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Imprenditore e hostess muoiono a bordo per esalazioni di monossido di carbonio

Giallo sulla dinamica dell’incidente. Secondo i medici che hanno effettuato l’autopsia sarebbero morti probabilmente per le esalazioni di monossido di carbonio che dal vano motore sarebbero arrivate in cabina. Si tratta dell’imprenditore quarantacinquenne di origine torinese, ma residente a Genova, Stefano Bertona e della ragazza russa che era con lui, Leyla Sultangareewa. I cadaveri sono stati trovati nel motoscafo ormeggiato nel porto turistico di Roses, in Catalogna. A bordo anche un ingente quantitativo di droga.
La barca era abitualmente ormeggiata alla Marina di Sestri dove l’uomo, fino a poco tempo fa, gestiva un’azienda di ricambi e servizi nautici

yacht(Nella foto del “Diari de Girona” lo yacht Italiano sequestrato dalla magistratura locale per le indagini)

A dare la notizia è il giornale locale “Diari De Girona“. Il giornale online scrive che saranno gli esami tossicologici a stabilire se la morte è sopraggiunta proprio a causa dell’ossido di carbonio come l’autopsia sembra indicare, ma aggiunge che non si esclude che la causa della morte sia da ricercare nell’uso di una miscela di droga e alcol che, riferisce il giornale catalano, la polizia spagnola avrebbe trovato in grande quantità a bordo. Tuttavia, Bertona non era noto a chi lo conosceva come abituale assuntore di sostanze stupefacenti.

201774_182572065128929_6362405_o(Stefano Bertona)

Doveva essere una serata rilassante quella che Stefano e Leyla avevano programmato. Arrivati sabato sera nel porto di Roses, avevano ormeggiato il motoscafo lungo 12 metri nella zona del porto destinata alle barche che non si fermano a lungo. Erano, quindi, scesi per andare al ristorante ed erano tornati a bordo alla fine della cena. Quella è stata l’ultima volta che sono stati visti vivi. Ieri pomeriggio, verso le 18, un addetto del porticciolo, considerato che il motoscafo non era partito come previsto e occupava ancora la banchina dei transiti, era andato a bussare per chiedere se i passeggeri intendessero fermarsi ancora e, quindi, volessero pagare un’altra quota per l’ormeggio notturno, ma aveva trovato la barca chiusa e dal tambuccio aveva visto il corpo di Stefano Bertona riverso a terra. Ha capito che qualcosa non andava e ha chiamato la polizia. È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per aprire l’accesso. Tra dinette e cabine, riferisce il giornale catalano, oltre alla droga e alle bottiglie, sono stati trovati anche anche alcuni sexy toys. Nel loro rapporto, i medici che oggi hanno effettuato, l’autopsia hanno scritto di non aver trovato sui corpi segni di violenza e che la morte è con tutta probabilità sopraggiunta per l’intossicazione da monossido di carbonio. Hanno, comunque, prelevato campioni di tessuti e di sangue la cui analisi darà la risposta definitiva. La dinamica dell’incidente, però, è avvolta dal mistero. È piuttosto difficile, infatti, che i motori di un’imbarcazione ormeggiata in un porticciolo restino accesi per ore senza generare una rivolta da parte degli occupanti delle altre barche per via della puzza e del rumore. Tutto ciò che a bordo deve essere alimentato, in porto funziona grazie a un allaccio elettrico a terra e i motori, quindi, si spengono. Inoltre, non bisogna dimenticare che i motori delle barche non vengono alimentati a gas, ma a gasolio. La puzza di un’eventuale infiltrazione dei gas di scarico avrebbe spinto i due a uscire all’aperto molto prima di rimanere soffocati dall’ossido di carbonio. Stefano aveva forse tenuto accesi i motori perché, avendo ormeggiato alla banchina di transito, non era prevista alimentazione? E perché gli occupanti dei grandi yacht vicini non hanno protestato o almeno notato l’inconsueta decisione di non spegnere i motori?
Sia Stefano Bertona sia Leyla Sultangareewa lavoravano nell’ambito della nautica, Stefano come fornitore di ricambi e servizi e fino a poco tempo fa gestiva l’azienda Priority Yacht a Marina Genova Aeroporto, Leyla come hostess e ragazza immagine. Nelle foto sotto, che la giovane donna aveva postato sulla sua pagina Facebook sotto il nome di Lilu Gareeva, la russa posa a San Fruttuoso, alle Cinque Terre e a Camogli per la promozione di un servizio charter.

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La barca (che normalmente era ormeggiata proprio alla Marina di Sestri Ponente) era partita da Genova, negli ultimi giorni di maggio e aveva fatto rotta su Ibiza, con diverse tappe intermedie. Questo l’ultimo post dell’imprenditore su Facebook. Risale proprio al 4 giugno. I due sarebbero morti la notte seguente.

post stefano bertona

 

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