Cronaca 

Tragedia della gelosia a Sestri Ponente. La moglie vuole lasciarlo, lui le spara mentre è al telefono col figlio

1320omicidio

di Monica Di Carlo

Non poteva immaginare la sua vita senza di lei, compagna di tutta la vita, madre dei suoi tre figli ormai grandi, nonna dei suoi nipoti. E così l’ha uccisa a colpi di pistola senza pietà, dopo una lite, mentre la donna era al telefono col figlio che ha sentito l’esecuzione in diretta. È successo in via Toscanelli a Sestri Ponente, dove Ciro Vitiello ha ammazzato la moglie, Rosa Landi. Sessantaquattro anni lui, sessanta lei, che ha smesso di vivere alle 22 di ieri sera per quattro palle di piombo, forse cinque e per “troppo amore” o, meglio, per quel non amore malato che diventa egoismo, possesso, che fa dell’altra persona un oggetto di proprietà, una “cosa” che, quando ti scivola via dalle mani, tanto vale distruggerla: “o con me o con nessuno”. È morta così Rosa, che quando forse ha capito cosa stava accandendo e s’è rifugiata dietro il telefono, sperando come la moglie di Barbablù che l’aiuto dei parenti arrivasse in tempo senza sapere che il lieto fine lo hanno solo le favole. O forse, invece, non s’è accorta di niente, fino a quando i proiettili non le hanno bucato la pelle, mandandola all’altro mondo mentre si lagnava con il figlio e con la nuora di quel marito padrone che la tradiva, ma non la voleva lasciare andar via. Alcuni colpi le sono stati sparati alle spalle.
Così i vicini di casa hanno sentito quelle esplosioni, una dopo l’altra, in rapida successione, rompere la tranquillità del quartiere. Poi il silenzio è tornato a cadere su via Toscanelli, sulle alture di Sestri, un quartiere di edilizia popolare e convenzionata costruito negli anni Settanta. Un posto tranquillo, dove il verde comincia a riprendersi un po’ di spazio tra i palazzoni, lontano dal chiasso della movida, dove la gente, la sera, guarda la tv o va a dormire perché altro da fare non c’è. Quegli spari hanno risuonato forte nella quiete. Tutti li hanno sentiti e hanno capito che non non si trattava di una marmitta imbizzarrita o di un petardo.
Ciro ha preceduto il figlio e ha chiamato lui il 113. <Voleva lasciarmi, ho perso la testa> ha detto al centralinista con un filo di voce. Quando gli uomini delle Volanti sono arrivati hanno trovato Rosa in sala, per terra, prona, con un rivolo di sangue sulla schiena e Ciro lì, come in trance, ad aspettarli. I militi del 118 hanno capito subito che non c’era più niente da fare per la povera donna. Ai poliziotti non è rimasto che portare il marito in questura e arrestarlo con l’accusa di omicidio volontario mentre i colleghi della “Scientifica”, col medico legale, procedevano ai rilievi. La Squadra omicidi della 2mobile”  sta indagando per capire la dinamica esatta dell’omicidio, ma, a questo punto, poco importa se Ciro abbia affrontato Rosa di fronte e se, quindi, le pallottole che l’hanno colpita alle spalle siano stati esplose quando già era a terra o se, invece, lui le sia arrivato di soppiatto alla schiena esplodendo i primi colpi a tradimento, senza nemmeno il coraggio di guardarla negli occhi. Certo lo sa uno dei figli della coppia che con la moglie, in viva voce, ha assistito in diretta telefonica all’esecuzione della madre e che dovrà convivere con questo orribile ricordo oltre che col dolore per la sua morte e con quello di sapere il padre in carcere. Cosa diranno i figli di Ciro e Rosa ai loro figli? Come spiegare di un nonno affettuoso e premuroso che si scaglia come una belva contro la nonna, che prende la pistola e spara per ammazzarla?
Ciro era una persona normale. Un lavoro in un’agenzia di onoranze funebri dal quale era andato in pensione, mai nessuna macchia sulla fedina penale. Quattro pistole regolarmente autorizzate.
Pare che da qualche tempo fosse depresso e chissà se è vero che lei volesse davvero lasciarlo o se semplicemente non fosse un estremo tentativo di recuperare un rapportro ormai logoro. I coniugi Vitiello erano persone riservate e ormai nei grandi quartieri collinari pieni di edifici alveare non c’è la confidenza tra vicini dei paesi o del centro storico cittadino. I rapporti si limitavano a un “buongiorno” e a una “buonasera” e a qualche parola sul tempo o sul bus che si arrampica in salita e che non arriva mai. Ieri sera, i due erano da soli e hanno litigato. Lei ha detto che voleva lasciarlo, stanca dei suoi tradimenti, stanca di essere trascurata. Cercava di non rimanere sola: aveva i figli, aveva fatto amicizia con molte persone in un gruppo Facebook dedicato alle bellezze di Genova dove postava le sue foto, si era iscritta a un corso di ballo latinoamericano dove arrivava sempre coperta, gambe e braccia comprese. Chissà se lo faceva per timidezza o per nascondere qualche livido cagionato dalla violenza del marito? Anche questo sarà l’autopsia a dirlo. Il marito l’aveva già minacciata di morte una volta, ma lei non l’aveva preso sul serio, come fanno molte donne costruendo con le proprie mani il patibolo, non aveva denunciato. Per ora, l’unica cosa certa è che ieri sera in Ciro ha preso il sopravvento la furia cieca. Ha preso la pistola, una calibro 22 e ha sparato. Forse Rosa aveva parlato degli screzi con Vito a qualche amica, pare che Rosa li avesser raccontati ai figli, ma evidentemente nessuno immaginava che potesse finire così. Con quattro colpi di pistola a bruciapelo nel silenzio della notte delle alture di Sestri Ponente.

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