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Freccero liquida la trasmissione di Bizzari. Serafini: “Rixi lo candidò al Ducale, ma gli preferimmo l’attore”

Il nome del direttore di Rai2, in quota M5S, secondo l’ex assessore comunale a Marketing e Cultura, nel 2017 fu suggerito dall’attuale vice ministro con delega ai porti di Toninelli, il ministro pentastellato la cui parodia era il pezzo forte della trasmissione “Quelli che dopo il Tg”, chiusa da Freccero nonostante gradimento e aumenti di ascolti. Gli fu preferito Bizzarri, a tutt’oggi presidente anche grazie, dice Serafini <al mio “no” fermo, perché lo ritenevo troppo populista e vicino al M5S. Nominammo poi Bizzarri in accordo e su suggerimento dell’assessore regionale Ilaria Cavo. È chiaro che le sinergie e il dialogo tra Lega e M5S sono nate molto prima del governo. Già un anno fa i due mondi si trovavano a condividere molti punti in comune: ideologie, cultura, persone>

Il potere che condanna a morte la satira che la mette in piazza, ormai la piazza virtuale televisiva. Vecchia storia. Chi non ricorda i versi della poesia risorgimentale “Sant’Ambrogio”, scritta da Giuseppe Giusti?

 

Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco
Per que’ pochi scherzucci di dozzina,
E mi gabella per anti-tedesco
Perché metto le birbe alla berlina […]

 

Era il 1846, due anni prima delle Cinque giornate di Milano, insurrezione armata avvenuta tra il 18 e il 22 marzo 1848 nell’allora capitale del Regno Lombardo-Veneto e che portò alla temporanea liberazione della città dal dominio austriaco, preludio della prima guerra d’indipendenza italiana.

Carlo Freccero

La nuova guerra, quella della gestione dell’opinione pubblica attraverso la televisione di Stato (come se i social non bastassero), in questi giorni ha un retrogusto al pesto, con Carlo Freccero, direttore di Rai2, savonese, che ha liquidato in un amen la trasmissione di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, genovesi. Ufficialmente per fare maggiore spazio all’approfondimento giornalistico, ma a nessuno sfugge che i due ragazzacci siano autori de “I tre ninelli” una delle tante parodie del ministro dei trasporti pentastellato Danilo Toninelli, che con i suoi modi di dire, le sue sparate, la sua scarsa propensione a comprendere al volo cosa sia opportuno e cosa no per un rappresentante del governo, ha dato ampio materiale ad ogni produttore di satira, da Maurizio Crozza a scendere, per un’infinita serie di gag che, spesso, nonostante la bravura di chi le scrive, non riescono a superare l’originale nella sua naturale e non voluta comicità, dal tunnel del Brennero che non esiste, al ritornello del lavoro “pancia a terra”, dal viadotto su cui giocare e mangiare e anche fare bungee jumping (proprio quello che da cui sono volate giù decine di persone trovando la morte) fino ai selfie al mare con Ponte Morandi appena crollato.

(Questo è il link video presente sulla pagina Facebook di Rai2. Ne abbiamo comunque fatto una copia che teniamo in archivio nel caso in cui, sfortunatamente, dovesse sparire l’originale e, se del caso, la caricheremo in sostituzione)

Siamo propensi a condividere il messaggio di Pio XI che Giulio Andreotti, uno che di politica se ne capiva, nel suo libro “Il potere logora chi non ce l’ha”, diceva di aver sentito pronunciare dal Vicario di Roma, cardinal Marchetti Selvaggiani, nel 1939, durante gli studi di Giurisprudenza all’Università Lateranense: <A pensare male del prossimo si fa peccato, ma spesso si indovina>.
E, allora, in questo nostro rigurgito di squisita e raffinata dietrologia andreottiana, ci corre l’obbligo di ricordare che Freccero, oggi direttore di Rai2, è stato uomo dello spettacolo e della cultura della sinistra, già consulente della sindaco Pd Marta Vincenzi (dal 2007 al 2012 è stato “chief advisor” per la Cultura dell’Amministrazione comunale Democratica), auto candidato (nel 2012) presidente Rai in accoppiata col candidato direttore Michele Santoro (che prima era stato parlamentare europeo di Uniti nell’Ulivo-Partito Socialista Europeo) ai vertici Rai. Circostanza che suscitò un vespaio di polemiche e poi fu dichiarata come “provocazione”.
Freccero, per le elezioni politiche del 2013 dice di non essere sicuro di votare e che se proprio fosse dovuto andare alle urne avrebbe votato la lista Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia per la Camera dei deputati e Partito Democratico al Senato della Repubblica.
Viene poi illuminato sulla via di Damasco dal “sol dell’avvenire 2.0”, quello del Movimento Cinque Stelle che nel frattempo andava in escalation di preferenze, di pari passo col ridursi di quelle del Pd. Nel giugno del 2014 durante una puntata di “Otto e mezzo” annuncia di voler entrare in politica. Nell’agosto del 2015 afferma di votare Movimento 5 Stelle ma solo a livello locale. Il 4 agosto 2015 viene eletto membro del consiglio d’amministrazione della Rai dalla Commissione di vigilanza Rai, in quota M5S.

