Buoni pasto, appello di Fiepet
“Per ogni prestazione un solo ticket nello stesso locale”
“Un buono pasto al giorno per togliere la crisi di torno”. Non è una filastrocca, ma la richiesta avanzata da Fiepet Confesercenti per limitare i danni della crisi e tutelare gli esercizi di somministrazione alimenti e bevande che dagli anni ’70, con investimenti ed impegno, hanno fatto crescere il mercato del servizio sostitutivo di mensa per i dipendenti tramite i buoni pasto. Settore che rappresenta un giro d’affari di oltre 2,5 miliardi all’anno.
“Da quando infatti, con il dpr 207/2010, è stata estesa la possibilità dei buoni anche alle imprese che effettuano cessione di prodotti di gastronomia pronti per il consumo immediato, ma spesso anche prodotti non appartenenti al settore merceologico alimentare, – spiegano alla Fiepet – moltissimi esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, soprattutto quelli più piccoli, sono stati costretti a chiudere. E questo perché vengono sistematicamente disattese le normative relative all’utilizzo di un solo buono pasto al giorno, non cumulabile, né cedibile o convertibile in denaro. Inadempienze che avvengono nei vari livelli della filiera e che, spesso, assumono anche la valenza di veri e propri abusi. Grazie alla legge di stabilità 2015 che ha introdotto la defiscalizzazione del buono pasto a 7 euro a partire dal prossimo 1 luglio, il buono pasto dovrà essere reso in forma elettronica e in questo modo, finalmente, sarà possibile far rispettare pienamente la legge e ripristinare la natura stessa del servizio sostitutivo di mensa aziendale”.
Fiepet Confesercenti “ritiene molto urgente, pertanto, che vengano adottate da subito una serie di iniziative atte a tener conto dell’attuale situazione del settore e a consentire concretamente di tutelare i diritti e gli interessi dei pubblici esercizi, oggi tanto penalizzati. In particolare, al fine di assicurare un utilizzo più consono del buono pasto, dovrà essere ribadita e formalizzata l’obbligatorietà, per il consumatore, di utilizzare quotidianamente e per ogni prestazione un solo “buono” presso lo stesso locale”.
“Solo così – afferma Esmeralda Giampaoli, presidente nazionale Fiepet – si ridurranno i rischi di abuso del servizio e si assicurerà, al mondo delle imprese della somministrazione, il legittimo riconoscimento per un’offerta sostitutiva di mensa pienamente soddisfacente per il consumatore, ma sarà anche indispensabile che il costo di questo servizio non ricada, sempre e soltanto, sulle spalle dei pubblici esercizi, ma che venga equilibrata da convenienti accordi con le aziende emettitrici dei buoni pasto”.
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