Economia Industria 

Ex Ilva, la disponibilità del Governo non basta. Fiom, Fim e Uilm proclamano sciopero generale per lunedì prossimo

Gli assessori regionali Benveduti (Sviluppo Economico) e Sartori (Lavoro) fiduciosi nel lungo termine, ma sul medio termine pesa la decisione dell’azienda di sospendere l’attività di 145 aziende dell’indotto. La Fiom genovese chiede tempi brevi per l’acquisizione della maggioranza di Acciaierie d’Italia da parte del governo. La Fim locale: «Zero certezze per Genova, pronti a usare tutte le nostre forze»

Dopo l’incontro al Ministero Fiom, Fim e Uilm, proclamano per lunedì 21 novembre 4 ore di sciopero. Incontro che «se ha consentito di verificare una rinnovata disponibilità del governo a considerare la vertenza di Acciaierie D’Italia centrale e strategica per l’insieme dell’industria manifatturiera in Italia, non ha però consentito di fare concreti passi avanti per quanto riguarda il merito delle questioni aperte, non fosse altro per l’assenza dell’azienda al tavolo» dicono i sindacati nazionali che chiedono: «Lo Stato acquisisca il controllo e la gestione degli impianti nazionalizzando o diventando socio di maggioranza, rinegoziando l’accordo che prevede la transizione dei nuovi assetti societari al 2024, stabilendo e vincolando l’utilizzo dei fondi e la loro destinazione; Acciaierie d’Italia ritiri il provvedimento di taglio degli ordini e delle commesse delle imprese dell’indotto; il governo sia garante di un riequilibrio delle relazioni sindacali all’interno del gruppo Adi oggi assenti; il governo costituisca un tavolo permanente con tutti i soggetti interessati per garantire la risalita produttiva e la rinegoziazione del mancato accordo sulla cassa integrazione straordinaria; sia confermata da parte del ministero del Lavoro, l’integrazione al reddito per i lavoratori Ilva in A.S; siano garantire le condizioni di salute e sicurezza in tutti gli stabilimenti».

«Finalmente sentiamo parlare di visione strategica industriale. Concordo su quanto detto dal ministro alle Imprese e al Made in Italy Adolfo Urso, dopo decenni di delocalizzazioni e svendite, l’Italia deve riappropriarsi di asset strategici per pianificare un serio sviluppo produttivo nel medio e lungo termine. In questo scenario, la filiera dell’acciaio va, non solo preservata, ma implementata, con l’utilizzo delle migliori tecnologie, sia per efficienza sia per attenzione ambientale senza però rendere irrealizzabile e insostenibile l’attività economica. I progetti sono molto complessi da raggiungere, con innumerevoli varianti, molte delle quali indipendenti dalla possibilità di governo da parte delle istituzioni. Occorre perciò riflettere con serenità e pragmatismo, in particolare sulla realtà genovese, su come sostenere l’occupazione dell’esistente e svilupparne di aggiuntiva, magari utilizzando parte delle importantissime aree che ragionevolmente si potranno continuare a ritenere inutilizzate». Lo dice l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti al termine dell’incontro in videoconferenza con il ministero delle Imprese e del Made in Italy sull’ex Ilva.

«Condividiamo al contempo le preoccupazioni sollevate dai sindacati circa le prospettive a breve e medio termine, alimentate anche dall’improvvida decisione di Acciaierie d’Italia di sospendere l’attività 145 aziende dell’indotto – aggiunge l’assessore – Siamo tuttavia fiduciosi che il nuovo governo sappia cambiare rotta su questi temi, rispetto alle fallimentari scelte del passato, con una moderna definizione di priorità strategiche per aziende che devono seguire criteri, più che di pura finanza, di interesse nazionale».

«Siamo altresì fiduciosi che il nuovo Governo – ha aggiunto l’assessore regionale al Lavoro Augusto Sartori – adotterà tutte le misure possibili per salvaguardare i tanti lavoratori del sito di Genova di Acciaierie d’Italia e di tutto l’indotto. Le parole di oggi del ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone vanno in questa direzione».

“Come Regione Liguria, seppur nelle nostre limitate competenze formali, continueremo a vigilare e a collaborare affinché tutto ciò si possa realizzare al meglio”, concludono i due assessori.

«Serve una presa di responsabilità da parte del Governo per invertire la lenta agonia oggi presente negli stabilimenti di Acciaierie d’Italia – dice Stefano Bonazzi segretario generale Fiom Cgil Genova -. Il Ministro ha dichiarato la volontà di modificare la governance, con l’ingresso dello Stato come azionista di maggioranza. Se quella è la strada scelta, la perseguano in tempi brevi. Troppo spesso in questi anni abbiamo ascoltato proclami della politica mai concretizzatisi: i risultati nell’ex Ilva sono sotto gli occhi di tutti».

«Il futuro della siderurgia, passa dalla presa di posizione del Governo, nazionalizzando gli impianti o diventando socio di maggioranza da subito e non dal 2024, mettendo così manager di riferimento che possano controllare e gestire l’azienda.  Non c’è più tempo, zero certezze anche per lo stabilimento di Genova:  dobbiamo intervenire subito se vogliamo evitare questo trascinamento che mette in pericolo la Siderurgia nel nostro paese con il grande rischio di trascinarla verso la chiusura. Davanti a questa prospettiva noi non staremo fermi e useremo tutte le nostre forze» spiegano il segretario generale FIM Cisl Liguria».

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