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Ist, pazienti oncologici in coda sotto la pioggia in attesa di entrare

L’operatrice di una pubblica assistenza segnala sia la situazione per i pazienti, sia la scarsa attenzione per i militi delle “croci” all’ospedale San Martino

<Voglio segnalare la situazione presso l’ospedale San Martino per come viene gestita da mesi la situazione Covid e il distanziamento – dice Letizia Porfido -. Io lavoro in una pubblica assistenza e ogni giorno giro per l’ospedale e all’Ist ogni giorno c’è la fila fuori, al piano zero, per i pazienti oncologici che devono fare il famoso triage prima di entrare. Prima arrivavano e sedevano nella sala d’attesa al piano 1, ma per la questione distanziamento adesso si fa la coda sotto. ìi la sala non si usa ma ogni giorno decine e decine di pazienti dializzati più i rispettivi militi che li accompagnano occupano la sala del nono piano. Era stato fatto un percorso con il nastro per terra, ma siamo talmente in tanti che non serve e allora lì il distanziamento non mi sembra che valga vista la quantità di persone in pochi metri quadrati. Poi, i mezzi delle “croci” devono far scende i pazienti al piano meno due del monoblocco e i pazienti salgono in ascensore con altre persone per passare allo zero e fare triage. E se fossero positivi? I dializzati non fanno triage al piano zero, ma al nono e in ascensore salgono e scendono tante persone. Non sarebbe stato meglio controllare anche loro al piano zero? Noi militi entriamo e usciamo da ogni reparto dell’ospedale durante il giorno e molto ma molto raramente ci viene misurata la temperatura: noi siamo immuni? Potremmo anche noi avere qualche linea di febbre durante la giornata. Ad esempio, al Villa Scassi viene misurata la febbre solo ai militi all’entrata, al cancello e non ai pazienti a bordo. Vuole dire che un paziente, se avesse la febbre, può nel frattempo girare per l ospedale prima di venire controllato. Dovremmo avere tutti buon senso e controllarci prima di andare in ospedale, ovvio, ma visto che i controlli si fanno e che se ci basiamo sul buon senso delle persone siamo fregati. Almeno che le cose si facciano con un senso! Noi militi sempre l’ultima ruota del carro, si è parlato di controlli sul personale sanitario, ma non su noi. Noi che categoria siamo? Noi abbiamo il primo contatto con le persone ma di noi non interessa a nessuno e infatti non abbiamo nemmeno il riconoscimento del ruolo professionale. Non esistiamo, ma si ricordano di noi solo in caso di bisogno>.

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