Cronaca 

Caso Scagni, l’omicida della sorella tormentava anche i vicini di casa

Stuzzicadenti nei campanelli per farli suonare, citofonate anonime, colpi contro il muro con una mazza (forse la stessa con cui Scagni si era anche fotografato postando poi la foto sui social), appartamenti chiusi da fuori con catena e lucchetto. La serie delle molestie durava dal 2013. Alberto aveva poi dato fuoco alla porta della nonna e aveva minacciato i genitori e la sorella. Fino all’omicidio di quest’ultima con 24 coltellate. Era il 1º maggio 2022

La lunga storia di molestie ai condomini è emersa nel corso dell’udienza del processo davanti alla Corte d’Assise, presieduta da Massimo Cusatti. I vicini hanno raccontato le angherie che erano cominciate dieci anni fa, per diventare sempre più frequenti. Si parla di citofono suonati ad ogni ora (in un caso, l’inquilina è riuscita anche a fotografare Alberto Scagni che si allontanava dal portone subito dopo aver suonato a lungo), poi qualche porta degli appartamenti chiusa da fuori con catena e lucchetto, in modo che nessuno potesse entrare o uscire senza romperli.

I condomini si erano rivolti alla Polizia locale senza risolvere nulla, avevano chiamato il 112, si erano rivolti al Servizio di Salute mentale dove gli operatori avevano allargato le braccia nonostante conoscessero la situazione perché era stata segnalata da diverse persone. I condomini si erano anche rivolti all’amministratrice del condominio, hanno raccontato in aula, ma questo, a loro dire, non aveva preso alcun provvedimento né aveva intrapreso iniziative di sorta.

Scagni si era anche divertito a prendere in giro i parenti di un uomo a cui era stata ripetutamente messa la catena alla porta di casa, i quali avevano messo un biglietto col numero di telefono per cercare testimonianze sull’autore del gesto. L’unico a chiamare, il giorno prima dell’omicidio della sorella, fu proprio Scagni, che suggerì l’installazione di telecamere.

Le testimonianze hanno contribuito a delineare il quadro della situazione e la personalità di Scagni, oggi accusato di omicidio volontario aggravato. Il 15 settembre ci sarà la requisitoria del pm Paola Crispo. la sentenza è prevista il 29 settembre.

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