Ambulanti, serpeggia la rivolta. Pronti ai cortei

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(Una delle manifestazioni di due anni fa)

Monica Di Carlo

L’economia che continua a non “tirare”, i consumi che non riprendono, le tasse sempre più difficili da pagare: la categoria dei commercianti ambulanti è in subbuglio. Anche perché si sta avvicinando la moratoria sul Durc, documento unico di regolarità contributiva e i venditori dovranno essere in regola se vorranno mantenere gli spazi in concessione. Questo vuole dire che chi non avrà versato tasse e contributi perderà la possibilità di lavorare. “Una cosa deve essere chiara a tutti – Dice Mauro Lazio, presidente di Aval, Associazione venditori ambulanti della Liguria -. Nell’incontro di Lunedì scorso con l’assore Emanuele Piazza tutte le associazioni presenti, Aval compresa, su una cosa sono state concordi: no a moratorie, condoni e/o proroghe. A giugno verrà ripristinato il Durc senza se e senza ma, nel rispetto delle regole. Diritti e doveri uguali per tutti, che sia chiaro”. L’articolo 21 della legge regionale n.23/2011 ha modificato  la legge regionale n.1/2007, il Testo unico in materia di commercio, introducendo l’art. 36 bis che prevede che il Durc debba essere posseduto e presentato annualmente al Comune da parte degli operatori del commercio sulle aree pubbliche (ambulanti), attestando così il regolare pagamento delle imposte e dei contributi Inps e Inail. Tale previsione è stata introdotta dalla Regione Liguria a seguito di una normativa nazionale, sentite anche le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore commercio su aree pubbliche, allo scopo di tutelare la sicurezza sociale dei lavoratori e per testimoniare il rispetto degli obblighi contributivi e previdenziali a carico delle imprese e, di conseguenza, della effettiva parità di condizioni e di oneri per l’esercizio dell’attività di commercio.
Durc obbligatorio dal 13 giugno
Il 13 giugno 2013, il consiglio regionale all’unanimità) aveva deciso, “A causa del perdurare della grave crisi economica che ha colpito anche il delicato settore dell’ambulantato”, la sospensione temporanea per 24 mesi della presentazione del Durc da parte degli operatori del commercio sulle aree pubbliche, consentendo loro di continuare a lavorare. In caso contrario gli ambulanti avrebbero rischiato di interrompere l’attività, dato che il mancato pagamento anche di una sola rata dell’Inps e/o dell’Inail fa scattare la procedura di richiesta da parte di Equitalia e la conseguente perdita dell’autorizzazione comunale all’occupazione del suolo pubblico. “Non si tratta, però, né di una sanatoria, né di una moratoria nel pagamento di imposte e contributi – avevano spiegato in regione poco meno di due anni fa -, ma di una semplice sospensione dell’obbligo di presentare la relativa attestazione – aveva spiegato, all’epoca la Regione -. Alla scadenza dei 2 anni, infatti, il Comune riprenderà a richiedere il Durc che, nel frattempo, dovrebbe essere regolare, in quanto in questi 2 anni gli ambulanti avranno avuto il tempo di regolare la loro situazione contributiva”.
Le associazioni chiedono legalità e pari diritti
Nonostante le categorie Anva Confesercenti, Fiva Ascom e Aval, si dicano convinte che non ci sia spazio per altre moratorie (anche alla luce del fatto che chiunque potrebbe impugnarle o fare appello all’Antitrust per chiedere parità di trattamento per tutti gli operatori, gli animi della categoria sono agitati. Lazio sottolinea che tutti devono lavorare con le stesse regole, quindi pagando le tasse, perché non ci può essere chi paga e chi pensa di forzare la mano alle istituzioni per continuare a non farlo, ma avverte che tra gli ambulanti c’è parecchio malumore per il diffuso abusivismo supermercati e nelle aree turistiche. Al galeone, attorno ad ogni mercato cittadino di merci varie si aggregano gli irregolari. Poi, c’è la spinosa questione del mercatino delle pulci di via Turati che sta per essere spostato in corso Quadrio e quindi, in qualche modo, regolarizzato. “Difficile capire perché bisogna pagare nel caso in cui ci sia qualcuno che possa non farlo” prosegue Lazio. Il regolamento comunale del commercio ambulante è stato recentemente cambiato e ora ammette la possibilità di realizzare i mercati delle pulci. Ascom promette ricorsi ed esposti perché la situazione resti nei confini della legalità e anche Aval è pronta a dar battaglia. Il “regolamento comunale in materia di commercio e polizia annonaria”, all’articolo 6, recita che “i cittadini residenti nel Comune di Genova possono effettuare occasionalmente e non professionalmente lo scambio e/o la vendita di cose usate di proprietà o appartenenti al proprio nucleo familiare, richiedendo apposita autorizzazione. Ciascun Municipio può organizzare manifestazioni nell’ambito delle quali consentire ai cittadini residenti nello stesso Municipio di effettuare le attività previste rilasciando apposita autorizzazione. L’attività è consentita alle persone fisiche in possesso dei requisiti morali di cui all’articolo 12 della L.R. 1/2007 ed è subordinata all’accoglimento della richiesta di partecipazione agli specifici mercatini”. Il punto di debolezza del provvedimento per quanto riguarda la regolarizzazione del mercatino di via Turati in corso Quadrio sta nella necessità di possedere i requisiti morali. Quanti dei venditori stranieri del mercato delle pulci li possiedono? C’è, poi, l’ultimo comma dell’articolo 6 del regolamento a chiarire che, comunque, i soggetti che partecipano ai mercati di scambio e vendita delle cose usate esclusivamente a non più di due manifestazioni nel territorio dello stesso Municipio di residenza in un anno solare. Ma il mercatino degli stranieri si tiene 365 giorni l’anno.
Le manifestazioni che paralizzarono la città
Certo è che tra gli ambulanti regolari c’è malcontento sia per il Durc sia per l’abusivismo e che in molti sarebbero pronti a riprendere la lotta interrotta due anni fa. All’epoca, per settimane gli ambulanti bloccarolo la viabilità coi loro cortei di camioncini. Accadeva sempre di pomeriggio, terminati i mercati, perché gli operatori, contrariamente a quanto accade per tutti le altre categorie che ricorrono allo sciopero, non sono disposti a rinunciare nemmeno a un’ora di lavoro.
La protesta corre sul web
Gli ambulanti sarebbero pronti, quindi, a scendere di nuovo in piazza. L’urlo di rivolta parte dai social network, dove i commercianti delle bancarelle si danno appuntamento per criticare l’operato del Comune e della polizia municipale del reparto Commercio. Alcuni, incitano alla rivolta. Altri criticano pesantemente il Comune.
È Guglielmo Bonanno, operatore dei mercati con spazio in via dei Costo, a Sampierdarena, a pubblicare su Facebook un video in cui si mostrano i controlli della polizia municipale e gli abusivi che operano, a suo dire indisturbati, a pochi metri dal banco passato al setaccio dalla polizia locale.
“Due vigili dell’Annona fanno le pulci ad un venditore ambulante e regolare rendendogli impossibile il normale svolgimento dell attivita, mentre di fronte a loro gli abusivi vendono serenamente e impunemente merce contraffatta – scrive Bonanno su Facebook – Il Comune di Genova ha sempre vessato e svantaggiato gli ambulanti, mettendoli di fatto in difficolta nel pagare le spese, con ogni tipo di mezzo. A breve sugli ambulanti regolari cadra la mannaia del Durc. Migliaia di persone resteranno senza reddito e questo anche per colpa di Comune e Regione che non hanno fatto cio che era in loro potere per salvare le famiglie coinvolte”. Poi, Bonanno invita a divulgare il filmato prima che venga rimosso. “La prova del maltrattamento deve  subito finire sotto gli occhi di tutti” aggiunge. Le visualizzazioni sono già diverse centinaia e ben 424 persone hanno condivisio il video. Va detto che potrebbe non essere la stessa squadra a dover effettuare sia i controlli dei documenti e del correttoposizionamento del banco ai regolari e gli abusivi. È chiaro a tutti che non bastano due agenti a mandare via centinaia di abusivi stranieri che non di rado reagiscono con violenza. Ma gli ambulanti vivono con disagio quello che ritengono un rigore totale nei loro confronto a fronte, sostengono, di iniziative anti abusivismo che non sono in grado di risolvere la situazione. I mercati sono assediati dai “vu’ cumprà”, che operano anche nei luoghi turistici della città. Non è raro che le forze dell’ordine (quindi, non solo la “Municipale”) non riescano a ripristinare la legalità cacciando i venditori, quelli stranieri così come i pochi italiani irregolari che sono rimasti, per lo più impegnati a vendere frutta e verdura a bordo di mezzi più o meno grandi. È una battagli impari in termini di uomini.

