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Pre’ scontro tra cittadini e istituzioni sulla sicurezza

I comitati all’attacco della ministro genovese: <È passato un anno dalle sue promesse e la situazione è visibilmente peggiorata>.
La Pinotti: <Da parte mia una sensibilità particolare>.
In difesa della ministro arrivano la controinformazione di Stato e di partito. La verità? Gli spacciatori si sono triplicati, la contraffazione impazza, la ricettazione ha il proprio ufficio en plein air a Santa Fede, su alcuni negozi etnici ruota il malaffare di certi immigrati. Tra i due fuochi, gli uomini delle forze dell’ordine, stimatissimi dai cittadini, che si fanno in quattro. Ma sono troppo pochi. Ora, finalmente, starebbero arrivando i rinforzi

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di Monica Di Carlo

Cittadini ben oltre l’orlo della crisi di nervi. Perché quando per tornare a casa coi tuoi figli devi superare capannelli di ubriachi, sfilare davanti a trenta-spacciatori-trenta, sperare ogni giorno che non ti rapinino, dribblare cumuli di spazzatura la calma va a finire che la perdi e non ti importa di attaccare frontalmente, con una lettera aperta, nientepopodimenoche la ministro genovese, Roberta Pinotti. È successo a Marco Ravera, presidente dell’Osservatorio di Gramsci Pré, che mercoledì ha inviato al ministro una lettera che ha inviato anche ai giornali e che accusa Pinotti di aver promesso, un anno fa maggiore sicurezza e di non aver mantenuto. Promesso cosa? In soldoni una maggiore sicurezza mentre la situazione è peggiorata e lo si capisce a colpo d’occhio. Basta fare una passeggiata a Pre’ per vedere in diretta lo spaccio, il degrado, l’insicurezza palpabile.
Pinotti, visitando ieri la mostra su Gramsci a Palazzo Ducale, ha commentato direttamente, dicendo che da febbraio sul territorio ci sono più uomini (sì, rispetto al minimo storico raggiunto proprio sotto il suo mandato e comunque polizia e carabinieri restano sotto organico rispetto alla pianta teorica). In soccorso della ministra autoctona è corso anche il Pd attraverso Alberto Pandolfo, consigliere comunale e uomo della ministro a Genova. La definizione che si attribuisce nella lettera è “segretario particolare del ministro della Difesa”, una volta si diceva “portaborse”.<Mi sorprende e amareggia l’intervento sulla stampa odierna da parte di Marco Ravera, presidente del Comitato di Prè – Gramsci – scrive Pandolfo – . Lo dico forte dei fatti. Quelli che testimoniano un filo diretto, quasi quotidiano, con Ravera per affrontare insieme e con il coinvolgimento delle istituzioni tutte, le problematiche e criticità di questa parte di Genova. Ho partecipato personalmente, circa un anno fa, a un incontro tra il ministro Pinotti, il Comitato Prè-Gramsci, il parroco del quartiere e i rappresentanti del Pd nel corso del quale sono stati presi impegni precisi. Impegni tutti mantenuti, considerato che, nonostante molti problemi persistano, ad oggi i dati sono in progressivo miglioramento. Da parte nostra l’attenzione verso le criticità del centro storico non è mai scemata e proseguirà con crescente impegno>. Pandolfo ignora (forse “vuole ignorare”) un po’ di cose. Ad esempio che il progressivo miglioramento non esiste. Anzi, è sotto gli occhi di tutti un deciso peggioramento, con il moltiplicarsi (da 10 ad almeno 30) degli spacciatori (soprattutto senegalesi, ma anche magrebini e italiani). Leggi l’inchiesta di GenovaQuotidiana sullo spaccio. La ministro ha spiegato ieri che il problema sta nelle nuove norme sullo spaccio di stupefacenti, che non puniscono la cessione di modiche quantità e sovente inibiscono l’arresto. Norme peraltro imposte dall’esecutivo di cui fa parte.
Quanto al confronto quotidiano col comitato, le istituzioni non possono non averlo, visto che le varie anime che danno vita all’Osservatorio sono autrici di un pressing incredibile: denunciano problemi in maniera precisa, si espongono con esposti alla Procura, non fanno sconti a nessuno. Normalmente non dimenticano mai di ringraziare gli uomini delle forze di polizia che sul territorio lavorano davvero con grande impegno nonostante le difficoltà incredibili e, appunto, le carenze di personale e il fatto che l’ambiente è ostile visto che i gruppi di stranieri rispondono ormai anche con violenza ai loro interventi e che nella zona ci siano anche molte case occupate da anarchici che rimarcano la propria presenza, ad esempio, con scritte come questa.

