La Z dei carri armati russi sulla targa di passo Vittime delle Foibe. Scritta di Genova Antifascista: «L’unica giornata del ricordo è il 25 aprile»
Genova Tricolore e l’associazione 10 Febbraio chiedono al Comune di ripulire subito l’imbrattamento. L’associazione di destra chiede ad Anpi e Cgil di condannare il gesto

«Vilipesa ancora una volta la memoria degli infoibati e degli esuli istriano-dalmati. La notte scorsa infatti alcuni appartenenti a “Genova Antifascista” con il favore del buio hanno imbrattato la targa di Passo Vittime delle Foibe con una Z nera, chiaro riferimento all’invasione russa dell’Ucraina, e vergato una scritta sul muretto adiacente che recita: “L’unica giornata del ricordo è il 25 aprile» dicono a Genova Tricolore.


«L’intento di negare il valore del Giorno del Ricordo, istituito con la legge 30 marzo 2004 n.92, e dunque di negare il ricordo stesso del dramma delle Foibe, è più che evidente – proseguono all’associazione -. Così com’è evidente il secondo messaggio che i coraggiosi autori del gesto hanno voluto glorificare: il drammatico parallelo tra le aggressioni e gli stermini subiti dalla popolazione ucraina nel corso della sua storia da parte dei russi – dalla de-ucrainizzazione forzata alle carestie indotte fino alla recente invasione militare – e il genocidio perpetrato dai partigiani jugoslavi ai danni di migliaia di italiani, torturati, uccisi o costretti a fuggire dalle terre di Istria e Dalmazia. Genova non è nuova a blitz di questo genere. Dagli striscioni e dagli adesivi “no foibe no party” alla pubblica giustificazione dello sterminio condotto dai partigiani comunisti di Tito, passando per i tentativi di distruggere targhe e monumenti fino ai frequentissimi imbrattamenti, fra i quali quello della targa dedicata a Norma Cossetto, studentessa istriana stuprata e uccisa nel 1943: è palese come a Genova vi sia un’attiva minoranza estremista impegnata nell’oltraggio alla memoria nazionale e nella propaganda di messaggi d’odio politico».

«Oltre al rapido restauro della targa imbrattata si rendono dunque necessari una maggiore attenzione e un maggiore attivismo sul tema da parte del Comune di Genova e di tutte le istituzioni locali – proseguono a Genova Tricolore -. È necessario che le istituzioni comincino a celebrare regolarmente il Giorno del Ricordo, patrocinando e aderendo alle iniziative proposte da comitati e associazioni ma anche con cerimonie ufficiali istituzionali ed eventi culturali. Allo stesso modo è importante curare la toponomastica e i monumenti della città che, tra le sue strade, annovera solamente una breve porzione di marciapiede intitolata alle vittime delle foibe, una piccola stele nello stesso punto e una semplice targa per Norma Cossetto: decisamente troppo poco per una tragedia nazionale così grande e così spesso oltraggiata. Fiduciosi che il Comune di Genova prenderà i dovuti provvedimenti, aspettiamo anche una condanna decisa del gesto ignobile di “Genova Antifascista” da parte della sinistra, dell’ANPI e della CGIL onde sottolineare la distanza che intercorre tra partiti, associazioni e sindacati rispettabili e democratici e i gruppi di estremisti rei di vandalismo e propaganda d’odio».
Il Comitato 10 Febbraio esprime «viva preoccupazione per le scritte apparse la scorsa notte a Genova su un muro di Passo Vittime delle foibe e sulla relativa targa stradale».
«Bisogna isolare chi fomenta gli animi con scritte sconclusionate – dichiara Silvano Olmi, presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio –. Sono sicuro che la democratica città di Genova si troverà unita la mattina di sabato 11 febbraio nel giusto ricordo di chi venne trucidato nelle foibe e delle migliaia di italiani che furono costretti dai comunisti slavi ad abbandonare le proprie terre d’origine. Invito l’amministrazione comunale a far cancellare le scritte e a ripristinare il decoro del luogo pubblico – conclude Olmi – anche per tutelare l’immagine della città di Genova».
Il Comitato 10 Febbraio, sorto successivamente alla promulgazione della Legge 92 del 30 marzo 2004 istitutiva del Giorno del Ricordo, raccoglie soprattutto cittadini italiani che, pur senza avere un legame diretto o famigliare con le tragedie delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata, si accostano con particolare sensibilità a queste pagine di storia patria.
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