«Sono minore e non so dove dormire, aiutatemi», maggiorenne mente alla Pl per tentare di avere un tetto


Una bugia detta agli agenti della sede di Sampierdarena, dove il ragazzo si è presentato per chiedere un tetto per la notte, per dormire in un letto. Magari per aver diritto a un panino o a un piatto di minestra


Gli agenti del 2º distretto dell’Unità territoriale Centro Ovest, sulle prime, hanno dato credito al giovane e hanno contattato i Servizi sociali, ma hanno poi scoperto che non è più minore. Una situazione che travalica i confini della cronaca spicciola e mette in luce una storia di disperazione.

Per quanto riguarda la cronaca, poco dopo le 18 un soggetto si è rivolto al personale di Polizia locale presso la sede di Sampierdarena, in via Sampierdarena 34. Ha chiesto aiuto, sostenendo di essere un minore non accompagnato tunisino e di non sapere dove dormire, di essere per strada da solo e di non avere un posto dove stare. I minori non accompagnati, infatti, hanno diritto alla collocazione e ai pasti.
Gli operatori di Polizia locale si sono subito mobilitati, contattando l’assistente sociale per avviare la procedura utile a trovare una sistemazione al ragazzo che si diceva minore. Hanno però scoperto che minore quel ragazzo in terra straniera non lo è più e che non ha diritto a niente altro che all’assistenza riservata ai maggiorenni: qualcosa da mangiare mettendosi in coda presso le associazioni e un letto in un dormitorio gestito sempre dalle associazioni, previa verifica dei posti a disposizione.
Il ragazzo è stato trasportato nella sede della Polizia locale di piazzale Ortiz dove sarà fotosegnalato, come tutti gli stranieri di identità incerta.
Finita la cronaca dei fatti, resta il dramma umano di un ragazzo che ha mentito, sì, sulla propria identità, ma solo per avere un tetto sopra la testa per la notte, per dormire in un letto. Magari per aver diritto a un panino o a un piatto di minestra e per fare una doccia. Magari il giovane ha paura a dormire per strada, con certezza è nell’età in cui i coetanei italiani la sera si siedono a tavola con la famiglia, magari studiano un po’, magari giocano al computer, prima di infilarsi in un letto pulito. La sua unica speranza, invece, è che non si metta a piovere e che qualcuno gli allunghi qualcosa da mangiare. Sono tanti i ragazzi stranieri che si trovano a fare questa vita e, spinti dalla fame, finiscono nelle mani della criminalità che li usa per spacciare, oppure si dedicano a reati predatori. Una storia come tante, fatta di povertà e solitudine, che lascia l’amaro in bocca. Ma anche la premessa per le condizioni di insicurezza che sempre più cittadini denunciano.
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