photo of person using wheelchairOggi a Genova 

Trasporto scolastico per disabili alle superiori, da domani un gruppo di ragazzi sarà lasciato a terra

Gli studenti che non avranno più il trasporto scolastico assicurato sarebbero almeno una quindicina in Valpolcevera. A raccontare la storia dei ragazzi con difficoltà motorie a cui non viene garantito da Comune e Città Metropolitana il trasporto a scuola è una mamma che parla della drammatica condizione della sua famiglia e del disservizio senza precedenti

«Ci hanno detto che mancano i mezzi – racconta Sara, che bada da sola alle sue figlie, una asperger e una, quella che ha diritto al trasporto, con gravi problemi neurologici a causa di atassia cerebrale – e che per questo dobbiamo arrangiarci trovando privatamente un alternativa: taxi o pubbliche assistenze. Ci hanno detto che ci rimborseranno a fine mese se teniamo le ricevute, ma chi li ha i soldi da anticipare?». Le scuole superiori, spesso, non sono vicine a casa e la spesa giornaliera sarebbe troppo alta da anticipare per la maggior parte delle famiglie.

«Noi ce la caveremo alzandoci un po’ prima e prendendo il bus – spiega Sara -. Mia figlia, pur con fatica, riesce a camminare, ma non potrò mandarla a scuola da sola perché non riuscirebbe a sostenere il carico del pesante zaino. Dovrò andare con lei e portarlo io e alla fine della scuola dovrà andare a prenderla, ogni giorno. Penso a quei genitori che devono lavorare nell’orario di inizio e fine delle lezioni e che possono accompagnare i figli a scuola, che sia in auto o in bus. Penso a quei bambini che non hanno nonni relativamente giovani che possono dare una mano. E a quelle famiglie che, come la mia, non hanno uno stipendio abbastanza alto da coprire gli anticipi per attendere, poi, i rimborsi». In pratica ci potrebbero essere persone particolarmente sfortunate perché oltre alla disabilità hanno genitori che non possono accompagnarli per non perdere il lavoro e non hanno un bilancio familiare sufficiente ad anticipare la spesa, tutt’altro che esigua. Si parla di decine di euro al giorno.

«Noi usufruiamo da 12 anni del trasporto scolastico e non abbiamo mai avuto problemi e se ci sono stati, per qualche giorno, siamo stati avvertiti per tempo e sono stati risolti in fretta – aggiunge la mamma -. Non ci siamo mai trovate in una situazione come questa». In qualche modo il Comune ci aveva messo sempre una pezza, invece stavolta tanti ragazzi sono rimasti a piedi e devono faticare per continuare il loro percorso scolastico. L’ufficio comunale che li ha contattati oggi gli ha detto chiaro e tondo che devono arrangiarsi e che al massimo possono chiedere il rimborso, in che tempi non si sa.

Ma cosa è successo? L’offerta di posti da parte delle aziende e associazioni accreditate (normalmente sono cooperative) è inferiore alla domanda. Nei giorni scorsi ci sono stati “buchi” nel servizio: le avvisaglie del problema. Oggi le famiglie sono state chiamate e gli è stato detto che non gli sarà garantito il trasporto già da domani. Anche la proposta di anticipare la spesa è difficilmente accoglibile, soprattutto per i ragazzi che vanno a scuola più lontano e prendendo il taxi dovrebbero spendere, per andata e ritorno, decine di euro ogni giorno. Dovrebbe essere il Comune a prendere accordi con i taxi o con le pubbliche assistenze invece di dire alle famiglie di trovarsi da sole una soluzione, Tra l’altro, alle famiglie è stato detto che, salvo rinuncia di altri nuclei familiari, la situazione non è destinata a risolversi. In sostanza, per tutto l’anno non ci sarebbe speranze di ottenere risposte dagli enti pubblici che dovrebbero provvedere.

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