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Ducale, mostre: Brassaï e Lisetta Carmi prorogate al 7 febbraio

 

Brassaï. Pour l’amour del Paris
Sottoporticato di Palazzo Ducale
PROROGATA AL 7 FEBBRAIO 2016
A cura di Agnès de Gouvion Saint-Cyr, in collaborazione con l’Estate Brassaï
Organizzata da: Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia
Duecentocinquanta fotografie e una proiezione raccontano la storia eccezionale della passione che ha unito per più di cinquant’anni lo scrittore, fotografo e cineasta Brassaï agli angoli più nascosti di Parigi e a tutti quegli intellettuali e artisti – Henry Miller, Man Ray, Picasso – grandi famiglie, prostitute e derelitti che hanno contribuito alla leggenda della capitale francese.
Brassaï si dedica alla fotografia dal 1929 e trova i primi successi con le immagini di una Parigi notturna, sconosciuta, insolita, talvolta detestata. A Parigi, dirà, “ero alla ricerca della poesia della nebbia che trasforma le cose, della poesia della notte che trasforma la città, della poesia del tempo che trasforma gli esseri…”.
Scopritore infaticabile della città nella notte, non è insensibile al fascino della capitale alla luce del giorno; passa da un quartiere all’altro, quello Latino, di Bercy, di Auteuil, dove con la sua macchina fotografica riesce a immortalarne lo spirito: la folla elegante di rue de Rivoli, gli innamorati sull’altalena, i curiosi persi in contemplazione di setosa lingerie femminile e le cartomanti sui Grands Boulevards, ma anche l’imponenza dei monumenti, la torre Eiffel, l’Arco di Trionfo, Notre-Dame con i doccioni zoomorfi. I suoi soggetti sono semplici, senza dettagli superflui, poiché se “tutto può diventare banale, tutto può ridiventare meraviglioso”. In mostra anche le fotografie scattate per documentare l’opera scultorea di Picasso, a cui lo lega una grande amicizia e la passione per il Circo Medrano, di cui immortala la bellezza delle cavallerizze, la lotta eterna dei funamboli e degli acrobati contro il pericolo della gravità e il ridere illusorio del clown.
Una sezione dell’esposizione presenta le immagini dei graffiti sui muri di Parigi, che compongono, secondo Brassaï, la più grande galleria d’arte primitiva. Per la loro fragilità e il loro carattere effimero, sente la necessità di prelevare questi ultimi, di salvarli da morte certa e dall’oblio, di farli conoscere per far uscire dall’ombra “l’arte degli umili privi di cultura e di educazione artistica, ridotti a creare tutto con risorse proprie, a reinventare tutto di propria iniziativa. Un’arte che ignoriamo e che ignora se stessa…”
Conclude la mostra un cortometraggio a ideazione e regia del grande fotografo, che nel 1956 vince il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes.

 

Lisetta Carmi. Ho fotografato per capire.
Loggia degli Abati di Palazzo Ducale
PROROGATA AL 7 FEBBRAIO 2016
Genova rende omaggio a Lisetta Carmi con una mostra personale a Palazzo Ducale, con il più alto numero di fotografie mai esposte : 220 immagini che ripercorrono l’intero percorso creativo della grande fotografa.
La mostra, allestita nella Loggia degli Abati, curata da Giovanni Battista Martini, si apre con la sezione dedicata alla sua città natale, con immagini che documentano la forte identità sociale e culturale della Genova degli anni ’60 e ’70.
L’intensa attività portuale, la forte presenza industriale e la crescita smisurata dell’edilizia pongono la città al centro di forti tensioni sociali, non di meno in quegli anni nascono realtà culturali all’avanguardia nell’ambito del teatro, della musica e delle arti visive che il suo obiettivo riprende con rigore e lucidità.
Una sezione è dedicata agli straordinari ritratti di Ezra Pound. Pur se realizzati in un breve incontro con il poeta nella sua casa di Rapallo, ne restituiscono la complessità e la straordinarietà. Saranno esposte anche molte immagini inedite dedicate ai ritratti di artisti come Lucio Fontana, Luigi Dallapiccola, Leonardo Sciascia, Claudio Abbado, Joris Ivens, Carmele Bene e Lele Luzzati.
Se le fotografie della Carmi rimangono un punto imprescindibile per la conoscenza di quegli anni a Genova, sono altrettanto analitiche e significative quelle realizzate durante i numerosi viaggi compiuti in quegli anni: da quelle scattate in Sicilia dove si reca per un progetto congiunto con Sciascia, a quelle della Sardegna così come quelle realizzate in paesi lontani come l’America Latina, Israele, La Palestina, l’Afghanistan e l’India.
Chiudono l’esposizione due sezioni, la prima dedicata al momento della nascita con la ripresa di un parto nella sua sequenza temporale e la seconda con una selezione delle fotografie dei travestiti che furono raccolte in un volume uscito nel 1970 e che sono tra le sue immagini più note.

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