Oggi a Genova 

Mancato rinnovo del contratto a 50 precari degli asili nido, bagarre dentro e fuori dal consiglio comunale

Dentro l’aula si sono ripetute le situazioni di forte tensione tra maggioranza e opposizione che si erano già verificate nella passata riunione sulla questione della costruzione dei cassoni a ponente e il presidente del consiglio Carmelo Cassibba ha interrotto la seduta per una riunione dei capigruppo a cui la minoranza non si è presentata per protesta. Nel frattempo il sindaco ha ordinato alla Polizia locale di sgomberare il loggione dal pubblico che rumoreggiava contro giunta e maggioranza e la tensione è arrivata alle stelle. Prima fuori dal portone di Palazzo Tursi e poi nella buvette e circa 300 persone hanno manifestato contro il mancato rinnovo

Sembra di essere tornati ai tempi del confronto tra lavoratori Amt e il sindaco Marco Doria. Oggi si sono registrati momenti di fortissima tensione dentro e fuori la Sala Rossa. Sul posto decine di uomini della Polizia locale, compreso il comandante Gianluca Giurato e la Digos. A protestare sono Cgil, Cisl e Uil, i maestri e i collaboratori scolastici degli asili, mamme e papà dei bimbi e cittadini che si sono uniti alla battaglia per la stabilizzazione dei cinquanta insegnanti dei nidi assunti a tempo determinato in periodo di Covid grazie alla possibilità per il Comune di derogare alla spesa per il personale concessa dal Governo alla luce delle difficoltà dettate dalla pandemia. Personale che, però, secondo i sindacati, serve per far marciare il servizio 0-6. Agli insegnanti, negli anni scorsi, era stata ventilata la stabilizzazione, ma il contratto è arrivato a scadenza senza che sia successo niente e cinquanta lavoratori si sono trovati senza impiego mentre le famiglie si sono trovate senza maestri e maestre. A fronte dell’intenzione, ventilata dalla giunta, di coprire il servizio con le cooperative, la scorsa settimana è stato organizzato dai sindacati della funzione pubblica la manifestazione di oggi, con slogan e cartelli. Parte dei manifestanti è riuscita ad entrare nel loggione della Sala Rossa, che però ha una capienza limitata, mentre gli altri sono rimasti fuori. Quanto stava accadendo in sala ha acceso gli animi, tra fischi e grida.

Il Consiglio comunale è stato sospeso a causa della protesta fuori e dentro l’aula e il Presidente del consiglio ha indetto una riunione dei capigruppo. I consiglieri di minoranza avevano fortemente criticato in aula la decisione della giunta di far rispondere sul tema non all’assessore alla Scuola e al Personale Marta Brusoni, ma al vicesindaco e assessore al Bilancio Pietro Piciocchi. Un fuoco di fila di mozioni della minoranza sull’ordine dei lavori, proprio sul fatto che non rispondesse Brusoni che pure nei giorni scorsi ha rilasciato ampie dichiarazioni ai media, è terminato con la sospensione, non prima che il Presidente (il quale aveva contestato la pertinenza degli interventi della minoranza sulla “questione Brusoni”) lasciasse rispondere per esteso la capogruppo di Vince Genova Tiziana Notarnicola sul perché le loro obiezioni fossero, a suo parere, inopportune. Intervento che al contrario di quello dei consiglieri di minoranza non è stato giudicato non pertinente da Cassibba e si è svolto senza interruzioni da parte della presidenza.

Alla luce della mancata partecipazione dei capogruppo di minoranza alla riunione dei capogruppo, lo stesso Cassibba ha poi deciso di sciogliere la seduta.


Esprime, intanto, la sua posizione sul tema dei servizi educativi 0-6 il capogruppo M5S Fabio Ceraudo

«Disatteso il patto con le famiglie genovesi e calpestati i diritti dei lavoratori. La vicenda dei 50 insegnanti, educatori e collaboratori dei servizi educativi 0-6 anni del Comune di Genova grida vendetta: l’amministrazione comunale ha dormito, letteralmente, e non ha mai voluto convocare i tavoli urgenti quando richiesti dall’opposizione – dice il consigliere pentastellato -. E oggi, la politica che amministra la città ha perso tempo a concionare di normative giuridiche, ma alle lavoratrici e ai lavoratori interessa arrivare al sodo della questione: conservare il proprio posto e continuare a garantire un servizio pubblico essenziale a decine di bambini in età prescolare. Parlare ora di tavoli, poi, è ridicolo perché siamo fuori tempo massimo. La Giunta si assuma le proprie responsabilità, la smetta di nascondersi dietro i tecnicismi e cerchi una via d’uscita credibile che non cancelli un servizio e al contempo salvaguardi il posto di lavoro di decine di professionisti”.

«L’esasperazione esplosa oggi in Consiglio era scontata ed è peraltro il prodotto di una politica di destra inaffidabile e incapace di rispondere nel merito delle questioni poste, democraticamente portate all’attenzione dell’Aula ma sistematicamente ignorate – prosegue Ceraudo -. Segnaliamo al sindaco Bucci e alla sua Giunta che il presidio odierno organizzato dalle sigle sindacali aveva e ha un duplice scopo: salvaguardare l’occupazione e garantire un servizio”. Il metro dell’incapacità del sindaco di far fronte alle istanze più critiche l’abbiamo visto a metà seduta, quando ha tentato di allontanare i manifestanti con la scusa del disturbo ai lavori d’Aula. La verità è che Bucci è allergico al dissenso e quando non sa che pesci pigliare, come oggi… batte puerilmente i pugni sul tavolo».

Articolo in aggiornamento.

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