Disco Club: recensioni, consigli, classifiche e novità. La rubrica di un dischivendolo – 26 novembre 2015
A CURA DI DIEGO CURCIO
LE RECENSIONI
ROVER – Let It Glow
“Il crooner glam che cita Bowie e Bach”; così i francesi definiscono Rover, uno dei migliori rocker del loro Paese. E nemmeno si arrabbiano troppo per il fatto che Timothée Régnier (questo il vero nome) canti in inglese. “Let It Glow” è il secondo album di Rover, pubblicato tre anni dopo l’eponimo esordio piaciuto molto anche in Italia. Con il suo fisico da orco buono, la sua biografia cosmopolita e la sua voce dal vibrato naturale e dal falsetto senza forzature, Rover è un personaggio nato, ma anche un personaggio credibile (oltreché musicista di talento visto che anche stavolta, batteria a parte, suona tutti gli strumenti). L’amore per maestri dalla mentalità grandiosa – insieme a Bowie e Bach anche Gainsbourg e Brian Wilson – lo porta a creare pezzi sontuosi, bene articolati ed emotivamente molto carichi secondo un registro fra il virile e l’indifeso che sfiora il melò senza toccarlo. Il risultato è riconoscibile e coinvolgente con un’unica pecca rappresentata dall’eccessiva insistenza sul midtempo. La conclusiva (già nel titolo) “In The End” accelera il ritmo quanto basta per essere la cosa migliore di un disco comunque notevole. Antonio Vivaldi
Flying Colors – Second Flight: Live At The Z7
Segnaliamo il nuovo live degli statunitensi Flying Colors (il secondo dopo quello in Europa), superformazione che fonde (purtroppo a freddo) hard rock, prog e metal, in un prodigioso tripudio tecnico, un po’ privo d’anima. La compongono i talenti del chitarrista Steve Morse (dal ’94 componente dei Deep Purple), del batterista Mike Portnoy (ex Dream Theater), del tastierista/cantante Neal Morse, alle tastiere spesso un Tony Banks più “cattivo”, dello straordinario bassista Dave LaRue (già al lavoro con Joe Satriani e Steve Vai), e della voce pop del singer/songwriter Casey McPherson. Il documento live, ripresa di un concerto tenuto in Svizzera lo scorso anno, segue a poca distanza il secondo apprezzato e premiato album in studio del gruppo (“Second Nature”), e viene pubblicato in diversi formati supertecnologici e sperimentali: dal classico 5.1 Surround all’ Headphone Surround, che ricrea il suono delle prime file, e oltre. Una manna per gli audiofili, non del tutto forse per gli appassionati di musica tout court, perché fa ovviamente un gran piacere sentire suonare come si deve, ma si preferirebbero note un po’ meno surgelate e mastodontiche. Marco Maiocco
MARC CARROLL – Love Is All Or Not At All
Il nuovo disco di Marc Carroll, cantautore dublinese dal passato punk e ancora piuttosto sconosciuto, almeno da noi, gode dell’importante collaborazione di due ex componenti dei Crass, il collettivo inglese anarco-punk; sono l’artista grafico Gee Vaucher, cui si deve la bella e inquietante retrocopertina, e Penny Rimbaud, che firma e canta l’inno che intitola l’album e che si distanzia, in effetti, dalle altre composizioni di Carroll. Queste ultime sono divise tra il tono grave dei brani che affrontano tematiche politiche e quello più malinconico riservato ai testi che sondano terreni più intimi e personali, come nella riuscita ballata “Catalina In The Distance”. Dal punto di vista sonoro, troviamo arrangiamenti ricercati ed eclettici, come il fingerpicking quasi folk di “Oh Death, Dont Yet Call Me Home”, i fiati sognanti di “A Child In Midstream” o il curioso clone byrdsiano di “Your Ghost”, che tengono desta l’attenzione su questo disco certo non facile ma di grande fascino. Fausto Meirana
GIUDA – Speaks Evil
Ci sono voluti otto ascolti per convincermi che “Speaks Evil” dei Giuda è un altro piccolo grande capolavoro della band romana: il terzo di fila per i nostri eroi e quindi, almeno per quel che mi riguarda, un vero e proprio record in tempi duri come questi. Certo, la produzione è un po’ più leccata e pulita rispetto al passato, ma non credo che la “colpa” sia della Burning Heart. Il fatto è che, secondo me, Lorenzo, Tenda e soci, per questo disco, hanno voluto fare un piccolo – ma importante – passo in avanti. E ci sono riusciti alla grande. “Speaks evil” è un album bellissimo con delle canzoni da far venire le vertigini, dell’onesta e godibilissima routine rock’n’roll e un solo piccolo passo falso. Partiamo dalle vette: questa volta i pezzi più belli dell’album sono quelli che, paradossalmente, si discostano maggiormente dall’anima glam della band. Parlo di “It ain’t easy” e “You can do everything”: