Falsi Modigliani: chieste cinque condanne, le più pesanti a sei e cinque anni di reclusione

Le richieste di pena più pesante da parte del procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio per Rudy Chiappini, curatore della mostra e Joseph Guttmann, proprietario della maggior parte dei dipinti ritenuti contraffatti


Secondo gli investigatori, attraverso l’esposizione alla mostra si volevano far passare per autentiche delle opere false per rivenderle a prezzi stellari nel centenario della morte di Modigliani. I legali degli imputati sostengono che le opere sono autentiche
La procura di Genova ha chiesto cinque condanne e una assoluzione nel processo sui presunti quadri falsi di Modigliani, sequestrati nel 2017 mentre erano esposti a Palazzo Ducale.
Il procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio ha chiesto la condanna a sei anni per Rudy Chiappini, curatore della mostra, cinque anni per Joseph Guttmann, proprietario della maggior parte dei dipinti ritenuti finti. Inoltre, ha chiesto otto mesi per Nicolò Sponsilli, direttore della società Skira che organizzò l’evento, e per Rosa Fasan, dipendente della società.
Per Pietro Pedrazzini, scultore svizzero e proprietario di un “Ritratto di Chaim Soutine” che secondo gli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo falso, sono stati chiesti sei mesi di reclusione.
Per Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira, è stata invece chiesta l’assoluzione,
A sollevare i dubbi sui quadri era stato il critico d’arte ed esperto di Modigliani Carlo Pepi, che ha dichiarato che le opere esposte erano state realizzate con tecniche e materiali incompatibili con quelli utilizzati dall’artista.
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