Bomba sociale a orologeria

“I venditori ambulanti vogliono solo lavorare, salvare il posto e nessuno li sostiene – scrive Bonanno -. Genova e’ paralizzata, nessuno prende le loro parti, tentano di dividere la categoria, i genovesi dormono. I sindacati sono sostenuti da una manica di burocrati falsi. Gli ambulanti, i piu poveri, con licenza, vogliono solo pagare, il giusto. Piove il 60 % dei giorni ogni anno e con la crisi migliaia di persone sono alla rovina e non riescono piu a lavorare. Non c’è alcun aiuto. Il Comune di Genova mette il piede sulla testa del povero che rischi di annegare per spingerlo sul fondo! Coraggio sveglia il lavoro non si tocca!”. I commenti che seguono sono quelli di persone esasperate. È chiaro che sono pronti a scendere in piazza. Qualcuno parla di “rivolta popolare”. Alcuni commenti di chi ha letto il post passano il segno e sconfinano in accuse molto pesanti che, se non fossero sostenute da prove, procurerebbero una denuncia certa a chi le ha scritte. Altri, invece, mettono semplicemente in luce una condizione di estrema difficoltà e una cricità sociale molto forte che rischia di trasformarsi presto nella rivolta degli ambulanti. I mercati sono l’anello più debole della filiera del commercio. Molte situazioni sono messe in difficoltá dal fatto di trovarsi vicino ai torrenti e a ogni allerta meteo si devono fermare. Le aziende dell’ambulantato sono soggette, come è ovvio, alle condizioni meteorologiche. Per questo, molte aziende hanno chiuso e alcuni mercati non sono occupati che da pochi banchi, perdendo la propria attrattivitá. Altri, come quello di Sestri, sono stati sbattuti fuori dal centro “provvisoriamente” per lavori e sino finiti in zone marginali. Pochi giorni fa, l’assessore Piazza ha incontrato le associazioni di categoria per metter mano alla situaziine e risolverla, ma i mercati sono una bimba sociale ad orologeria e potrebbe non esserci più tempo per salvare centinaia di posti di lavoro nè per fermare la protesta.

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