Artigianato 

L’orefice che “copia” le antiche cancellate genovesi #Stile Artigiano

Le cancellate e le decorazioni storiche in ferro battuto al collo, al polso o al dito. È l’ultima idea di Alessandro Loffredo, orafo e, con Sarah Gismondi, anima di Gismondi Atelier. <Chi conosce il centro storico troverà alcune delle cancellate nella nostra nuova collezione> spiega Loffredo che la scorsa settimana ha partecipato a Stile Artigiano, la manifestazione organizzata da Confartigianato con la collaborazione di Regione e Comune.
Loffredo usa per le sue creazioni. Nello stand, proprio questi particolari gioielli che recuperano le tradizioni del “saper fare” genovesi, quella dei fraveghi e quella dei fabbri. L’orefice ha girato per i carruggi per studiare le forme e la lavorazione del metallo e l’ha poi applicate a metalli più preziosi replicando e interpretando le forme. Utilizza una serie di strumenti antichi, risalenti anche al 1700. Possiede, racconta, anche una incudine creata dalla corporazione degli orafi nel 1700. <Ci sono strumenti dal 1700 ad oggi, incudine creata strumenti creati da artigiani ormai scomparsi che nemmeno noi sappiamo come far funzionare> racconta.
Racconta poi una tecnica certamente utilizzata dai Sumeri, 6 mila anni fa, che Loffredo continua a usare. <I Sumeri – dice – sono stati gli antenati dell’arte orafa moderna. L’attuale banchetto da orafo è lo stesso di quello usato 6 mila anni fa. Oggi come allora è valida la fusione in osso di seppia. Si usano le parti molli per creare uno stampo che regge la temperatura del metallo fuso>.

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