41 bis, vandalizzati dagli anarchici due auto della Polizia locale, bancomat a Castelletto e la Torre Piccamiglio nei vicoli

Danneggiati con le scritte molti edifici del centro storico, tra cui la quattrocentesca torre Piccamiglio. La gente della città vecchia insorge per i danni al patrimonio architettonico. L’associazione “Via del Campo e Carrugi”: «Per noi il problema non è l’opinione politica di ciascuno, ma come viene espressa, cioè gli atti vandalici sul patrimonio storico dell’intera collettività»
L’ultimo fatto in ordine cronologico è il danneggiamento di due auto in livrea della Polizia locale avvenuto ieri sera tra le 21 e le 23, quando i mezzi erano stati posteggiati in piazza Campetto e gli agenti erano intervenuti in via Canneto il Lungo dove gli abitanti avevano chiesto la loro presenza a causa dell’insistente suono di tamburi.

Gli operatori della Pl hanno verificato che in Canneto c’erano circa 50 anarchici, autori del suono delle percussioni e avevano ovviamente passato per competenza la questione alla Digos. Al ritorno alle loro auto le hanno trovate vandalizzate.
Nei giorni scorsi, durante una delle manifestazioni pro Cospito, era stata gettata una secchiata di vernice rossa sulla sede del nucleo Centro Storico della Polizia locale, in via San Giorgio.

Si è registrato nei giorni scorsi un blitz anarchico contro l’ufficio postale di corso Firenze a Castelletto. Il raid è stato messo in atto per protestare contro l’imposizione del carcere duro per Alfredo Cospito, ideologo della Fai, la Federazione anarchica informale. I vandali hanno infranto una vetrina, danneggiato il bancomat e scritto con la vernice spray “basta 41bis”, in riferimento alle restrizioni detentive previste dal regime carcerario 41bis a cui Cospito, in sciopero della fame da 4 mesi, è sottoposto.
Sono in corso indagini della Digos che comparerà la scritta comparsa su un bancomat in corso Firenze con quelle effettuate durante i cortei nella città vecchia dove gli autori sono stati ripresi dalle telecamere. Le telecamere ci sono anche in piazza Campetto dove sono state vandalizzate le auto della Pl.
La tensione si sta alzando: venerdì la Cassazione dovrà decidere sul ricorso dei legali di Cospito che hanno impugnato il provvedimento con cui il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha rigettato l’istanza di revoca del 41bis. Il ministro ha già dichiarato che «Gli elementi di novità addotti dalla difesa non hanno la necessaria portata demolitoria del regime 41bis». La settimana scorsa a Milano ci sono stati momenti di forte tensione per il corteo di circa 400 anarchici, caricati dalle forze di Polizia dopo il lancio di oggetti verso le Divise e il vandalismo di arredi urbani. Manifestazioni si sono svolte in molte città italiane. A Genova diversi presidi sono poi diventati corteo. L’ultimo domenica 12 febbraio quando una quarantina di persone si è ritrovata in piazza Raibetta e poi ha attraversato il centro storico imbrattando i muri con la vernice spray.
A inizio mese, le stesse scene si sono viste alla Commenda, dove si era tenuto un primo presidio sfociato in un corteo. La Digos ogni volta ha filmato i partecipanti. All’inizio dell’anno, qualcuno ha anche vergato la scritta “No 41 bis” sulla statua di Giuseppe Mazzini davanti a piazza Corvetto, nel pieno centro di Genova. Era seguito l’assalto agli uffici della Prefettura, dove erano stati spaccati i vetri delle finestre a colpi di pietre.

«Premesso che non è questione di destra o sinistra (per chi crede ancora al sistema partitico), questo è il basamento in pietra di Torre Piccamiglio in via del Campo, costruita se non sbaglio intorno al 1400» dice il presidente dell’associazione di cittadini “Via del Campo e Caruggi” mostrando la scritta, sempre contro il 41 bus, che ha macchiato il basamento della torre, costruita nel 1437 accanto all’omonimo palazzo. La si può scorgere percorrendo via del Campo oppure da vico di San Marcellino che le passa proprio sotto.
«L’ arte dei graffiti è un’altra cosa: tu hai compiuto uno scempio. Pensaci!» dice Spadarotto rivolgendosi all’autore del “graffito” anarchico, ma anche a tutti quelli che devastano i muri della città vecchia con scritte politiche, sportive o sentimentali e a quei graffittari che girano la città imprimendo il proprio logo ovunque, quasi a marcare il territorio.











«Voglio che sia chiaro che il mio non è un attacco agli anarchici o, diciamo, all’opinione degli anarchici sul 41 bis – aggiunge Spadarotto – Ciascuno alla propria idea, però ci sono modalità di espressione negative che prescindono dal senso del messaggio. Gli autori devono necessariamente tenere in considerazione il fatto che ci sono altre persone che vivono con loro la città e che esistono, al di là delle autorità e dei governi di turno, principi di base di una comunità intesa come esseri umani che vivono in un luogo comune. Non si può strumentalizzare politicamente il nostro messaggio, che è chiaro: ciascuno è libero di pensarla come vuole, ma ciascuno non può pensare di fare ciò che vuole a danno del patrimonio di tutti, in un contesto di civiltà».
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.