Cerimonia per il 39º anniversario della morte del brigadiere Volpi, ucciso per far evadere Cesare Chiti
Domani mattina, 27 ottobre, alla presenza dei familiari e delle autorità civili, militari e religiose, sarà commemorata la ricorrenza del 39° anniversario della morte del brigadiere Ruggero Volpi, Medaglia d’oro al Valor Civile a seguito delle ferite di cui rimase vittima il 12 ottobre 1977. Il brigadiere dei carabinieri Ruggero Volpi era a capo di un servizio di traduzione detenuti di un pericoloso pregiudicato, Cesare Chiti, dal carcere di Genova a quello di Trani. All’epoca le traduzioni di detenuti erano svolte dall’Arma dei Carabinieri e generalmente si svolgevano a bordo di autovettura con conducente civile secondo un contratto stipulato dal Ministero di Grazia e Giustizia. In quel caso, l’autovettura, all’imbocco della rampa in prossimità del casello autostradale di Genova Est, fu tamponata da un’altra autovettura e affiancata da due mezzi per permettere l’evasione del pregiudicato. Nel conflitto a fuoco che ne scaturì rimasero feriti un carabiniere e l’autista civile oltre a Volpi. Nella circostanza, il sottufficiale ebbe la prontezza di preoccuparsi dei feriti prima di essere soccorso e trasportato in ospedale dove, in seguito alle ferite riportate, morì, appunto il 27 ottobre successivo. Del gruppo di assalitori fecero parte Salvatore Cimò, poi arrestato nel 2014, e Giovanni Misso, poi destinatario di un altro provvedimento restrittivo nel 2015.
Alle ore 10.15, verrà celebrata una Santa Messa in suffragio dal Cappellano Militare dell’Arma, presso la Chiesa del Comando Legione Carabinieri Liguria, nella Caserma “Vittorio Veneto”.
Alle successive ore 11.30, in prossimità della rampa autostradale che porta al casello di Genova Est, il comandante della Legione Carabinieri Liguria, Generale di Brigata Paolo Carra, alla presenza della vedova Volpi, Bruna Scantamburlo, deporrà una corona d’alloro alla lapide che ricorda il sacrificio del sottufficiale.
Ecco la motivazione della medaglia d’oro al valor civile
Capo scorta di un automezzo adibito a trasporto di detenuti, veniva proditoriamente aggredito ed attinto da numerosi colpi di arma da fuoco, unitamente ad altro militare ed all’autista civile, da parte di alcuni malviventi intenzionati a far fuggire il malfattore ivi trasportato. Sebbene mortalmente ferito raccoglieva le sue ultime energie preoccupandosi di far soccorrere gli altri feriti e di fornire utili notizie per l’identificazione degli aggressori. Nobile esempio di grande altruismo e totale dedizione al dovere spinti fino all’estremo sacrificio.
Genova, 12 ottobre 1977
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