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Rixi: «L’Italia dei no ha fatto venire giù il Morandi». Crivello: «Ricostruzione offensiva». Lodi: «Affermazioni gravissime»

Tutto parte da un’intervista pubblicata da “Il Giornale” in cui il viceministro leghista, per difendere il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, dichiara che l’Italia dei no «È quella che ha fatto venire giù il ponte Morandi. Quella di quelli che scrivevano che il Morandi sarebbe sopravvissuto, che non c’era bisogno di metterci mano. La stessa che ha fermato i lavori della Gronda». A sinistra c’è chi si sente chiamato in causa e vuole mettere in chiaro le cose e rilancia

Il primo è Gianni Crivello, già presidente del municipio Valpolcevera, assessore della giunta Doria, poi consigliere comunale dopo essere stato candidato sindaco contro Marco Bucci: «Io credo sia fondamentale evidenziare davvero queste affermazioni del viceministro Rixi che mi pare che siano passate in maniera inopportuna, un po’ sottotraccia – dichiara Crivello -. Insomma, dichiarazioni che in qualche modo sono collegate al ponte sullo stretto, per difenderlo, prendendo spunto da un esempio che io ritengo più che offensivo per quanto riguarda il Morandi? Lui dice “l’Italia dei no”, quella che “ha fatto venire giù il ponte Morandi”, che sarebbe in qualche modo sopravvissuto, a prescindere, che non c’era bisogno di metterci mano. Ora io dico: proprio in una fase in cui è in corso il processo per la strage… Ancor peggio: le ispezioni che sono state effettuate successivamente sulle autostrade da parte del ministero hanno testimoniato che i report di Aspi non corrispondevano alla situazione reale. Beh, allora Rixi sa che qualcuno si oppose alla ristrutturazione e alla manutenzione del ponte Morandi? Lo dica. Io ricordo, come presidente di Municipio, di aver vissuto in prima persona una fase molto delicata. Con la giunta Pericu, noi ragionammo sul raddoppio del ponte Morandi. Con la giunta Vincenzi: débat public, assemblee molto difficili, dove ero tra i pochi presenti. Durante le quali mi sentii molto solo e nessun rappresentante, ripeto, nessun rappresentante della destra partecipò mai a quella assemblee per difendere la gronda. E non solo – e questa cosa è sfuggita – poche settimane prima, mi pare nel luglio del 2018, prima del crollo, la Lista Crivello chiese una commissione, non certo perché prevedesse il crollo, con Autostrada e col comitato di via Porro, con Franco Ravera e gli altri, per avere notizie sui lavori che duravano da anni e di notte ed erano un po’ poco rispettosi del quartiere sottostante. In quella situazione io in qualche modo attaccai duramente anche l’ingegnere che lì rappresentava autostrade, quasi aggressivo nei confronti della richiesta degli abitanti di via Porro. Poche settimane dopo ci fu il crollo. Allora, un viceministro non può usare certe argomentazioni in maniera vergognosa, per difendere un’opera più che discutibile. Giusto l’altra sera Luca e Paolo hanno mandato in onda il video dove Salvini, nel 2016, contestava duramente il ponte sullo stretto, tanto per essere chiari. Il viceministro Rixi non può utilizzare una ricostruzione offensiva a proposito del disastro del Morandi».

Anche la consigliera comunale Pd Cristina Lodi ha più di qualcosa da dire: «Le affermazioni sono gravi, sono gravissime perché toccano due fondamentali – spiega -. Il primo: intanto le fasi processuali hanno messo sotto osservazioni tutti i passaggi relativi a ciò che Società Autostrade ha fatto o avrebbe dovuto fare prima del tragico crollo e le risultanze sono oggetto di valutazione in fase giudiziale. Dalle ultime dichiarazioni e rivelazioni è chiaro che la situazione si sta riconducendo a quello che si ipotizzava e che, ahimè, sta per avere conferma e che purtroppo non restituirà ai propri cari le persone innocenti decedute . La seconda è che forse Rixi non si ricorda come la Lega fu determinante, forse è meglio che faccia un ripasso sulle responsabilità di voto del suo gruppo politico a favore dell’emendamento salva Benetton su cui votò contro il PD. A volte servirebbe silenzio per far sì che la giustizia faccia come tutti ci auspichiamo il suo corso».

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