Blanco chiede scusa e lo psicodramma di Sanremo 2023 finisce come era iniziato: nell’ovvietà
Oggi sulla pagina Instagram del ventenne cantante bresciano è comparso un testo, quasi il testo di una canzone, scritto il bella grafia su una paginetta a righe: tutto molto 2,0. Nella caption della foto le parole “Chiedo scusa alla città dei fiori”. Tra i primi commenti, quello di Mahmood, con cui lo scorso anno ha vinto il Festival: una rosa e un cuore blu. È durato meno di ventiquattr’ore lo psicodramma annuale di Sanremo, tra politici e produttori indignati, associazioni dei consumatori dalla denuncia facile e migliaia di persone a dire la loro sui social. Proprio come se fosse una cosa seria

Ogni edizione del Festival di Sanremo ha il suo scandalo grosso o piccolo che fa parlare della kermesse musicale. È una forma di promozione più funzionale degli spot pubblicitari. Una volta i tempi erano quelli, lenti, dei rotocalchi. Oggi la forza e la velocità del più classico e scontato dei “purché se ne parli” sono moltiplicate perché la “notizia” rimbalza non solo sui media online, ma anche sulle pagine di ciascuno di noi, i forzati del festivalone canoro come quelli che non fanno mancare a ogni edizione il post in cui spiegano che Sanremo non lo guarderanno mai e poi mai. Però lo scandalo dell’anno lo commentano. Tutto, anche questo, fa spettacolo, lo spettacolo sempre diverso, nonostante il copione sia più o meno lo stesso dai tempi di “Grazie dei fior”. Il carrozzone festivaliero è un’antologia di escamotage per promuovere l’edizione corrente. In ordine sparso: nel 1995 fu Pippo Baudo che evitò il (finto) suicidio di Pino Pagano, nel 1986 fu la finta pancia da donna incinta di Loredana Bertè, nel 2012 è stata la farfallina tatuata sopra l’inguine generosamente mostrata da Belen, nel 2020 Morgan che deforma la canzone per rinfacciare a Bugo «la tua ingratitudine» e questo che gira i tacchi e se ne va, lasciandosi dietro milioni di commenti social.

Ma torniamo al 2023: ieri Blanco ha preso a calci le rose rosse che stavano sul palco. Uguali uguali a quelle che tira in aria nel suo video per poi addormentarsi tra i petali rosso sangue che fanno da scenografia alla sua canzone “L’Isola delle rose”. Non trovate una singolare similitudine tra il tema del video e la sceneggiata dell’idolo delle ragazzine e delle mamme sul palco di Sanremo?

Poi quella frase, gettata lì sul palco, rispondendo ad Amadeus che gli chiedeva (con l’aria poco sorpresa, va detto) perché lo avesse fatto: prima la spiegazione del mancato ritorno della sua voce nell’auricolare, poi una manciata di parole scappate dalla bocca: «Lo avrei fatto comunque». Per poi rientrare nei ranghi quando il conduttore gli chiede di nuovo “perché” e infine tornare a parlare del mancato ritorno nell’auricolare e aggiungere «Mi sono divertito». Apriti celo: non c’è bacheca Facebook che non ne parli e chi Sanremo non l’ha visto va a vedere il video sul canale Youtube della Rai, un video che dopo 17 ore dalla pubblicazione sfiora i 3 milioni di visualizzazioni e supera persino quello postato 12 giorni fa sul canale di Blanco che ha “solo” poco più di due milioni di visualizzazioni.
Il finale è sdolcinato: la lettera di un post adolescente che chiede scusa per la marachella sui social. E giù like: 545mila in 7 ore. Un copione scontato.
Ridateci Rino Gaetano che ha fatto scandalo sul palco sdoganando la parola “sesso” nel testo della sua canzone al festival nazionalpopolare della canzone Italiana dove da sempre regnava (e ancora a lungo ha regnato) la rima cuore-amore. Per la cronaca, Rino Gaetano (era il 1978) arrivò terzo dietro i Matia Bazar e Anna Oxa. La cantante barese sta sul palco anche quest’anno, 45 anni dopo. A Sanremo tutto cambia perché nulla cambi. Soprattutto lo share.
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