Slot, lo Stato annulla il regolamento comunale con un decreto legge che punta a una maggiore liberalizzazione
È pronto e sta per essere varato il nuovo decreto legge sul gioco d’azzardo. Secondo le associazioni che si battono contro i rischi derivanti dal gioco d’azzardo, Slotmob e No Slot tra le altre, il nuovo decreto legge è stato scritto a partire dalla consultazione dei rappresentanti dell’industria, e quindi sarebbe destinata alla loro protezione. Per Francesco Oddone, ex assessore del Comune di Genova alle Attività produttive, che ha creato insieme alla collega Elena Fiorini (Legalità) il provvedimento locale che ha congelato l’espansione delle sale slot, “Il Decreto legge è, di fatto, un provvedimento contro il regolamento genovese”.
ODDONE: “SI VOGLIONO CANCELLARE TUTTI I LIMITI”
“La nuova legge, per quello che se ne sa – prosegue Oddone – eliminerebbe tutti i freni che abbiamo posto e che hanno consentito di non aprire una sola sala slot dal da maggio 2013. Andrebbe ad eliminare la possibilità di inserire distanze minime e di ragionare su limiti di orario, quando il Tar della Liguria ha appena dato ragione al Comune di Imperia che li aveva introdotti. Il Tribunale amministrativo regionale stava orientandosi sulla regolazione del fenomeno che, comunque, non significa proibizione completa, ma controllo di un’espansione incontrollata”.
MOVIMENTI “NO SLOT”: “UN DECRETO COSTRUITO IN SORDINA”
Del decreto legge si sa davvero poco e quel poco solo grazie alla pubblicazione online del testo da parte del senatore Giovanni Endrizzi del Movimento 5 Stelle. Pare che si punti a ridurre il numero delle “macchine” che, dalle circa 350mila presenti in Italia, diventerebbero 250mila. In bar e tabaccherie le macchinette potrebbero arrivare a una massimo di sei per locale, in ogni caso distribuite ogni sette metri quadrati. Le “macchinette” dovrebbero sparire da alberghi, cinema e circoli privati a meno che non venga richiesta una specifica licenza per il gioco d’azzardo che prima non serviva. Ma, secondo le associazioni che combattono la diffusione delle slot, l’apparente restrizione finirebbe solo per agevolare le grandi aziende del gioco d’azzardo. La tendenza sarebbe, infatti, quella di concentrare le macchine in locali specializzati di almeno 50 metri quadrati nelle quali ci dovrà essere una persona addetta al controllo dei giocatori. Le slot machine in questo caso sarebbero una ogni tre metri quadrati. Nei bar e nelle tabaccherie, invece, le macchine dovrebbero essere separate dal resto dell’attività, in uno spazio riservato, e stare dietro una parete. “Non si capisce ancora se basterà una paratia, come ad esempio un paravento di facile installazione, o ci vorrà una parete – dice Cesare Groppi, segretario di Fiepet, l’associazione di categoria dei pubblici esercizi Confesercenti -. Sarebbe previsto un limite di 6 macchine, ma i bar genovesi non ne hanno di più”.
GROPPI (FIEPET CONFESERCENTI): <CON LE NUOVE MACCHINE, RISCHIO RICICLAGGIO>
Per Francesco Oddone, con il nuovo decreto legge “Non si punta affatto a limitare il gioco d’azzardo rendendo omogenea la norma sul territorio nazionale”. Anche il fatto che vengano cancellate le “vecchie” slot che oggisono in bar e tabaccherie, quelle in cui si inserisce la moneta, a favore di quelle in cui si inseriscono banconote “non contribuirà – per Oddone – a ridurre il numero delle macchine”. Per Groppi esiste anche un altropericolo “Nelle mini vlt si possono inserire le somme desiderate e, al termine della giocata si ottiene un ticket per incassare.
soldi quanti ne vuoi e ti rilascia ticket per incassare. Nelle slot al bar si inserisce qualche moneta. Nelle mini Vlt si inseriscono banconote, si può, magari, fare solo una partita per ottenere il ticket”. Insomma, ci sarebbe il rischio che chi vuole riciclare denaro sporco usi le macchine, facendo appena una giocata di basso importo, per ottenere banconote “pulite” presentando il ticket all’incasso.
L’EX ASSESSORE: <SI PERDE DI VISTA IL PUBBLICO INTERESSE>
“Si andrà a concentrare le macchine dove sono già stavano nascendo i “distretti dell’azzardo” – incalza Oddone -. In questo modo, si andrebbe esattamente nella direzione quello che volevano le industrie del gioco d’azzardo. Nonostante i movimenti “no slot” abbiano fatto molta pressione, non hanno mai avuto udienza presso il ministero, se non alla fine, poche settimane fa. Quando passerà il decreto, i Comuni dovranno adeguarsi. L’approvazione significa la totale e contestuale cancellazione del regolamento varato da Genova nel 2013. Noi siamo stati i primi a partire, potendo contare su una legge regionale su cui appoggiarci. Gli altri Comuni d’Italia, attendendo le leggi regionali, erano più indietro. Con il decreto si rischia di perdere di vista il ragionamento sul pubblico interesse da noi avviato, che a mio parere verrebbe stravolto dalla normativa nazionale. Mi domando cosa intendono fare i parlamentari liguri che, coerentemente, hanno sempre portato avanti una linea di contrasto al gioco d’azzardo anche legale. Il Pd a Roma sta conducendo un attacco frontale a quello che i territori hanno deciso. Vedo il decreto legge come come una resa incondizionata alle richieste degli operatori dell’industria del gioco d’azzardo, senza che venga tenuto conto delle situazioni critiche che si sono create. Il decreto porterà a un’ulteriore concentrazione delle slot in zone già pesantemente toccate dal fenomeno, perché riducendo il numero complessivo degli apparecchis i andrà a insistere sulle zone commercialmente più interessanti. I requisiti dimensionali e le regole sulla sistemazione appartata delle macchine rischiano semplicemente di escludere la maggior parte di bar e tabaccherie e i giocatori si sposterebbero tutti nelle sale più grandi. Ma la questione più grave, se verrà confermata, è l’intenzione di ripristinare la libertà di pubblicizzare il gioco d’azzardo. Questo è certamente uno degli elementi più critici del decreto, per quanto ad oggi se ne sa”.
PUBBLICI ESERCIZI CONFESERCENTI: “MERCATO DA CONTROLLARE, NON FAGOCITARE”
Secondo Groppi, invece, del decreto si sa ancora troppo poco per poter giudicare. “Bisognerà vedere come vengono esattamente formulate le regole per i pubblici esercizi e le tabaccherie – dice -. Un regolamento come quello costruito a Genova ci voleva, ma quello varato era troppo restrittivo su alcune cose. Il fatto che venga cancellato dalla norma nazionale da una parte ci soddisfa, ma dall’altro no, perché il mercato deve essere controllato. Non deve, però, essere fagocitato. A causa del regolamento del Comune di Genova esistevano casi limite assurdi. Uno su tutti: una ricevitoria del centro paga troppo per l’affitto e ha trovato un locale a pochi metri da quello dove esercita che pagherebbe molto meno, ma non può traslocare, perché, proprioper quei pochi metri, non esisterebbero le distanze dai luoghi “sensibili” decisi dall’amministrazione (scuole, luoghi di culto, bancomat n. d. r.) e Tursi non dà l’ok. C’è poi il fatto che se il titolare di un bar vende l’attività e ha licenze sia per le slot sia per il dehors, deve scegliere quale delle due tenere, perdendo una buona fetta guadagno”.
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