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Da Genova a Firenze, scia di incidenti, crolli, morti e feriti nei cantieri dei supermercati Esselunga

L’ultimo incidente, quello dello scorso venerdì mattina, ha causato 4 decessi sul lavoro. Ancora in corso le ricerche del quinto operaio, con ogni probabilità anche lui vittima dello schianto. Nella nostra città gli incidenti furono 3

A Genova il primo incidente era avvenuto il 10 febbraio 2023 e i feriti furono tre. Il 23 febbraio dello stesso anno erano stati evacuati tutti gli operai per una fuga di gas. Poco più di un mese dopo, il 28 aprile, un cancello del cantiere era crollato e solo per miracolo un operaio non era rimasto schiacciato.

A Firenze è andata peggio. A Firenze si contano i morti. L’impresa che ha commissionato i lavori e l’appaltatrice sono le stesse. Le società coinvolte sono la Villata spa, una società immobiliare interamente controllata da Esselunga, e Aep, un’azienda edile con sede a Pieve del Cairo, in provincia di Pavia.

Il crollo nel cantiere toscano è stato causato dal cedimento di una trave che ha provocato un crollo a catena dei solai. Otto le persone travolte. Quattro i cadaveri recuperati. Sono quelli di Mohamed Toukabri, 54enne della Tunisia, del 24enne marocchino Mohamed El Ferhane, del il 45enne Taoufik Haidar, anche lui magrebino e del 60enne Luigi Coclite, nato in Abruzzo ma trasferitosi a Collesalvetti, in provincia di Livorno. A distanza di più di due giorni, continuano le ricerche di Bouzekri Rachimi, 56 anni, originario del Marocco.

Dopo l’incidente la Procura ha aperto un fascicolo, senza indagati, per crollo colposo e omicidio colposo plurimo, e il cantiere è finito sotto sequestro. Sono in corso accertamenti degli inquirenti su un paio di vittime: si cerca chiarire se avessero il permesso di soggiorno e se, di conseguenza, fossero lavoratori in nero.

«Non diremo che la colpa della tragedia di Firenze sia da imputare a Esselunga – commenta il coordinatore provinciale del M5S Genova Stefano Giordano -. O quantomeno, non è solo colpa della catena cara a Bucci e Toti: la responsabilità va ricercata anche nei subappalti a cascata, nel malaffare del massimo ribasso e nei controlli superficiali se non addirittura inesistenti. Mali da debellare tanto nel pubblico quanto nel privato. Detto ciò, ci sia concesso fare un doveroso parallelo tra Firenze e quanto successo a Genova nel 2023, quando nel cantiere di San Benigno nella costruenda Esselunga tra febbraio e maggio si sono verificati due incidenti gravi, fortunatamente senza morti. Prima che cedessero rampe e cancellate nel cantiere cittadino, avevo depositato tre esposti per denunciare, con chiare prove fotografiche, come i lavoratori fossero obbligati a lavorare ritmi insostenibili e senza i dispositivi di protezione individuale. Credo di aver contribuito a tenere alta la guardia in quel di San Benigno e guardando quanto accaduto a Firenze, rifarei tutto, nonostante le minacce neanche tanto velate ricevute quando ero sul cantiere. La sicurezza sul lavoro dovrebbe essere la partenza e non il risultato ottenuto solo a seguito di esposti. La politica nazionale, regionale e comunale si svegli: servono più controlli e servono subito».

Il giorno del tragico crollo, il presidente Giovanni Toti aveva espresso a nome di tutta la Regione Liguria profondo cordoglio per la tragedia avvenuta a Firenze. «Siamo vicini ai familiari di chi ha perso la vita – aveva dichiarato Toti – al sindaco Nardella e al presidente della Toscana Giani. Ci uniamo ai ringraziamenti a tutti i soccorritori, impegnati incessantemente per cercare i dispersi mentre il nostro pensiero va ai feriti ricoverati in ospedale, con l’augurio di pronta guarigione. La speranza è che si possa al più presto far luce sulla dinamica di questo tragico incidente sul lavoro che deve essere un monito per tutte le Istituzioni a lavorare sempre di più e meglio per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro»

Secondo Rifondazione Comunista Genova: «Non c’è fatalità né per le morti sul lavoro, né per gli stipendi da fame»

«Ogni giorno tre lavoratrici o lavoratori escono da casa per andare a lavorare, per non farvi più ritorno – dice Giovanni Ferretti segretario provinciale di Rifondazione Comunista Genova -. Molto spesso per un salario da fame. I numeri e le statistiche sono lì, impietose, a sbatterci in faccia questa assurda realtà. Nello stringerci attorno alle famiglie delle vittime ed ai loro compagni di lavoro, Rifondazione Comunista genovese urla a gran voce che non c’è fatalità né per quelle morti, né per gli stipendi da fame. Svegliamoci! Lottiamo, rivendichiamo, esigiamo un mondo in cui il lavoro abbia la sicurezza e la dignità che gli spetta! Finiamola con il sistema degli appalti e dei subappalti! Esigiamo che il parlamento approvi la legge per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e, oltre a questa, soldi per assumere gli ispettori necessari a garantire gli opportuni e costanti controlli».

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