a bunk bed with striped linen behind barsCronaca 

Marassi, detenuto aggredisce agente e cerca di strangolarlo

La denuncia di UilPa: «Solo grazie al tempestivo intervento dei colleghi non è finita in tragedia». Il Sappe: «È ora della tolleranza zero!». Nel mirino di entrambi i sindacati il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo

Alle ore 9,30 circa di stamani un detenuto di origine francese, ristretto in sesta sezione primo piano, sezione per detenuti violenti, al rientro dall’ora d’aria, ha prima preso alle spalle il poliziotto e poi ha tentato di strangolarlo.

«L’agente è da circa un mese a in servizio nel Carcere Marassi – dice Fabio Pagani, segretario regionale della UilPa Polizia Penitenziaria – solo grazie al tempestivo intervento dei rinforzi si è evitato il peggio. Gli agenti sono riusciti a togliere dalla violenta presa del detenuto il malcapitato poliziotto».

«Questi sono detenuti – aggiunge il sindacalista della Uil – che meritano carcere duro , stringente, – ma purtroppo – e per l’ennesima volta dimostrano che non riescono a comprendere le leggi dello stato italiano e così è lo stato a rimetterci con i suoi uomini e donne – la Polizia Penitenziaria conta ancora una volta feriti. L’agente è stato trasportato al pronto soccorso. A lui, da poco in Polizia Penitenziaria e al personale di Marassi va il nostro pensiero, augurando una pronta guarigione e solidarietà».

«Al capo del Dap Russo – dice il sindacalista – dico che occorre immediato intervento- AMarassi dopo la protesta dei detenuti durata 7 giorni per problemi spesa, il detenuto che è salito sul tetto per protesta, si aggiunge questa vigliacca, una grave aggressione ai danni della Polizia Penitenziaria».

Dura presa di posizione da parte di Vincenzo Tristaino, segretario regionale per la Liguria del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, dopo il grave episodio avvenuto oggi nella Casa circondariale: «Il personale di Polizia Penitenziaria è sempre più stanco delle continue aggressioni e violenze subite e auspica in un celere intervento da parte dell’Amministrazione a livello nazionale. Non ci sono più parole per descrivere le gravi condizioni di disagio lavorativo in cui versa la Polizia Penitenziaria. Le quotidiane grida d’allarme del Sappe continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. Queste sono violenze annunciate! È scandaloso che nel 2023 vi siano ancora persone indegne che usano la violenza per cercare di sovvertire il sistema istituzionale all’interno dei penitenziari mirato alla risocializzazione del detenuto, ma in rispetto delle regole. Fortunatamente in carcere ci sono anche persone che si dissociano da questi atteggiamenti violenti e cercano nello studio e nel rispetto reciproco la loro ragione di vita».

Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime al poliziotto ferito a Marassi «la solidarietà e la vicinanza del Sappe» ed evidenzia come «le intolleranze dei detenuti ed il grave episodio da loro provocato sia sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Servono risposte ferme da parte del DAP, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione. Quel che è accaduto nella Casa circondariale di Marassi testimonia una volta di più l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità!».

Capece mette sotto accusa la gestione delle carceri da parte dell’attuale Capo del DAP Giovanni Russo: «La sua gestione è fallimentare: non fa praticamente nulla, vive isolato dai “suoi” uomini e non sappiamo neppure che faccia abbia, essendo evidentemente allergico al confronto con i Sindacati. Non ci incontra e non fa nulla, quando invece dovrebbe intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza».

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