Sequestro del quadro, ieri boom di visitatori alla mostra di Rubens: quasi mille in un solo giorno
Il quadro, ovviamente, non è visibile al momento, ma pare che il Ducale voglia chiedere alla Procura, visto che i problemi non riguardano il quadro ma la proprietà, di poterlo esporre, ovviamente con le dovute protezioni

La vicenda del quadro della scuola di Rubens che era in mostra a Palazzo Ducale fino a ieri non è un altro “caso Modigliani”. Il problema, infatti, riguarda la sua esportazione e la proprietà e non il dipinto in sé stesso. Per questo, Palazzo Ducale starebbe per chiedere alla Procura di tornare ad esporre il dipinto “Cristo risorto appare alla madre” nelle sale dell’Appartamento del Doge dove è in corso la mostra “Rubens a Genova”.
«L’operazione – aveva sottolineato ieri, in una nota, il direttore della Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale Serena Bertolucci – è stata condotta per un problema riguardante la proprietà dell’opera e non la sua autenticità. Il dipinto era posizionato al di fuori del percorso principale della mostra che rimane quindi visitabile senza perdere il proprio valore di testimonianza artistica di un periodo storico eccezionale per la città di Genova».
È trapelata la disponibilità della Procura a far tornare il dipinto in mostra. Questo perché la bontà dell’opera non è in discussione e il problema è relativo, invece, ad atti illegali che sarebbero stati compiuti dalla proprietà. Sembra però che ci sia il parere contrario sia del nucleo Tpc dei Carabinieri. Sindaco e presidenza del Ducale stanno riflettendo sulla questione. Una soluzione piuttosto semplice potrebbe essere quella di ripristinare la stanza dove era esposta l’opera, al di fuori del percorso della mostra e oggi chiusa, sostituendo al posto del pannello apposto un vetro trasparente che consentisse la visione da lontano.
Intanto ieri la notizia del sequestro ha conquistato all’esposizione (anche se ormai senza quel quadro) un aumento dei visitatori giornalieri che sono stati quasi mille. Una settimana fa in totale erano circa 40mila: un buon risultato per una mostra di arte antica, un “genere” che certo non è tra quelli “di cassetta” dove sbanca l’arte moderna.



Ieri, con una nota, il presidente della Regione Liguria e assessore alla Cultura Giovanni Toti era intervenuto così a seguito del sequestro del quadro operato dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale: «Il sequestro del “Cristo risorto appare alla madre”, attualmente tra le opere in mostra a Palazzo Ducale, è un provvedimento che riguarda la proprietà del quadro e non la sua autenticità. Sia Palazzo Ducale sia i curatori dell’esposizione, con cui abbiamo avuto modo di confrontarci, hanno operato nel pieno rispetto delle regole. Ci auguriamo che su questa vicenda si faccia chiarezza in tempi brevi e che l’opera possa tornare a essere esposta al più presto. Soprattutto auspichiamo che questa indagine non comprometta il prestigio di una mostra importante, che sta avendo un grande successo di pubblico, tanto da essere stata prolungata fino al 5 febbraio».
Il dipinto, appartenuto in origine alla famiglia genovese dei Cambiaso (come risulta dal catalogo della mostra), sarebbe stato fatto uscire dall’Italia come appartenente genericamente alla scuola fiamminga, e poi autenticato come Rubens una volta a Praga. Quattro le persone indagate con l’ipotesi di esportazione illecita di opere d’arte. Il quadro è stato venduto dalla famiglia per 300mila euro e rivenduto dagli acquirenti a 3 milioni di euro dopo che era stato “autenticato” a Praga. In discussione, però, non c’è l’attribuzione, ma l’esportazione concessa dalla Soprintendenza di Pisa a seguito della presentazione di documentazione omessa e falsata.
In copertina: una foto del quadro quando era ancora in esposizione, da noi scattata il giorno dell’inaugurazione della mostra
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