Oggi a Genova 

Anpi: «25 aprile, fischi per bieco calcolo elettorale che poco ha a che fare con la democrazia e la libertà»

L’associazione durissima con i supporter del candidato sindaco Crucioli che oggi hanno disturbato con fischi e grida al megafono la cerimonia ufficiale in ricordo della Liberazione: «Gli ignobili fischi che si sono registrati stamani in piazza Matteotti da parte di un gruppo già ben noto di no vax, no green pass e, alla fine, no democrazia, sono stati un fastidio e una violenza». L’Associazione Partigiani durissima anche contro lo stesso Crucioli: «Dovrebbe ricordare ed essere coerente con la costituzione su cui ha giurato: “… chi ha incarichi pubblici li deve svolgere con dignità ed onore”. Questo oggi non è successo»

La nota del comitato provinciale Anpi di Genova è tranchant: «Il 25 aprile unito in piazza è una gioia chi fischia per bieco calcolo elettorale non merita nulla Il 25 aprile, dopo due anni, e ‘ tornato ad essere celebrato in piazza a Genova, con tanta gente, tante bandiere (quelle dell’Anpi e quelle arcobaleno della pace in primo luogo ) e la voglia di ricordare la Liberazione è il suo costo in dolore e vite umane. Appunto per questo, gli ignobili fischi che si sono registrati stamani in piazza Matteotti da parte di un gruppo già ben noto di no vax, no green pass e, alla fine, no democrazia, sono stati un fastidio e una violenza. Chi pensa di farsi pubblicità elettorale attaccando il 25 aprile, tanto più se è un eletto nelle istituzioni, dimostra di non aver capito nulla della Costituzione su cui ha giurato e dovrebbe ricordare ed essere coerente l’articolo 54: “… chi ha incarichi pubblici li deve svolgere con dignità ed onore”. Questo oggi non è successo. Condanniamo fischi e proteste violente: sono un altro volto di vecchie pratiche prevaricatorie che poco hanno a che fare con la democrazia e la libertà».

I crucioliani, che oggi pomeriggio, insieme al Partito Comunista, hanno anche inscenato un corteo con bandiere della Russi in centro, si erano presentati stamattina con bandiere (nessun partito le ha portate in piazza per rispetto al momento solenne) e megafono. Sono stati fischiati prima il sindaco Marco Bucci, poi il presidente della Regione Giovanni Toti, infine l’oratore ufficiale della manifestazione, Giovanni Maria Flick. Non hanno taciuto nemmeno quando la Filarmonica Sestrese ha suonato l’inno d’Italia. Hanno continuato a schiamazzare e ad agitare bandiere e cartelloni a favore di telecamere e macchine fotografiche. Al termine della manifestazione, alcuni dei supporter di Crucioli hanno inseguito Toti e il suo staff gridando contro di loro e insultandoli. Non si sono accorti che insieme al Presidente della Regione stava camminando il Questore di Genova, Orazio D’Anna. Peraltro, dai tempi delle minacce no vax Toti è seguito da una scorta. I poliziotti in borghese hanno allontanato i contestatori e hanno chiesto ai documenti a uno che non intendeva allontanarsi. Questo, prima di venire a miti consigli (sul posto, nel frattempo, era arrivata una volante con poliziotti in divisa), ha dato “lezioni di diritto” ai presenti.

Subito dopo, con un comunicato stampa, il senatore Crucioli, eletto nelle file del M5S da cui è fuoriuscito, si scagliava contro Toti e contro il capogruppo Pd Alessandro Terrile “colpevoli” di aver censurato con forza il comportamento dei suoi sostenitori in piazza Matteotti e precisava che l’atteggiamento tenuto dal gruppo non era contro la cerimonia del 25 aprile, ma contro i partiti politici, suoi avversari (anche se su opposte sponde) alle elezioni comunali. L’Anpi genovese non l’ha interpretata esattamente così e, anzi, condanna con forza quella che descrive come una strumentalizzazione dell’importante momento di memoria. Particolarmente dura la sottolineatura dei metodi usati dal piccolo ma chiassoso numero di sostenitori del candidato sindaco perché è stato di fatto impedito a chi doveva tenere gli interventi ufficiali di esprimere con serenità il proprio pensiero e ai cittadini dei più svariati orientamenti politici riuniti, per una volta, per rispetto del sacrificio di uomini e donne che hanno combattuto e sono morte per garantire a tutti di esprimere il proprio pensiero.

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