Terziario, contratto firmato dai sindacati solo con Confcommercio, non con la grande distribuzione e con Confesercenti.

L’accordo siglato il 31 marzo dalla Confcommercio e sindacati non riguarda Federdistribuzione e le aziende associate che stanno proseguendo invece nel confronto con i sindacati di settore per il
rinnovo del contratto nazionale di lavoro per gli addetti della Distribuzione Moderna Organizzata (Dmo), circa 213mila lavoratori. Lo fa sapere la stessa Federdistribuzione (14.600 punti vendita, 60,6 miliardi di euro di fatturato, una quota del 48% della Dmo) ricordando l’uscita dalla Confcommercio nel dicembre 2011.
La prosecuzione del negoziato con i sindacati continuerà in aprile: «un contratto orientato, in un difficile contesto economico ed occupazionale del Paese e di ormai pluriennale crisi della domanda interna, al confronto su condizioni che tengano contestualmente presenti i bisogni delle aziende, dei lavoratori e l’attenzione ai livelli occupazionali» sottolinea la federazione delle aziende della distribuzione le quali, «legate in maniera indissolubile alla domanda interna, hanno dovuto attraversare una lunga e profonda fase di penalizzazione, che ha inciso in modo radicale sull’organizzazione e sui risultati, questi ultimi ora sensibilmente ridotti rispetto agli anni passati e che richiederanno molto tempo per recuperare i valori precedenti».
Nel merito dell’accordo raggiunto tra sindacati e la Confcommercio, Federdistribuzione sottolinea «l’evidenza di una diversa valutazione del momento economico e della ricaduta dei suoi effetti sulle aziende del Terziario, imprese già indebolite dalla crisi e non in condizione
di sopportare un significativo ulteriore aumento del costo del lavoro».
Ferma volontà» da parte della Confesercenti di portare avanti il confronto negoziale con i sindacati Fisascat, Uiltucs e Filcams, per arrivare «a un rinnovo contestuale dei contratti di terziario e turismo che però tenga conto del difficile scenario economico e della grave situazione in cui versa ancora gran parte delle Pmi dei due settori». Lo afferma l’organizzazione guidata da Marco Venturi, a proposito del rinnovo contrattuale in corso della categoria. L’ccordo che sul terziario è stato appena raggiunto dalla Confcommercio e dagli stessi sindacati di settore, non verrà quindi applicato dalla Confesercenti e dalla imprese associate che continuano la trattativa.
Auspicando di riuscire a definire entrambi i rinnovi contrattuali «entro l’estate», la Confesercenti sottolinea che «nonostante i timidi segnali di ripresa dell’economia, il mercato interno rimane
sostanzialmente fermo. La domanda è ancora del tutto insufficiente,mentre continua l’emorragia di imprese di piccole e medie dimensioni nei settori del commercio, servizi e ristorazione».
Per le Pmi insomma «la ripresa non è ancora arrivata, e i recenti miglioramenti del mercato interno riguardano soprattutto le imprese più strutturate. In questa fase tanto complessa – prosegue l’organizzazione – la priorità deve essere la tenuta delle Pmi, che solo così possono continuare a garantire occupazione e valore aggiunto per il Paese. Il rinnovo del contratto deve quindi tenere conto delle persistenti difficoltà e recepire le esigenze delle imprese con meno
di 9 dipendenti, che garantiscono l’occupazione del 50% circa dei 6 milioni di lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi».

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