Matteo Salvini a Euroflora con Edoardo Rixi

Per le elezioni politiche italiane del 2018 annuncia il suo voto ai pentastellati, esprimendo anche simpatia per il leader della Lega Matteo Salvini. Durante la trasmissione radiofonica La Zanzara afferma di essersi allontanato dalla sinistra ed essere approdato a posizioni sovraniste ed euroscettiche. Il 27 novembre 2018 il Cda della Rai lo rinomina dopo 16 anni direttore di Rai 2. Lo era già stato nel 1996 accompagnando il suo mandato con grandi nomi della satira e del giornalismo: Sabina, Corrado e Caterina Guzzanti, Serena Dandini, Fabio Fazio, Gad Lerner, Daniele Luttazzi, Michele Santoro e Piero Chiambretti. Ma programmi che questi propongono (Satyricon, Sciuscià, Il raggio verde e L’ottavo nano) durante la campagna elettorale del 2001 sono ritenuti scomodi da parte del centrodestra, guidato da Silvio Berlusconi, che nel 2002 pronuncia il noto editto bulgaro che porta all’allontanamento dalle reti Rai di Enzo Biagi (già in onda con Il Fatto su Rai 1), Santoro e Luttazzi (in onda su Rai 2). Nel maggio 2002 Freccero lascia la direzione di Rai 2 ad Antonio Marano, in quota alla Lega Nord. L’anno successivo viene allontanato da funzioni di responsabilità in Rai.

La satira vittima della politica

Con una storia così, non si riesce a trovare la consequenzialità con la chiusura di una trasmissione comico-satirica di successo, “Quelli che dopo il Tg”. Quella, guardacaso, in cui Bizzarri e Kessisoglu hanno fatto la parodia del ministro. <Ma quale epurazione, sono le regole della tv: dispiace molto, ma rimane una scelta legittima> commenta Luca Bizzarri su Repubblica dove il giornalista Matteo Macor riporta la sua dichiarazione. Proprio come Giuseppe Giusti (ricordate, quello della poesia risorgimentale?) che si commuove per i soldati dell’esercito austriaco, gli stessi che ha preso in giro per tutto il componimento e alla fine ricorda costretti a restare a Milano, un luogo ostile, lontano da casa, magari nemmeno tanto d’accordo con le decisioni dell’imperatore Ferdinando I, predecessore di Francesco Giuseppe. Sindrome di Stoccolma? Tentativo di non tagliare definitivamente i ponti? Riconoscimento del fatto che la chiusura del licenziamento non è tutta farina del sacco di Freccero quanto dell’attivissimo “mulino” di revisione dello spoil system del governo?
Freccero, preso di mira dall’esercizio di dietrologia andreottiana dei media e dalle pesanti critiche del deputato Pd Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, che lo ha apertamente accusato di voler far fuori la parodia di Toninelli e da Rai2, ha detto all’AdnKronos: <Ho chiesto a Luca e Paolo di fare la parodia di Toninelli in diretta a “Quelli che il calcio”>. Resta, comunque, la curiosa scelta di far fuori una trasmissione ad alto gradimento e dagli ascolti in aumento.

<Rixi fece il nome di Freccero per il Ducale>

Chissà se in tutta questa vicenda ha un ruolo l’episodio, risalente all’agosto del 2017, che racconta l’allora assessore comunale a Marketing e Cultura Elisa Serafini: <Edoardo Rixi (il segretario della Lega Liguria, attuale vice ministro dei trasporti di Danilo Toninelli n. d. r.) aveva fatto il nome di Carlo Freccero per la presidenza di Palazzo Ducale incontrando il mio “no” fermo, perché lo ritenevo troppo populista e vicino al M5S. Nominammo poi Bizzarri in accordo e su suggerimento di Ilaria Cavo (che è ancora assessore alla Cultura della Regione). Rixi fece quel nome in un incontro, quindi non ufficialmente. Però il nome era quello>. Oggi Freccero ha liquidato la trasmissione di Bizzarri e questa vicenda nazionale diventa squisitamente ligure. <È chiaro che le sinergie e il dialogo tra Lega e M5S sono nate molto prima del governo – prosegue Serafini -. Già un anno fa i due mondi si trovavano a condividere molti punti in comune: ideologie, cultura, persone. Molto distanti, però, dalla mia impostazione politica, e da quella che aveva scelto la città> che ha puntato diritta, alle elezioni comunali, sul centrodestra.

 

L’impero dei consensi traballa

Alle Comunali del 2017 la coalizione tra Lega, Fdi e Forza Italia (più la Lista Bucci) ha ottenuto il 38,80% dei voti contro il 18,37% del M5S che nella città del suo ideologo (da qualche tempo sempre più trasparente) Beppe Grillo ha sempre avuto meno presa che in campo nazionale, un dato molto più basso del 30,16% ligure delle politiche del 2018, a sua volta più basso del dato nazionale delle stesse consultazioni (32,61%). Sono passati pochi mesi, ma secondo gli esperti che si occupano dei sondaggi sul gradimento dei partiti i pentastellati, in previsione del voto alle Europee, starebbero scendendo a picco nei consensi al ritmo di un punto percentuale al mese. Secondo l’ultima rilevazione dell’istituto Bidimedia, la Lega sarebbe ora 10 punti avanti al M5s nelle intenzioni di voto degli italiani per le elezioni europee, che si terranno a maggio 2019. Un sondaggio reso pubblico il 2 gennaio dall’istituto Ixè, se gli italiani andassero al voto oggi, il Movimento otterrebbe il 24,8 per cento dei voti, quasi 8 punti percentuali in meno rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Le percentuali tra istituto e istituto e sondaggio e sondaggio cambiano, ma sul calo vertiginoso e continuo del M5S e sull’ascesa della Lega, che sta rosicchiando consensi “da dentro” ai partner di governo, sono tutti d’accordo. Ma Freccero può stare tranquillo: lui ha dichiarato anche consenso per Salvini, e Rixi, secondo Serafini, ha fatto il suo nome nel 2017 per la Fondazione della Cultura Palazzo Ducale. Può dormire tra due guanciali. A meno che Salvini e Berlusconi… Ma questa è un’altra storia. Per adesso accontentiamoci della fantapolitica in corso, che già è “fantasiosa” abbastanza.

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