due canzoni power pop strabilianti, la prima delle quali cantata alla grande da Lorenzo Moretti. Sul fronte rock’n’roll-glam, invece, i pezzi forti sono “Roll the balls”, “Bad days are back” e “Watch your step (Do the “Do one”)” che ricordano i primi due album (ma anche i sempre amati Bay City Rollers), grazie alle loro melodie appiccicose, scandite da dei super riff di chitarra. Niente male anche la “poppeggiante” “My Lu” e “Working class man”, seppure un filino sotto la media. L’unica nota dolente del disco (i pezzi sono dieci e li ho quasi citati tutti) è la conclusiva “Bonehead waltz”, un brano a cui, detto francamente, non riesco ad appassionarmi nemmeno al dodicesimo ascolto. Non lo so, mi pare un esperimento mal riuscito sullo stile della b-side del singolo “Yallow Dash”: quella “Kukulkan”, che per ora rimane l’unico lato be dei Giuda a non avermi mai convinto (anzi, mi aveva persino paventato, visto che per un pezzo è stato anche il loro ultimo brano inciso). E sempre parlando di lati b, grazie ai quali la band romana ci ha sempre regalato delle vere e proprie perle – recuperate tutti i loro 45 giri! – i due pezzoni power-pop di questo ultimo album sembrano riprendere un po’ il filo di quello che, a mio parere, resta uno dei brani più belli e sottovalutati dei Giuda: “Maybe it’s all over now”, retro strepitoso del singolo “Wild tiger woman”. Diego Curcio
IL DIARIO
Diario del 26 novembre 2013
Sono anni che viene in negozio, compra (quando compra) quasi solo dischi dei Jethro (è quello che sostiene di avere calcato lo stesso palco di Ian Anderson durante un concerto americano), oggi dopo aver girato alla ricerca di qualcosa che non trova, mi chiede “Dove sono i cd dei Jethro?”, “Nello stesso posto degli ultimi vent’anni”. La mia risposta gli risveglia la memoria, ma poco dopo eccolo di nuovo, “Emerson dov’è?”, “Sempre lì, in ordine alfabetico”, ci prova a trovarlo, ma dopo cinque minuti, “Nella k non lo trovo”, “Prova nella e”. Lo sciopero dei bus un vantaggio me lo ha portato: la settimana scorsa non si è visto Ivano. Oggi ritorna, per fortuna in negozio c’è anche Issimi, di ritorno dalla solite vacanze praghesi; per lui Ivano è normale (i parametri di normalità e anormalità, cambiano a seconda della persona che hai davanti), se lo cucca e lo imbarca di legna verde su somiglianze (la sua passione) tra un gruppo e l’altro, infine gli consiglia quello che per lui è il miglior disco degli Yes. Un po’ stordito da quella fiumana di parole (questa volta l’ha subita), Ivano gli sfugge, “Sì, ho capito cosa devo comprare, ma adesso non compro niente, altrimenti sai quanto rompe la mamma”, e io “A proposito come sta la mamma?”, “E’ sempre la stessa, adesso ce l’ha con dieci persone”, “Anche con me?”, “No, con te no, con quelli dell’usato”, “E’ vero, ti ha detto che i dischi usati portano le malattie”, “Sai cosa mi ha detto? Che se le porto a casa dei cd usati, va a finire che si prende l’aids, che manco se l’è preso con tutti gli uomini con cui è stata”.
(Tratto dal libro di Giancarlo Balduzzi “Il Diario di Disco Club – Memorie di un dischivendolo”)
LE NOVITA’ DELLA SETTIMANA
FRANCESCO GUCCINI – SE IO AVESSI PREVISTO TUTTO QUESTO, GLI AMICI, LA STRADA E LE CANZONI. La grande raccolta con il meglio dagli studio album, inediti riscoperti, collaborazioni e rarità, live introvabili, book con foto e introduzioni ai brani scritte dallo stesso Guccini disponibile in due versioni: box deluxe da 4 cd e in edizione super deluxe da 10 cd.
JETHRO TULL – TOO OLD TO ROCK ‘N’ ROLL (super deluxe ltd. ed. 4 cd)
JACO PASTORIUS – JACO PASTORIUS SOUNDTRACK ALBUM RUSH – R40 LIVE – special edition – 3 cd più bluray
CARLY SIMON – SONGS FROM THE TREES
SERGE GAINSBOURG – 20 CD THE COMPLETE STUDIO RECORDINGS 1958-1987 – In 17 cd ci sono gli album in studio originali, in 2 cd le canzoni e le musiche dei film e in un cd le rarità radiofoniche e televisive.
LA CLASSIFICA DELLA SETTIMANA
1) Adele – 25
2) Battiato – Anthology. Le nostre anime
3) Francesco De Gregori – De Gregori canta Bob Dylan. Amore e furto
4) Bob Dylan – The Cutting Edge 1965-1966: The Bootleg Series Vol.12
5) Beatles – 1
6) Eric Clapton – Slowhand at 70 Live at Royal Albert Hall
7) Roger Waters – The Wall
8) Who – Live In Hyde Park
9) Queen – A Night At The Odeon ’75
10) Dave Gahan & Soulsavers – Angels & Ghosts
Commento di Giancarlo: di questi 10 artisti, 5 erano nelle classifiche già negli anni ’60, 3 nei ’70, 1 negli ’80 e la sola Adele fa parte del 2000.
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