Asef, arrivano i tanatoestetisti. Otto dipendenti formati per dare un aspetto sereno alle salme


La pratica è diffusa in Usa da molto tempo (con forme più invasive non concesse in Italia) e più di recente ha preso campo in altre città italiane. «Aiuta per quanto possibile le famiglie ad attutire il dolore del trapasso e a mantenere il migliore ricordo possibile del defunto» spiegano all’azienda che, intanto, sta progettando una struttura di tremila metri quadrati dove, a richiesta della famiglia, allestire la camera ardente e celebrare il rito funebre secondo il rito prescelto

Cosa è la tanatoestetica? Possiamo risalire al significato delle parole greca e latina che compongono quella italiana: thanatos (Θάνατος, personificazione maschile della morte presso gli antichi Greci. Ricordato già in Omero come fratello di Ipno, il Sonno) e “aesthetica”, che a sua volta ha origine dalla parola greca αἴσθησις, che significa “sensazione”, e dal verbo αἰσθάνομαι, che significa “percepire attraverso la mediazione del senso”.


«Nasce in seno ad A.Se.F., l’azienda delle onoranze e dei trasporti funebri del Comune di Genova, un servizio strutturato di tanatoestetica – spiegano ad Asef -. Si tratta della prassi che prevede la cura del defunto al fine di garantirgli un aspetto naturale e sereno, privo dei segni lasciati dal trapasso. Con un’attenzione particolare ai famigliari, perché possano custodire un ricordo del proprio caro così come si presentava in vita. Otto esperti operatori funebri, già dipendenti della partecipata comunale, sono stati selezionati e formati specificamente nel delicato compito di riconsegnare ai defunti, nel periodo che precede il trasporto funebre, l’aspetto di un sereno dormiente. Nel complesso, il periodo di formazione della squadra (Carmine Buonanno, 55 anni, Alessandro Cima, 32, Mario D’Aquino, 41, Vincenzo Donnini, 44, Gianluca Iannelli, 35, Fabio Lucespino, 50, Alessio Morotti, 48, Sebastiano Scaduto, 36) è durato un anno. Divisi in gruppi, ciascuno di loro ha superato un corso di formazione presso la Scuola superiore di formazione funeraria di Bologna che ha organizzato le sessioni teoriche e pratiche nelle proprie strutture di Reggio Emilia. Il servizio, in via sperimentale, è già stato attivato a maggio e con il primo di giugno la squadra entrerà nella fase della piena operatività. Chiedere l’intervento del tanatoesteta è possibile durante l’organizzazione del servizio funebre».
«Occorre fare una prima distinzione – spiega Franco Rossetti, dirigente amministrativo e gestionale di A.Se.F. – La tanatoestetica non è la tanatoprassi. Quest’ultima prevede che siano effettuati trattamenti conservativi: in Italia la legge non li permette. La tanatoestetica, come dice la parola stessa, prevede, invece, trattamenti di natura puramente estetica, principalmente sul viso, sui capelli e sulle mani, con lo scopo di ridonare un aspetto sereno al defunto, come se fosse assopito in un sonno sereno. È una forma di estremo rispetto». La pratica, dunque, muove dal rispetto del defunto e gli garantisce dignità al cospetto dei famigliari ai quali viene data la possibilità di conservare un ricordo del proprio caro priva di tutto ciò che il trapasso porta con sé sul piano estetico. «Offrendo anche questo servizio – aggiunge Rossetti – crediamo di poter offrire ai famigliari un servizio realmente completo, svolto al massimo delle nostre possibilità, per rendere il difficile momento dell’ultimo saluto meno traumatico».
Il servizio di tanatoestetica segue quello della vestizione e precede la sistemazione del defunto nel feretro. Un confronto con i famigliari è fondamentale: sono infatti gli unici che possono fornire indicazioni all’operatore perché possa ridare al defunto l’aspetto che aveva in vita. «Così come per il servizio di celebrazione laica, abbiamo chiesto ai dipendenti che ne avessero titolo chi fosse interessato – sottolinea Franco Rossetti – In entrambi i casi abbiamo ricevuto più richieste di quanti addetti avessimo deciso di formare, almeno in questa prima fase. È un fatto che mi rincuora molto, perché significa che gli addetti sono molto motivati e credono nei progetti di crescita e rinnovamento che da tempo sono stati avviati in azienda».
Intanto Asef sta cercando uno spazio di circa 3mila metri quadrati e spazio per i parcheggi dei parenti dove raggruppare tutto il percorso funerario. Una “casa funeraria” dove, a richiesta, il defunto verrebbe trasferito (evitando anche la permanenza della salma nella casa nel caso in cui la persona sia defunta nella sua dimora), sistemato e posizionato nella camera ardente dove sarà possibile anche svolgere il rito laico o secondo la confessione della famiglia. A Milano ce ne sono già tre. In Liguria è codificata nella legge regionale del luglio 2020.
Tra i servizi recentemente varati, il funerale sociale, che prevede forti sconti in base all’Isee del famigliare del defunto, il servizio di cremazione laica delle spoglie degli animali d’affezione con l’affido dell’urna cineraria al proprietario, la celebrazione laica del servizio funebre con l’ausilio di celebranti professionali anch’essi formati alla Scuola superiore di formazione funeraria di Bologna.
Nella foto in copertina, da sinistra: Mario D’Aquino, 41 anni, Sebastiano Scaduto, 36, Alessio Morotti, 48, Vincenzo Donnini, 44, Fabio Lucespino, 50, Gianluca Iannelli, 35, Carmine Buonanno, 55, Alessandro Cima, 32.
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