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Deserta la gara per il restauro del Castello della Pietra di Vobbia

Come per la Diga di Genova, nessuno degli operatori invitati a presentare il preventivo ha deciso di partecipare. La Base d’asta era di 45mila euro per restauro e rifunzionalizzazione

Forse per l’aumento delle materie prime che fanno lievitare i costi, forse perché la base d’asta non è stata considerata adeguata per i lavori richiesti, è andata deserta la gara per il recupero del Castello della Pietra di Vobbia, che si trova nel Parco dell’Antola, in Alta Valle Scrivia. L’intenzione del Parco era quella di effettuare “lavori di restauro e risanamento conservativo per la rifunzionalizzazione e adeguamento igienico-sanitario del punto di sosta e ristoro a servizio dei visitatori” e a disposizione c’erano fondi europei nell’ambito del progetto comunitario “Cammini e Biodiversità. valorizzazione itinerari e accessibilità per la transumanza”.

La stazione appaltante della Regione Liguria non ha registrato alcuna offerta.

Il millenario Castello della Pietra e incastonato tra due torrioni di roccia naturale. Faceva parte del sistema difensivo dei Vescovi di Tortona e dei Marchesi di Gavi nel XI secolo, diventando poi poi proprietà del feudatario Opizzone dal 1252, quindi passato nei secoli agli Spinola, agli Adorno, ai Botta-Adorno, ai Cusani-Visconti fino ai Riva-Cresani-Visconti che nel 1919 lo cedettero a G.B. Beroldo. Nel 1979 la sua famiglia lo donò al Comune di Vobbia e dal 1981 iniziarono i complessi restauri dell’allora Provincia di Genova d’intesa con Sovrintendenza, Comune di Vobbia e Centro studi storici per l’alta Valle Scrivia che si conclusero nel 1993 con la rinascita della rocca che aveva subito anche incendi e devastazioni delle truppe napoleoniche.

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