Schiamazzi, non solo movida. I cittadini di Pre’ non dormono per i concerti dell’AutAut
Un lettore denuncia: <Venerdì sera, esasperato, ho chiamato i carabinieri, ma fino alle 4,30 non si è visto nessuno. Poi ho messo i tappi nelle orecchie per tentare di dormire>
Non di sola movida vive il variegato mondo dello schiamazzo giovanile genovese. Nello spazio sociale AutAut 357 in via delle Fontane si tengono diverse iniziative, presentazioni di libri, dibattiti, letture, ma anche aperitivi e concerti. Anche a tarda sera. Anche di notte. Anche quando i residenti della zona vorrebbero dormire. Un lettore che abita a Pre’ ci ha inviato un filmato che illustra la situazione.
Anni fa i negozianti furono sfrattati dal palazzo che è degradato e avrebbe bisogno di interventi. Al piano terra, sette anni fa, si è insediato, occupandolo, il centro sociale. I lavori non sono stati fatti (nel video si vedono le mantovane che impediscono il crollo di calcinacci) e l’Università ha rinunciato ad esigere i locali sfrattando gli occupanti abusivi. Da quel giorno, lì si tengono molte iniziative e, appunto, anche i concerti. <Spesso di sera i ragazzi si ritrovano e fanno musica fino al mattino – ci scrive il lettore che ci ha chiesto di rimanere anonimo, lo chiamereno Marco -. Prendono a calci le saracinesce solo perché si divertono o sono ubriachi. Venerdì notte, alle 4 del mattino, ho chiamato i carabinieri. Mi hanno risposto che sarebbero intervenuti più tardi. Fino alle 4,30 non è intervenuto nessuno. Dopo non so, perché con i tappi per le orecchie e stremato, sono riuscito ad addormentarmi>. Marco spiega che nel suo palazzo c’è un cavedio che fa rimbombare e amplifica i suoni. <La finestra della mia camera da letto è proprio in quel cavedio, le altre due, quelle della cucina, si affacciano su via delle Fontane, e venerdì sera erano ancora chiuse – spiega l’uomo, che abita nel tratto iniziale della strada -. Immagino cosa accadrà tra un mesetto quando dovrò tenerle aperte per il caldo>. Poi l’abitante di Pre’ torna sul tema di rimpallo di responsabilità e competenze delle forze di polizia. <Se ne chiami una – sostiene – ti dicono che quella sera in quella zona è di competenza l’altra. E devi ricominciare tutto l’iter. La domanda che mi sorge spontanea è: come faccio io come cittadino a sapere chi devochiamare una sera o l’altra? Potrebbero distribuire nel centro storico un volantino con orari e serate e competenze in modo da non perdere e far perdere tempo a chi ha bisogno>. Marco parla come una persona esasperata che vive in una zona già di per sè non facile: <Oggi sono in conflitto – dice -. Amo il centro storico, ci abito e ci lavoro e il degrado è sempre più alto. Mi ritrovo a dover decidere se preferire il silenzio dello spaccio di eroina che è tornato ad alti livelli in tutta via Pre’ o il baccano che non fa dormire di notte. Ci sono vicoli che partono da via Gramsci a via di Pre’, ormai impraticabili, pieni solo spacciatori, quando va bene, e con risse e regolamenti di conti quando va male. È bello – ironizza l’abitante – vedere dalle finestre quando passa una qualsiasi macchina delle forze di polizia e parte il passaparola dei delinquenti. Si vede sparire tutto lo spaccio per poi vederlo ricomparire appena la macchina è passata. A volte, non aspettano neanche che la macchina non sia più visibile e si rimettono a vendere subito in coda. L’effetto dalla finestra è un pò quello di quando nuotando si passa in mezzo ad un branco di pesci.
Dunque, quelli che dicono che la movida e l’animazione serale dei vicoli è alternativa alla criminalità, non hanno poi così ragione. Marco subisce entrambi i disagi: lo spaccio sotto casa, il chiasso dei concerti sotto le finestre, oltre via delle Fontane. Ed è il modo di vivere peggiore.
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