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Il gip Faggioni: «Toti ai domiciliari per il pericolo di reiterare i reati»

L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il presidente della Regione motivata col pericolo «che possa ripetere, in occasione delle prossime elezioni, condotte corruttive simili»

«In occasione delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite in 18 mesi dal 2021 al 2022, Toti, spinto dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha utilizzato la sua funzione e i suoi poteri per favorire interessi privati in cambio di finanziamenti, ripetendo tale meccanismo con diversi imprenditori». Questo scrive il gip Paola Faggioni nell’ordinanza di custodia cautelare per il presidente della Regione Giovanni Toti (attualmente ai domiciliari) e per una serie di altri soggetti.


Gli arresti domiciliari vengono motivati nell’ordinanza con «il pericolo attuale e concreto che possa commettere altri gravi reati simili a quelli per cui è sotto accusa, e in particolare che possa ripetere, in occasione delle prossime elezioni, condotte corruttive simili, mettendo la sua funzione al servizio di interessi privati in cambio di benefici per sé o per altri».

Sempre nell’ordinanza si legge che le esigenze cautelari «derivano principalmente dalle modalità della condotta stessa, che rivela una chiara sistematicità nel meccanismo corruttivo».

Paola Faggioni, scrive che il presidente Toti avrebbe agito come “mandante” attraverso il suo capo di gabinetto e coordinatore della campagna elettorale, Matteo Cozzani, per garantire voti a se stesso in qualità di candidato presidente e per alcuni candidati (secondo l’ordinanza: Stefano Anzalone, unico dei tre indagato, Lilli Lauro e Ilaria Cavo), poi effettivamente risultati eletti, nelle consultazioni regionali del 20 e 21 settembre.

Toti e Cozzani sono accusati di essere coinvolti in «più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso», in concorso con i fratelli Mario Italo Testa e Arturo Angelo Testa, considerati rappresentanti della comunità riesina di Genova, che varrebbe all’incirca 400 voti e da molto tempo è considerata uno dei “grandi elettori” della città. In cambio dei voti, secondo le risultanze delle indagini, sarebbero state promesse opportunità lavorative ad almeno cinque persone e un cambio di alloggio in edilizia popolare.

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