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Beccatevi ‘sto ciaone

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Per qualche ora, in evidente trance agonistica post vittoria elettorale,  il consigliere regionale pentastellato Francesco Battistini ha aggiornato l’immagine del suo profilo fb con una manona intenta a salutare. Con tanto di scritta Ciaone, nella quale qualche piemontese ha persino voluto vedere un riferimento alla vittoria della Appendino su Fassino e un “ciao, ne'” pronunciato con la caratteristica cocina del Gianduia. Vecchie ferite riferite a quel Ciaone

che un deputato simpaticone di nome Ernesto Carbone, che nel Pd lavora in direzione aveva inserito nella sua dissertazione sulla sconfitta del referendum antitrivellazione. E il primo a svelarmi l’acme della polemica era stato il giorno dopo le consultazioni il consigliere regionale Pd Giovanni Lunardon con un messaggio sulla sua pagina twitter. “Ciaone detto con disprezzo a chi esercita il diritto di voto e’ uno dei momenti più bassi di questa tarda e decadente seconda repubblica. Chi l’ha detto dovrebbe vergognarsi”. Per completezza voglio riportare anche il tweet postato a seggi ancora aperti da Ernesto Carbone. Il messaggio che aveva fatto nascere la polemica. “Prima dicevano quorum. Poi il 40, poi il 35. Adesso l’importante è partecipare. Ciaone”.
Insomma l’esemplificazione di quel che si diceva sulla vendetta. Un piatto che va gustato freddo con la pazienza di chi si apposta sulle rive del fiume per scorgere il passaggio dei nemici.
E la vendetta è durata, comunque, lo spazio di alcune ore. Perché Battistini dopo essersi preso la rivincita ha ricambiato il suo profilo inserendo una sua foto abbracciato a due militanti del M5S.
Perciò morale.
Morale del Ciaone: impara a giocare la carta dell’indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Non vi è vendetta come l’oblio, che seppellisce l’indegno sotto la polvere della sua nullità.
 Il Max Turbatore
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