polizia scritta
L’impegno oggettivo e innegabile degli uomini di polizia, carabinieri e guardia di finanza presenti sul territorio non basta, però, a fermare il degrado della sicurezza, che in questa zona, in questo caso, non è percezione, ma delinquenza vera. Nascondere la polvere sotto il tappeto come fa il segretario particolare della Pinotti, che parla addirittura di “miglioramento” (quando è sotto gli occhi di tutti un peggioramento evidente che si misura anche nella moltiplicazione degli spacciatori, passati da 10 ad almeno 30) non ha molto senso. Il peggioramento è sotto gli occhi di tutti e negare l’evidenza non è una grande idea, soprattutto in una campagna elettorale che, ormai è evidente, si giocherà proprio sulla sicurezza. Altro errore strategico è quello di schierarsi apertamente contro i cittadini di un intero quartiere. Marco Ravera ci mette coraggiosamente la faccia perché a Pre’ ci sono criminali veri e che le istituzioni anziché sostenerlo lo screditino secondo un pericoloso copione già visto in passato altrove è una gran brutta cosa. Ci mette la faccia, si diceva,ma non parla solo a nome suo e Pandolfo fa un errore strategico a dimenticarlo. Un errore che rischia di far perdere al Pd molti volti, tanti quanti i cittadini che ogni giorno si battono per sicurezza e vivibilità, ai quali si aggiungono quelli che per età o per paura non sembrano avere voce, però votano. Ravera parla a nome di tutto il quartiere e a comprovarlo è la raffica di esposti presentati da molti cittadini all’incirca un mese fa. Quanto agli impegni mantenuti, basta chiedere a un qualsiasi sindacato di polizia per capire che le forze dell’ordine sono in sotto organico in tutta Italia.
via pre' volti mascherati
Decisamente più ragionevoli, nonostante la difesa “di bandiera”, le dichiarazioni di Alessandro Terrile, segretario del Pd e di Michela Fasce, segretario del circolo Pd della città vecchia.
<L’attenzione del Pd ad ogni livello, dal circolo del centro Storico all’impegno del Ministro Pinotti, ha permesso di poter contare oggi su un aumento dei controlli e su un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine nel quartiere di Prè. Bisogna proseguire su questa strada, come confermano le parole del nuovo questore di Genova, Sergio Bracco, che ha individuato nel centro storico una priorità nell’azione di tutela della sicurezza dei cittadini – dichiara Terrile, segretario Pd Genova – . Il tema dell’ordine pubblico è una priorità per la zona di Prè, cui devono affiancarsi le iniziative a tutela della vivibilità e di rilancio economico recentemente attivate dal Comune di Genova con i bandi a sostegno delle imprese attivati dall’assessore Emanuele Piazza. Il Partito Democratico continuerà a confrontarsi con gli abitanti di questa parte di città e a lavorare affinché le istituzioni diano risposte efficaci alle esigenze di chi vive e lavora nel centro storico>. Un’apertura, quindi, che però va a toccare le iniziative del Comune per questo angolo di città, al momento – secondo l’Osservatorio – del tutto inefficaci. I cittadino riuniti nell’organizzazione non faticano a dire che anche le iniziative per il rilancio commerciale della zona non hanno dato, fino ad ora, alcun frutto.
Fasce, pur non dimenticando la formuletta in sostegno della ministro Pd, lo dice chiaro tondo: <La disponibilità all’ascolto e al confronto sempre manifestata dal Ministro Pinotti è indiscutibile e preziosa per il nostro territorio. E si trasforma in azioni concrete. Resta però il fatto che la situazione in questa parte di territorio è molto faticosa, occorre perciò rafforzare le risposte in materia di sicurezza e vivibilità>.
Probabilmente è solo Pandolfo a non accorgersi che di miglioramenti non c’è traccia, anzi. Se servisse un’ulteriore prova di come stanno andando le cose, saranno oggi i pescatori a fornirla. È fissata per questo pomeriggio la conferenza stampa dei pescatori di Calata Vignoso, in Darsena, davanti a Pre’, che denunciano il degrado di sicurezza e vivibilità.
Anche dal comando dei Carabinieri (sotto la diretta responsabilità del ministro della difesa) arriva una nota: <I Carabinieri di Genova, negli ultimi mesi, hanno rafforzato il dispositivo di controllo e prevenzione nel centro storico del capoluogo ligure ed in particolare nell’area di via Pre’, per rispondere alla richiesta di legalità e sicurezza della popolazione alla quale ha riservato costante azione di sensibilizzazione anche il signor ministro della Difesa, senatrice Roberta Pinotti>. L’Arma agli ordini del Ministero della Difesa testimonia a favore del suo vertice politico.
<Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, nel febbraio scorso, ha inviato a Genova militari di rinforzo della Compagnia d’Intervento Operativo del 4 Btg. CC “Veneto”, unità specializzata nel controllo capillare del territorio, e segnatamente in quelle aree urbane che presentano un maggiore grado di insicurezza – recita il comunicato -. Nel corrente anno L’Arma di Genova ha così potuto significatamente incrementare la sua presenza sul territorio aumentando i servizi esterni e l’azione di prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e di devianza. Nel periodo considerato si è registrata una flessione, rispetto ad analogo periodo del 2015, del 31,8 % dei reati denunciati, l’incremento degli arresti del 124,5% e del 55,9% delle denunce in stato di libertà>.
Inutile ricordare che un conto sono i reati denunciati e un conto quelli reali. La gente, pensando di non avere rispondenza nelle forze di polizia, si è stancata anche di “perder tempo” a presentare denuncia e fa male, perché tanti sono i criminali che ormai vengono presi, ad esempio attraverso la visione dei filmati delle telecamere. L’incremento degli arresti, invece, è oggettivo. Non passa giorno senza che nei mattinali dei cc siano segnalati arresti in zona, in gran parte effettuati dalla sezione Maddalena che conosce il territorio, conosce i soggetti che si muovono in zona, sa come operare. Peccato che poi spesso gli arresti non vengano convalidati, che (e questa volta la Pinotti ha ragione da vendere) le persone fermate per reati relativi alla droga vengano rimesse in libertà e che chi viene messo agli arresti domiciliari spesso “evade”, tanto che le relazioni quotidiane dell’Arma sono pieni di persone denunciate perché sorprese a sfuggire agli obblighi.
Il comando dei carabinieri assicura comunque che <la proiezione esterna delle pattuglie sarà ulteriormente incrementata d’intesa con le altre forze di polizia al fine di garantire una maggiore sicurezza percepita>. Sulla “percezione di sicurezza” e sulla “sicurezza reale” bisognerebbe scrivere un capitolo. Basta camminare in via Pre’ per sentirsi offrire ogni genere di droga e basta fermarsi qualche minuto in piazza Santa Fede per verificare che lì c’è la centrale della ricettazione della criminalità senegalese. Lo abbiamo fatto qualche giorno fa e abbiamo visto “arrivare” ladruncoli con un computer portatile, due cellulari e una macchina fotografica.
piazza santa fede
L’impegno dei carabinieri a dispiegare più uomini sul territorio fa ben sperare, adesso. Segno che il combinato congiunto tra il “j’accuse” dell’Osservatorio e la campagna elettorale potranno dare buoni frutti. Altro dato positivo è l’approccio del nuovo questore Sergio Bracco (nella foto sotto) che ieri, nella sua conferenza stampa di insediamento, ha indicato tra le priorità proprio il centro storico e ha detto: <Andrò in centro. Voglio girare, voglio vedere>.
questore 3
Se lo farà senza avvertire (evitando repulisti preliminari che gli falserebbero l’esatta percezione della situazione) potrà rendersi conto che quello che dicono i cittadini è vero. La sua figura è importantissima. Il suo collega Mario Mazza aveva saputo cambiare la faccia della zona, portandola alla quasi completa vivibilità. I due anni in cui la Questura è stata retta da Vincenzo Montemagno sono stati bui per Pre’: si è perso tutto il vantaggio acquisito e la situazione è precipitata.
Ora tutto è affidato alle forze di polizia. Nella speranza che accolgano e trasformino finalmente in sicurezza reale e vivibilità l’accorato appello della Pinotti per il centro storico. Sì, perché non c’è solo Pre’, che è la punta dell’iceberg. Ieri, ad esempio, un dibattito della festa dell’Unità è stato disturbato da una delle solite risse tra Sottoripa e Caricamento, prontamente sedata da due agenti di polizia municipale. È sembrata quasi un segno del destino, un monito per tutti coloro che, nel Pd, amano le disquisizioni sofistiche tra sicurezza reale e sicurezza percepita, definizione, quest’ultima, troppo spesso sbattuta in faccia ai cittadini che chiedono aiuto e interventi. Come se le elezioni comunali non fossero alle porte. Normale che la distinzione venga fatta da polizia e carabinieri, che sono “tecnici”. Stupisce che la facciano anche i politici che ancora non si sono accorti, evidentemente, che su una buona percezione di sicurezza gira una delle due industrie superstiti della città: il turismo che, insieme al porto, ci permette di non naufragare totalmente. Vale la pena sottolineare, perché sia chiaro che la responsabilità non è di un partito ma di almeno due generazioni politiche, che tutti i governi di centrodestra e centrosinistra da Tangentopoli in poi hanno sottratto forze a polizia, carabinieri e guardie di finanza e, infine, che anche la Regione di centrodestra ha un assessore alla sicurezza, la vice presidente Sonia Viale della Lega che, a parte la partita Ventimiglia, non risulta aver detto una parola (ne avviato alcuna azione) per la sicurezza della città.

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