Alberto Scagni in tribunale, ma non per l’omicidio della sorella Alice. Udienza per la revoca dei lavori socialmente utili

Gli erano stati assegnati perché, guidando ubriaco, si era schiantato contro un muro per poi darsi alla fuga ed essere catturato dalla Polizia locale. Non aveva, però, rispettato la misura

Il giudice dovrà decidere sulla revoca della misura alternativa alla detenzione che gli era stata assegnata un anno prima dell’omicidio della sorella Alice con 24 coltellate sotto casa della donna, a Quinto, il 1º maggio 2022.

Alberto Scagli era andato a sbattere in auto contro un muro ad altissima velocità e si era allontanato in fretta. La Polizia locale, però, lo aveva acciuffato e portato a processo per guida in stato di ebbrezza e per il suo comportamento successivo allo schianto. Il giudice gli aveva assegnato lavori di pubblica utilità, ma lui non aveva onorati la misura. Si era vantato sui social e con il cognato di aver dato filo da torcere agli agenti che, però, alla fine lo hanno preso.
La Procura, alla luce del mancato rispetto degli obblighi, aveva chieso la revoca della misura sostitutiva della pena. Ieri si è tenuta l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni. Scagni, difeso dall’avvocato Federico Figari, ha voluto presenziare all’udienza ed è arrivato in manette scortato dalla polizia penitenziaria. Poi si è seduto dietro le sbarre del gabbiotto allestito per i detenuti. Non ha detto una parola, rimanendo tranquillo e senza muovere un ciglio mentre il pubblico ministero Gabriella Marino parlava.
Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di revoca della misura. Se deciderà per la regola. Scagni dovrà scontare la pena detentiva prevista e che era stata sostituita dai lavori socialmente utili.
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