comune Enti Pubblici e Politica 

È durato 7 giorni l’incarico di Lazzari per Genova Jeans. La consigliera si dimette

La versione ufficiale è che la consigliera delegata si sarebbe resa conto che l’incarico è troppo gravoso, ma i bene informati sostengono che, invece, messasi al lavoro, avrebbe incontrato il “muro” eretto attorno all’organizzazione dalla presidente Manuela Arata, la quale nulla vorrebbe cambiare rispetto a quanto già deciso. Semplicemente, Lazzari non avrebbe alcuna intenzione di interpretare il ruolo di capro espiatorio nell’eventualità di un altro flop della manifestazione senza poter avere voce in capitolo

Tiziana Lazzari, eletta consigliere comunale nelle file della lista di Giovanni Toti e poi trasmigrata in quelle di Fratelli d’Italia, al cui gruppo ora appartiene, aveva accettato e la determina di nomina era stata pubblicata nell’albo pretorio. Nel frattempo ci ha ripensato e ieri, durante la riunione del consiglio comunale, si è avvicinata a Marco Bucci e glielo ha comunicato. Pare che lui, sorpreso, non l’abbia presa benissimo.

La giustificazione ufficiale è tra le più banali: Lazzari dice di non essersi resa conto di quanto gravoso fosse l’impegno da profondere. Ma par che sia una scusa diplomatica per stroncare alla nascita le polemiche sulla manifestazione, perché i bene informati sostengono, invece, che il problema starebbe piuttosto il fatto che la consigliera delegata si sarebbe messa subito al lavoro e si sarebbe resa conto di non avere margini di manovra con Manuela Arata, presidente di Genova Jeans, la quale tutto avrebbe già deciso e nulla sarebbe disposta a cambiare. Insomma, Lazzari, per fedeltà allo schieramento, pur di uscirne subito sarebbe stata disposta a far la figura di quella che non valuta prima di accettare un incarico. Ma le cose starebbero diversamente.

Anche se la possibilità di influire sull’organizzazione dell’evento fosse stata maggiore, sarebbe stato comunque un percorso in salita, alla luce dei risultati non positivi del 2021. Per questo, anche il mondo dell’associazionismo sociale e culturale a cui Lazzari aderisce era rimasto stupito del fatto che avesse accettato un incarico con potenziali forti rischi anche per la sua immagine se le cose non cambieranno radicalmente rispetto alla prima edizione.

Insomma, non potendo influire in alcun modo nell’organizzazione della manifestazione, Lazzari non avrebbe, comprensibilmente, alcuna intenzione di interpretare il ruolo di “Malaussène“, il capro espiatorio di professione del ciclo di Belleville di Daniel Pennac, senza poter, di fatto, aver voce in capitolo. Il rischio non è da sottovalutare. L’iniziativa, reduce del flop della prima edizione, sarà – è scontato – nel mirino dell’opposizione e l’opinione pubblica, che ha accolto con forti critiche anche sui social l’edizione di due anni fa, aspetta di capire se la formula verrà cambiata in modo convincente o se un’altra volta ingenti somme di denaro, anche pubblico, andranno a finanziare una buona idea che, però, nel 2021 ha dimostrato di avere il fiato corto nella realizzazione, non riuscendo a conquistare né grandi numeri di turisti né il gradimento dei genovesi e non ha di fatto prodotto ricadute positive sulla città.

Foto dalla pagina Facebook di Tiziana Lazzari

Related posts

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: