: una su cinque ha riguardato aziende che operano nelle costruzioni (- 44%) e nel commercio (-6,7%). La maggior parte di queste procedure, oltre l’80%, ha riguardato società di capitale.
A livello provinciale Genova registra una diminuzione del 15,7% con 43 procedure fallimentari aperte, di cui 10 nelle costruzioni; La Spezia ne conta 16 (+6,7%), Imperia 6 (+20%) e Savona 3 (-66,7%).
Stabili le domande di concordato preventivo, che tra giugno e settembre 2015 restano bloccate a 11: il capoluogo ligure, Imperia e La Spezia registrano rispettivamente 2 procedure, mentre Savona 5.

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