Facce de Zena 

Scompare a 93 anni Giuliano Montaldo, il regista partigiano

Da giovanissimo prese parte alla resistenza partigiana per liberare l’Italia dal nazifascismo, aderendo ai Gap di Genova. Iscritto all’Anpi. Lo ricordano anche la Cgil e l’Associazione Nazionale Partigiani

Dopo alcune esperienze come attore (Achtung! Banditi!, 1952; Cronache di poveri amanti, 1954, entrambi di Carlo Lizzani), esordì come regista con Tiro al piccione (1961) e proseguì con Una bella grinta (1965), ma ottenne successo con produzioni meno impegnate.

Affrontò poi una trilogia spettacolare sul potere: Gott mit uns (1970), Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973), rispettivamente sul potere militare, giudiziario e religioso.

Con L’Agnese va a morire (1976) tornò al tema della Resistenza, passando quindi ad esperienze televisive con Circuito chiuso (1978), il colossale Marco Polo (1982) e altri lavori sperimentali sul sistema ad alta definizione.

Successivamente diresse i film Gli occhiali d’oro (1987), Il giorno prima (1987), Tempo di uccidere (1989), I demoni di San Pietroburgo (2008) e L’industriale (2011).

Premiato nel 2007 con il David di Donatello alla carriera, nel 2018 vinse quello come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione in Tutto quello che vuoi (2017) di Francesco Bruni.

È morto a Roma il 6 settembre 2023, all’età di 93 anni.

Giuliano Montaldo era sposato con Vera Pescarolo, figlia dell’attrice drammatica Vera Vergani, la cui storia viene raccontata dalla coppia e dalla figlia Elisabetta nella puntata dedicata alla grande interprete della docuserie Il segno delle donne di Marco Spagnoli, produzione Anele, andata in onda su Rai Storia. Vera Vergani è interpretata da Matilde Gioli.

Spagnoli aveva già diretto nel 2012 il documentario Quattro volte vent’anni incentrato sulla vita e la carriera di Montaldo, prodotto da Madeleine. A Montaldo è stato attribuito un Nastro d’Argento Speciale per la sua “interpretazione” nel documentario e ha ricevuto il Premio Del Biografilm Festival di Bologna.

Nel 2020 Fabrizio Corallo ha realizzato il documentario Vera & Giuliano sulla vita privata e professionale della coppia, cui Montaldo stesso l’anno successivo ha dedicato il libro Un grande amore edito da La nave di Teseo.

Fu iscritto per tutta la vita all’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

Cgil Genova e Liguria e l’Anpi Provinciale inviano sentite condoglianze alla famiglia del regista Giuliano Montaldo. Il legame affettivo di Montaldo con Genova, sua città natale, non si è mai spezzato: «Lo ricordiamo con stima ed affetto in due produzioni Achtung! Banditi! il film sulla Resistenza autoprodotto dai lavoratori e dalle lavoratrici genovesi e nella sua partecipazione al film di Mimmo Calopresti I Ribelli sui fatti del giugno 1960. Con la scomparsa di Giuliano Montaldo il nostro Paese perde un grande uomo e un grande artista di profonda cultura e coerenza»

«Genova e la Liguria ricordano con affetto e immensa stima Giuliano Montaldo, regista, sceneggiatore e attore di fama mondiale, noto per aver diretto, tra gli altri, film come ‘Gli Intoccabili’ e ‘Sacco e Vanzetti’. Una vita dedicata all’arte, tra cinema e teatro, che ha portato Montaldo dalla sua Genova fino a Roma, città dove si è spento all’età di 93 anni. Perdiamo uno dei massimi esponenti del mondo del cinema, di cui è stato pioniere e poi amato decano, regista di oltre 20 film e già presidente dell’Accademia del Cinema Italiano. ​Nel 2002 era stato nominato ​cavaliere di ​Gran ​Croce dal Presidente della Repubblica​, mentre nel 2007 il Paese lo aveva celebrato con il conferimento del David di Donatello alla carriera​. In questa giornata di cordoglio, Regione Liguria si stringe attorno alla famiglia del regista e a tutto il comparto cinematografico​». Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Cultura Giovanni Toti

In copertina: foto di G. M. Ireneo Alessi (Sinix Lab)

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