Porto 

Blue Print, Merlo al comitato per il sì: “Progetto fondamentale per lo sviluppo della città”

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“Sono contento di finire il mio mandato con un comitato del sì”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo all’incontro organizzato dal comitato “sìblueprint” questa sera al Bi.Bi. Service di Via XX Settembre. Un appuntamento nato per lanciare un appello alla città, affinché si mobiliti per sostenere il progetto di Renzo Piano che rivoluziona l’area della Fiera e la collega col Porto Antico. Anche perché alcune settimane fa i circoli nautici della Fiera, con in testa lo Yacht Club, hanno presentato un ricorso al Tar contro questo affresco, che sposterebbe le loro sedi in Darsena. “Se il tribunale amministrativo respingerà la loro istanza – precisa Merlo – saranno degli abusivi. Questo progetto è necessario affinché la città abbia un’inversione di tendenza”. Il presidente dell’Autorità portuale sottolinea anche che il progetto alternativo presentato dai circoli “non prevede il collegamento tra Fiera e Porto Antico” che è il cuore dell’affresco. Presente, all’incontro di stasera (a cui hanno partecipato una buona fetta del Pd, alcuni terminalisti, i sindacati, esponenti della diocesi e delle istituzioni locali, come l’assessore comunale Emanuele Piazza) anche il costruttore Davide Viziano, socio “dissidente” dello Yacht Club.E se  Ivano Bosco, segretario generale della Cgil ha sottolineato che “bisogna anche traguardare lavori di qualità e migliorare la qualità del lavoro di chi opera nelle riparazioni navali”, al Bi. Bi. Service erano presenti, come osservatori, anche esponenti di un comitato critico nei confronti del Blue Print. “Stiamo barattando il lavoro di pochi con la salute di tutti – dice Fulvio Silingardi, presidente del Comitato Porto Aperto – Abbiamo fatto misurazioni su tutta la città e si parla di alluminio, antimonio, arsenico, benzene, ferro, mercurio e tutta la tabella dei metalli che abbiamo sui nostri balconi di casa, le sostanze che non sono presenti è perché le abbiamo già respirate. Nn diciamo no al progetto ma abbiamo individuato una problematica sanitaria grave, rappresentata dall’industria delle riparazioni navali e abbiamo puntato il dito contro questo”.

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