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Anna Orlando disconosce l’allestimento della mostra di Artemisia di cui è co-curatrice e che ha più volte propagandato e definito «bellissima» sui social

Tutto parte dalla richiesta di una serie di associazioni femministe e studiose di chiudere la “stanza dello stupro” allestita a Palazzo Ducale all’interno dell’esposizione dedicata alla pittrice. In un’interessante intervista di Francesca Forleo sul Secolo XIX di oggi, la consulente del Comune (in aria di ulteriore rinnovo) si unisce prontamente al coro, in aperto contrasto con quanto ha postato sui social in questi mesi. Nel ruolo di co-curatrice ha parlato, pochi giorni fa, in Regione, alla presentazione dell’esposizione di una copia d’epoca di un quadro della pittrice al Festival di Sanremo

(Minuto 36:32 in questo link)

In occasione di quella conferenza stampa, l’assessore alle pari opportunità della Regione Simona Ferro non cita nemmeno il curatore principale della mostra, Costantino D’Orazio, ma, al minuto 27:45 di questo link attribuisce la curatela esclusivamente ad Anna Orlando.

Abbiamo deciso di non commentare, limitandoci a mostrare link e screenshot dalla bacheca social della storica dell’Arte. Invitiamo a leggere l’intervista di Francesca Forleo ad Anna Orlando sul Secolo XIX (che titola: «Il caso della mostra di “Artemisia”, Orlando da co-curatrice ad accusatrice: “Smontate la stanza dello stupro») e a guardare gli screenshot dei post pubblicati nel tempo sulla sua bacheca Facebook dalla Orlando, che riportiamo qui sotto.

In un’occasione, a seguito delle critiche e delle polemiche nate a causa di un suo post che invitava ad andare a vedere la mostra pensando a Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio, aveva preferito rimuoverlo.

In nessuno dei molti post di Orlando si evincono le sue critiche esternate oggi sulle pagine del quotidiano a proposito dell’allestimento a cui ha collaborato (come si legge sulla pagina web di Palazzo Ducale) di cui parla oggi e, anzi, rivendica il suo lavoro. [Sotto: lo screen dalla pagina della Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale]

Vediamo Orlando nel post relativo all’inaugurazione, in cui ha taggato l’allora sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi (che ha annunciato ieri di volersi dimettere), riconoscibile anche nelle foto. Invita con entusiasmo a vedere la mostra (che definisce «bellisssimmaaa», con 3 S, 2 M e 3 A) il cui allestimento oggi dice di non condividere e chiede addirittura di smontare in sintonia con la lettera aperta delle associazioni e le studiose che ieri avevano chiesto la stessa cosa, parlando di «approcci curatoriali spettacolarizzanti» e ricordando che «tra i curatori figura tra l’altro la storica dell’arte e consulente per l’arte del Comune di Genova, Anna Orlando».

Nei post, Orlando parla chiaramente di «mio lavoro» e presenta la mostra senza sollevare alcuna perplessità o critica alla stanza dello stupro. Nella sua presentazione a Orientamenti si definisce co-curatrice e non fa alcun accenno all’ideatore e curatore principale dell’esposizione.

Infine, ecco la prima delle slide proiettate durante le conferenze di Anna Orlando su Artemisia Gentileschi.

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