Genova turistica. Cosa va e cosa c’è da cambiare
Genova turistica al banco di prova del ponte di Pasqua è ampiamente promossa. Ma deve, adesso, fare un salto in avanti, stabilizzando le visite fuori dai week end, per fare veramente dell’accoglienza un’industria capace di offrire molti posti di lavoro. A dirlo è Mafalda Papa, presidente degli albergatori di Ascom Confcommercio. Proviamo a capire cosa va e cosa non va.
PROMOSSI
– La promozione turistica è, evidentemente, finalmente azzeccata, quantomeno per l’alta stagione. Certo, gli atti di terrorismo in Tunisia hanno tenuto in Italia molti viaggiatori che sceglievano destinazioni a medio raggio e questo ha giocato a favore. Inoltre, non basta ancora trascinare la bassa stagione. Ma, almeno, per quella alta funziona e molto bene, se gli albergatori – sia quelli di Ascom, sia quelli di Confindustria, come ha ricordato la portavoce Laura Gazzolo – hanno dichiarato che le presenze sono state superiori alle aspettative.
– I servizi turistici. Visite guidate di ogni sorta sono state partecipatissime
– I pubblici esercizi, che in zona turistica restano aperti nei festivi.
BOCCIATI
– La segnaletica, del tutto assente. I turisti restano ingabbiati sui due assi Porto Antico-Caricamento/San Lorenzo. Il centro storico è completamente vuoto. A questo, contribuisce la fitta disposizione di venditori abusivi africani all’inizio di via Ponte Reale (naturale porta di accesso dal Porto Antico) che determina una forte percezione di insicurezza, per altro del tutto ingiustificata. Ma i turisti hanno l’impressione di addentrarsi, passato il limite di sottoripa, in un luogo ostile. Per quanto riguarda la segnaletica, l’assessore comunale al Turismo assicura: i cartelli arriveranno entro maggio e sarà operativo un sistema leggibile tramite smartphone e pad che permetterà di ottenere varie informazioni, tra le quali la disposizione dei negozi aperti.
– Gli orari di apertura delle chiese, che restano chiuse da mezzogiorno alle 15/15,30 nonostante conservino un patrimonio storico, architettonico e artistico di grande rilevanza. Sono comprese la cattedrale e la chiesa del Gesù. Manca anche ogni genere di indicazione circa gli orari. In una città che cerca di rialzare la testa dopo la prolungata crisi, è necessario che tutti si facciano carico di collaborare (in questo caso, magari, grazie al volontariato).
– La chiusura dei negozi anche nelle zone più turistiche nei giorni di festa. Chiuse la domenica e nei festivi anche le “sciamadda“, i tradizionali laboratori alimentari che sfornano torte e farinate. Pochissime, sempre in area turistica, le tabaccherie e le edicole. Acquistare un biglietto del bus diventa una missione impossibile.
Voi cosa ne pensate? Avete consigli, suggerimenti, mugugni (solo se costruttivi)?
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