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A Genova, stasera, 223 persone in attesa alle 19 ai pronto soccorso. Scatta la fase 5

Code di ambulanze, pazienti sulle barelle delle pubbliche assistenze nella camera calda del Galliera. Pubbliche assistenze in difficoltà per militi volontari e dipendenti

Alle 19 di stasera 141 persone al San Martino (di cui 21 codici rossi e 80 codici gialli, di media gravità), 70 al Galliera (dove di solito, nel massimo picco, non ci sono più di 50 persone tra attesa e visita e alle 17 erano ben 76) di cui 11 codici rossi e 42 gialli. Poche persone dirottate al Villa Scassi, (12, tra cui 1 un codice rosso) già fortemente sotto pressione e con 94 persone, di cui molte sospette Covid, in osservatorio breve.

La situazione tra le 17 e le 20

Oggi al Galliera le barelle coi malati erano nella “camera calda” tendata all’ingresso del pronto soccorso mentre fuori c’era un’altra decina di ambulanze con i malati a bordo.

Al San Martino, alle 19, la coda di ambulanze andava oltre il portale di accesso.

Foto di Rita Lai

Pubbliche assistenze in difficoltà

Le pubbliche assistenze sono allo stremo. Non riescono a recuperare le barelle se non dopo ore e quando sono immobilizzate presso gli ospedali non possono, ovviamente, soccorrere altre persone.
Continuano, intanto, anche a Genova i controlli del Nas dei Carabinieri, avviati in tutta Italia, per verificare le condizioni di sanificazione dei mezzi di soccorso.

<Ci trattengono le barelle – dice il presidente della Croce Verde di Pegli Flavio Gaggero -. Ci mettiamo ore a recuperarle. Noi, a parte i volontari, abbiamo 14 militi dipendenti e stiamo pagando gli straordinari di tasca nostra perché altrimenti non ce la faremmo. Va cambiata completamente l’organizzazione>.

<La situazione è difficile e complessa per tutti, per chi opera opera all’interno dei pronto soccorso e per chi opera nei reparti, non ultimo per chi giornalmente è sulla strada a trasportare pazienti nei pronto soccorso che sono in grande difficoltà – dice Walter Carrubba, presidente della Croce Bianca Genovese -. Quindi le pubbliche assistenze sono in grande difficoltà perché sempre meno possono attingere ai volontari, perché il volontario ha necessità di avere certezze di tempo perché è impegnato per gli studi, per lavoro. Oggi non ci sono tempi certi. Un ontervento che normalmente può essere di 40 minuti-un’ora e magari ora stai fuori 6 ore. Questo, purtroppo, fa saltare ogni regola e per i volontari è una grande difficoltà. Alla stessa maniera, utilizziamo personale dipendente. Sappiamo quante risorse abbiamo a disposizione, sappiamo di quante risorse abbiamo necessità e disponiamo i turni del personale dipendente. È chiaro che sei i tempi sono così particolarmente elastici, così particolarmente lunghi, non siamo in grado di fare programmazione. C’è bisogno di andare a prendere anche i pazienti che fanno terapia o che escono dalla dialisi. Questo sistema ci mette in ginocchio, non ci dà assolutamente certezze. Senza contare che le ambulanze sono quelle che sono, non sono un numero infinito. Se le fermiamo fuori dagli ospedali non possono andare a prendere ulteriori pazienti. Questa è la nostra difficoltà. Noi contiamo. Vogliamo credere che la parte pubblica, che sia Alisa, che sia il 118, che sia la Regione cerchi di risolvere al più presto questa situazione>.

Lo stato degli ospedali

Sono 1190, oggi, le persone ricoverate per Covid negli ospedali liguri, di cui 57 in terapia intensiva.
781 i ricoverati negli ospedali genovesi: 319 al San Martino (di cui 15 in terapia intensiva), 68 all’Evangelico di Voltri (di cui 8 in terapia intensiva), 151 al Galliera (di cui 8 in terapia intensiva), 24 al Gaslini (bimbi e qualche genitore, nessuno in terapia intensiva), 219 al Villa Scassi (di cui 7 in terapia intensiva).

Scattata la fase 5: stop all’attività in elezione e conversione dei reparti in posti Covid

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