Punta Vagno: la terra di nessuno vuol diventare la spiaggia dei genovesi
Il progetto è di quelli ambiziosi, ma realizzarlo non sarà affatto semplice: trasformare Punta Vagno in una spiaggia modello, accessibile ai disabili e con tutti i servizi necessari. Gli intoppi sono molti e il più importante come sempre è la burocrazia. Servono le analisi delle acque per capire se sono balneabili e molti interventi strutturali. L’area è di proprietà dell’Autorità Portuale e questo non permette di siglare un contratto di servizio con Amiu per la pulizia. Da palazzo San Giorgio c’è la disponibilità a dare una mano, anche la “Dario Schenone” è favorevole al progetto. Contrari lo sono solo i tempi che sembrano sempre infiniti
Di Michela Serra
—
Il sopralluogo di buona parte del Municipio Medio Levante di oggi aveva proprio lo scopo di capire come e quando muoversi. Il progetto del consigliere Andrea Crocilla è ambizioso proprio perché si andrebbe a risanare una zona che in passato ha avuto molti problemi di ordine pubblico e che anche oggi non versa in condizioni brillanti soprattutto sul fronte pulizia. Ma il motivo dell’incuria non è da addebitarsi all’Amiu o all’amministrazione, anzi. L’area è di proprietà dell’Autorità Portuale e non è possibile siglare un contratto di servizio che permetta alla municipalizzata di Tursi di effettuare la pulizia dell’area. <Una settimana fa abbiamo ripulito la spiaggia con l’associazione Riprendiamoci Genova – dice Andrea Crocilla – la pulizia viene fatta solo grazie al volontariato>. Insomma, Punta Vagno è terra di nessuno: ecco perché dal Municipio si è deciso di smuovere un po’ le acque. Se il progetto andasse in porto, tutta la zona ne trarrebbe beneficio. Non è certo solo la questione della pulizia a intralciare un percorso che sarebbe anche virtuoso, dato che spiagge libere e accessibili ai disabili non ce ne sono. C’è il divieto di balneazione che esiste perché la zona è di proprietà dell’Autorità Portuale: <Dovremmo fare le analisi per capire lo stato dell’acqua, ma Arpal ci ha detto che i tempi sono molto lunghi – continua Crocilla – stiamo pensando a un eventuale altro interlocutore. Purtroppo ci imbattiamo sempre nel paradosso della burocrazia. Le idee e i progetti ci sono, ma la realizzazione va sempre a rilento> . E meno male che c’è l’associazione Dario Schenone, che rappresenta un presidio sul territorio: <Fanno come possono – spiega ancora il consigliere – sarebbero anche disposti a darci una mano con il progetto della spiaggia accessibile>. Anche da palazzo San Giorgio ci sarebbe la volontà di dare in comodato d’uso l’area e chissà che il prossimo presidente del porto di Genova non decida di liberare Punta Vagno dal vincolo. Inoltre, se tutto sarà pronto, se le analisi delle acque saranno positive, si potranno anche chiedere risorse: <Non solo al Comune di Genova che pur avrebbe sicuramente interesse a puntare sulla zona – dice ancora Andrea Crocilla – potremmo arrivare a chiedere fondi europei>. La strada è ancora lunga e “accidentata”, sottolinea il consigliere non senza una punta di amarezza, ma la possibilità di realizzare il progetto è concreta. Da non sottovalutare il potenziale turistico della zona al quale si aggiungerebbe un prezioso tassello.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.