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Musei genovesi, fumo su un presunto «boom di visitatori» affermato dal Comune. Ecco i conti e i confronti

Due perle: per il Comune al polo di via Garibaldi (Palazzi Rosso, Bianco e Tursi) si legge su un comunicato odierno di un +70% nei primi 7 mesi. Peccato che Palazzo Rosso (decisamente il più “pesante” per numero di visite) per oltre 5 mesi del 2022 fosse chiuso per restauro. Per quanto riguarda il polo di Nervi, si vanta un +50%, ma i visitatori del 2022 nel primo semestre erano stati 98.595, mentre nei primi 6 mesi di quest’anno sono stati 7.818 e sfiorano i 9mila solo con gli ingressi di luglio: meno di un decimo del primo semestre dell’anno precedente. Toni trionfalistici anche per il Museo del mare («+40») che, però, rispetto al 2019, ultimo anno pre Covid ha più che dimezzato i visitatori. Sempre rispetto al 2019, il Polo di via Garibaldi registra un -37%

Giocare con i numeri per convincere l’opinione pubblica di risultati straordinari raggiunti può comportare qualche rischio. Ad esempio quello che qualcuno vada a verificarli, confrontandoli con i dati forniti dal Comune stesso sul suo sito, a verificare percentuali e circostanze, a confrontare con il 2019, ultimo anno pre covid. Oggi ai media è arrivato da Tursi un comunicato in cui si snocciolano grandiosi risultati e si parla di «boom dei visitatori». Vediamo cosa c’è di vero.

Per il caso “Polo di Nervi” i dati dello scorso anno relativi a tre dei quattro musei del polo di Nervi (Raccolte Frugone, Gam e Wolfsoniana, mentre era e resta chiuso il museo Giannettino Luxoro) sono stati segnati sulla tabella pubblicata sul sito dell’Amministazione sommati agli ingressi di Euroflora, dando origine a un numero abnorme. Non sono disponibili sul sito del Comune i numeri reali. Quest’anno, però, a fronte di un disastroso calo numerico (non poteva essere diversamente) il Comune ricorda che «parte degli ingressi è da ricollegarsi ad Euroflora 2022 (aprile), con biglietto dell’esposizione». Però non si sa da cosa si evince quel +50% di visitatori, percentuale buttata ad effetto sul comunicato inviato oggi dal Comune, visto che manca il dato “netto” dello scorso anno. Possiamo evincere che gli ingressi reali al netto di Euroflora, nei primi 7 mesi del 2022, siano stati appena 4.500. Anche il dato dei primi 7 mesi del 2023, in realtà, non è lusinghiero per le gallerie di Nervi, che sono di grande valore artistico e meriterebbero quella promozione che non hanno avuto. Né adesso né in passato. Il Comune parla di “boom” e, francamente, non pare proprio il termine azzeccato.

Se possibile, ancora più illuminante è il dato che riguarda il Polo di Strada Nuova, composto da Palazzo Rosso (il motore del Polo, quello che attrae il maggior numero di visitatori), Palazzo Bianco e Palazzo Tursi (dove è esposto il violino di Paganini). Il Comune, nel suo comunicato odierno, parla di +70%: un risultato straordinario, non fosse che per oltre 5 mesi, nel 2021, Palazzo Rosso è stato chiuso per i lavori di ristrutturazione. Lo si legge anche nella tabella disponibile sul sito del Comune: «riapertura dal giugno 2022 della Galleria di Palazzo Rosso, precedentemente chiusa per interventi infrastrutturali». Per la precisione, il “Rosso” ha riaperto il 7 giugno. Ma i motivi reali del “miracoloso” incremento vengono rigorosamente taciuti nella nota del Comune.

Per il Museo Chiossone, riaperto il 23 giugno scorso, la tabella semestrale (che riguarda quindi solo una settimana di giugno) parla di 1.202 ingressi (oltre un migliaio di persone ha partecipato all’inaugurazione). Sul comunicato odierno del Comune si legge che «Dal 23 giugno, data di riapertura, (sono n. d. r.) oltre i 3.300 visitatori», quindi a luglio e metà agosto gli ingressi sono stati 2.100, cioè 50 al giorno per ogni giorno di apertura. Con una buona promozione culturale, il Chiossone potrebbe fare ben di più e bisogna prendere atto che la ripartenza non è stata col botto come si sperava. Nel 2019 i visitatori erano poco più di mille al mese, circa 40 al giorno. Dieci al giorno in più dopo una così lunga chiusura e dopo l’apertura in pompa magna non sono un gran risultato.

Nel fare i confronti, bisognerebbe tener conto, inoltre, del fatto che nel 2022 in tutti i musei erano ancora in atto alcune restrizioni relative alle norme di prevenzione Covid (fino ad aprile, ad esempio, era obbligatorio il green pass). Impossibile confrontare il primo semestre dell’anno passato e di quello attuale senza avere questo ben presente. Il vero confronto tecnico si fa con il 2019, quando i visitatori del Polo di Strada Nuova furono 151.433: la media del primo semestre (dividendo semplicemente a metà il dato dell’anno) è di 75.716. Volendo “spalmare” su 7 mesi, il numero è di 88.335. È evidente che i 47.186 del primo semestre (che, secondo il comunicato odierno, a luglio sono saliti a 55.487) è ampiamente al di sotto del primo anno confrontabile, escluso quelli del Covid. Insomma, non solo non si realizza un “boom”, ma nemmeno una crescita. Anzi, è ancora in atto un non trascurabile decremento pari, nei primi 7 mesi, a 32.848 ingressi che rappresenta un corposo -37% abbondante.

Lo stesso discorso (residui problemi Covid nel 2021 e confronto dovuto col 2019) vale per il Muma, Museo del Mare. La tabella sul sito del Comune, col confronto del primo semestre, parla di 30.779 visitatori nel 2022 e di 43.820 nel 2023. Il comunicato del Comune recita: «Al Galata Museo del mare oltre 52.240 visitatori da gennaio a luglio (+40% rispetto allo stesso periodo 2022)». Sempre su una tabella sul sito del Comune si legge che i visitatori, nel 2019, erano stati 182.619, quindi 91.309 in 6 mesi dividendo il dato per metà anno, e 106.527 su 7 mesi. Quindi, oltre il doppio di quelli registrati quest’anno secondo il comunicato del Comune di oggi.

A tutto questo andrebbe aggiunto che bisognerebbe contare non, genericamente, gli ingressi, ma chi entra pagando il biglietto. Per certe strutture si registrerebbero strabilianti sorprese e si scoprirebbe che gli ingressi gratuiti sono un numero abnorme. Tra chi è entrato gratis in occasione di eventi ci sono, ad esempio, i Maestri del lavoro e gli iscritti al Rotary. Cioè gli iscritti al Rotary, associazione privata (una delle tante in città) ricca di prestigiosi soci, non in quell’occasione non hanno pagato, ma l’operaio di Cornigliano paga sempre (tranne le aperture gratuite per i residenti).

Sotto: le tabelle disponibili sul sito comunale e da lì scaricate.

In copertina: foto di repertorio

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